CLAUDIO E IL MIO BIMBO AUTISTICO DIVISI DAL PRECARIATO
Data: Marted́, 29 agosto 2006 ore 00:10:00 CEST
Argomento: Opinioni


Claudio e il mio bimbo autistico divisi dal precariato

  28 agosto 2006 - La Sicilia
La storia di Claudio Castorina, trentanovenne docente precario, merita uno spazio a sé. Ciò non nasce dalla particolarità del personaggio (solita parabola del precario dal '91, che ha girato decine di istituti e che non ha un'idea stabile su cosa gli riserva il domani lavorativo), ma dall'incontro professionale di Claudio, insegnante di sostegno, con Marco, lo chiameremo così, con un nome di fantasia, un bambino autistico.

«Marco, dopo aver frequentato le elementari, che per lui sono state un calvario, non voleva andare alle medie», spiega Concetta B., la mamma di Marco. Non si era instaurato un rapporto profondo fra Marco e la sua insegnante di sostegno. Di conseguenza non vi è stato un gran rapporto neanche con gli altri bambini. Poi Marco, in prima media, viene affidato a Claudio «e insieme a lui il bambino ha ottenuto risultati straordinari - continua la mamma - ha iniziato a parlare di più, a scherzare con gli amici ed è andato anche alla gita scolastica. Abbiamo anche ridotto la somministrazione di farmaci».


Marco, per la prima volta, ha trovato in Claudio una persona con la quale stabilire un contatto di fiducia e di reciproco rispetto. Ora, però, Claudio dovrà separarsi da Marco. Non per sua volontà, anzi, ma per la sua condizione di precario. «Con mio immenso rammarico - spiega Castorina - sono stato trasferito in un altro paese. È assurdo non potere seguire, con soggetti ritenuti "categoria protetta", una continuità didattica».

La mamma di Marco ha fatto di tutto per cercare di risolvere la situazione, ma la burocrazia e una certa approssimazione nel gestire questi fenomeni delicati, stanno mettendo a rischio gli importanti risultati che questo bambino ha ottenuto con il suo insegnante. «La patologia di mio figlio non accetta un "abbandono" del genere. Già dalla fine della scuola il bambino è irrequieto, perché capisce che è costretto a separarsi dal suo insegnante-amico. Un'assurda legislazione e una carenza di sensibilità delle istituzioni - conclude la mamma - vanificheranno lo sforzo di un docente sensibile e capace. Chi paga sarà Marco, l'ennesimo soggetto indifeso».

 A. R.






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