QUAL E' L'ORIGINE DELL'ESPRESSIONE ''ANDARE IN BRODO DI GIUGGIOLE''?
Data: Venerd́, 01 settembre 2006 ore 00:25:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Andare in brodo di giuggiole

Già in un paio di  precedenti interventi ci è capitato,  incidentalmente, di menzionare l'espressione andare in brodo  di giuggiole; la recente richiesta di un nostro lettore ci spinge, ora, a parlarne in modo più diffuso per dare qualche  chiarimento supplementare sulla sua origine e sul suo uso.

Andare in brodo di giuggiole,  dunque, è una combinazione di parole usata esclusivamente nel significato figurato  di "andare in solluchero, uscire quasi di sé dalla contentezza" ed è frutto di un'alterazione dell'originaria andare  in brodo (o broda) di succiole: in questo passaggio le giuggiole,  cioè i frutti del giuggiolo, impiegati, fra l'altro, sia  in medicina, per decotti contro la tosse, sia in cucina, per  marmellate e confetture, hanno preso il posto delle succiole,  ovvero delle castagne lessate con la buccia. L'uso di questa espressione originaria, di provenienza toscana, è già ammesso  nella prima impressione del Vocabolario degli Accademici della  Crusca, (1612), dove, per l'appunto, è menzionata due volte: alla voce succiare, con un esempio tratto dal  Morgante di Luigi Pulci ("Da SUCCIARE SUCCIOLA, che è castagna  cotta nell'acqua con la sua scorza. Morg. Per dare al Saracino  altro, che succiole.") e alla voce castagna ("CASTAGNA.  frutta nota. Lat. castanea, Gr. k?stana. Boc. n. 72. 16. Entro col mosto, e con le castagne calde si rappattumò con lui.  Qui intende delle cotte arrosto, o lesse: Le quali, arrosto,  chiamiam BRUCIATE, e lesse, SUCCIOLE, dal succiarle, che si fa,  in mangiandole. Abbiam da essa un proverbio, il quale allude  all'ipocrisía, e al bene infinto. Come la castagna, di  fuora è bella, e dentro ha la magagna. Lat. intus Hecuba, foris Helena").

Lo stato di contentezza al quale andare in brodo di giuggiole e andare in brodo (o broda) di succiole fanno  riferimento sembra, in definitiva, doversi collegare alla bontà dei frutti menzionati. Prendendo, poi, spunto dalla diversità delle  preparazioni nelle quali vengono impiegate le giuggiole e le  succiole, Pietro Fanfani e Costantino Arlia hanno esposto,  nel Lessico dell'infima e corrotta italianità (1881), dettagliate precisazioni sul corretto uso delle espressioni  in cui esse sono menzionate ("Dicono Andare in  broda di giuggiole per Godere di molto di chicchessia, Averne  somma compiacenza, Sdilinquire dal piacere, ma dicono  male; rettamente s'ha a dire Andare o Andarsene  in broda di succiole, che è l'antico modo Andare  in brodetto o in guazzetto, perché le giuggiole  non si lessano, come le castagne o marroni sbucciati,  che si dicono succiole, o più comunemente ballotte; e  se le si cuociono, se ne fa con altri ingredienti una scottatura  per la tosse, non si fa una broda").

Luigi  Romani






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