Le nomine del sostegno per Scuola di 1° e 2° grado
Data: Sabato, 26 agosto 2006 ore 13:01:35 CEST
Argomento: Rassegna stampa


25-08-2006. Questa mattina all'istituto superiore, scuola polo, "De Nicola" con le nomine per il sostegno nelle scuole secondarie di secondo grado (circa 500 cattedre), si completeranno le nomine sia nelle scuole secondarie di primo, sia di secondo grado. Ieri infatti il dirigente dell'istituto e il funzionario del Csa, Gino Gazzo, hanno completato le nomine per quanto concerne la scuola secondaria di primo grado.
I posti disponibili erano 470, ma tutti i docenti precari inseriti nella graduatoria permanente, 600, forniti del titolo di specializzazione, hanno avuto la nomina, tenuto conto dello scorrimento dell'elenco, dal momento che molti docenti figurano nella graduatoria per il sostegno nei due segmenti scolastici, per cui optando per l'uno o per l'altro elenco, hanno lasciato dei posti disponibili, tanto che si è giunti all'esaurimento della graduatoria.
«Addirittura - dice Gino Gazzo - sono rimasti 100 posti che all'inizio dell'anno scolastico dovranno essere assegnati, sempre per supplenza». In questo caso fino agli "aventi diritto" i dirigenti scolastici delle varie scuole, attingeranno dalle graduatorie di istituto. Gli incarichi andranno ai docenti meglio collocati negli elenchi delle varie istituzioni scolastiche. Tenuto conto che i docenti forniti del titolo di specializzazione sono stati tutti nominati dal Csa, i posti rimasti, assegnati dai capi di istituto ai precari sforniti di titolo, in un primo momento saranno conferiti con la dicitura "fino all'avente titolo", ma, come avviene ogni anno, si tradurrano in regolari contratti fino a giugno, cioè fino al termine delle attività didattiche. Oggi inizierà l'individuazione dei docenti che matureranno il diritto alla nomina di sostegno nella scuola primaria. Molti sono i posti disponibili, ben 640. Sono convocati i docenti in possesso del titolo di specializzazione dal posto 9 fino all'esaurimento della graduatoria. Considerato l'elevato numero di cattedre e posti da assegnare, in un primo momento il Csa aveva programmato di utilizzare anche sabato 26 (prefestivo) per completare tutti gli incarichi. Poichè il circolo didattico "Pizzigoni", scuola Polo, sarà chiuso, è stato scelto solo il 25, anche se il Csa, nel caso in cui i lavori dovessero protrarsi a lungo, utilizzerà anche il giorno 28: nella prima mattinata verrebbero completate le nomine per il sostegno, e subito dopo, avviate le convocazioni di posto comune, ovviamente, come si è detto, qualora le nomine non venissero completate entro oggi.
Si tratta di un lavoro faticosissimo, tant'è che funzionari e impieganti del Csa, in piena canicola, lavorano a 'tempo pieno', rinunciando alle ferie, pur di completare tutte le nomine entro il 31 agosto. Lavori, coordinati dal dirigente vicario del Csa Rametta, collaborato dalla dottoressa Linda Mirone, che dirige il settore della scuola primaria, Amalia Palumbo, quello della secondaria di primo grado e Gianni Anastasi per la Media superiore, ovviamente compresi tutti gli altri impiegati del Csa. L'obiettivo è quello di assicurare tutto il personale alle scuole fin dal primo settembre.  Mario Castro (da La Sicilia)

 

Quei 500 docenti a lavoro ma soltanto per un anno
 

Cinquecento sono stati "sistemati". Solo per un anno: l'ennesimo, ovviamente. Si tratta dei docenti di sostegno precari e sono stati convocati ieri, per la nomina annuale, all'istituto superiore "De Nicola" di S.Giovanni la Punta. Questi insegnanti sono stati meno fortunati dei loro colleghi, i quali, pochi giorni fa, hanno ottenuto la tanto "sudata" cattedra di ruolo. Si preannunciano ancora altri anni di attesa, di viaggi e di sacrifici. Durante la consegna delle cattedre, infatti, non si assiste a nessuna scena di giubilo, anzi; la rassegnazione, per una vita da precari della scuola, sembrano averla ormai metabolizzata. Neanche la prima in graduatoria sembra essere particolarmente lieta dell'evento: «Sono precaria da sedici anni; se non fosse per la passione che nutro per il mio lavoro, avrei già rinunciato - dichiara Maria Rosa Leonardi, 43 anni - io, dopo aver ottenuto ben quattro abilitazioni, nonché la specializzazione per il sostegno, quest'ultima a pagamento, mi ritrovo ancora senza una cattedra». Maria Rosa comunque può ritenersi una tra le più fortunate, il suo calvario è quasi finito: «Nella prossima immissione di ruolo dovrei rientrare anche io, dato che nello scorrimento della graduatoria risulto essere la prima. Speriamo». Meno fortunato, invece, Alfonso Marzarone, cinquantaduenne docente di scienze e matematica, prestato al sostegno: «Ogni anno per noi è un terno al lotto; prima l'introduzione della Sissis, che ha sconvolto le graduatorie, poi il disordine legislativo e la mancanza di concorsi. Chi ne fa le spese siamo noi, costretti a questa odissea di cattedre e scuole diverse ogni anno». Quali le prospettive? «Secondo un mio calcolo - nota Marzarone - la scuola dovrebbe assumere 50mila docenti per assorbire le richieste». Una prospettiva messianica, per usare un eufemismo, dati i tempi che corrono. Per molti di questi docenti, quindi, la scelta del sostegno rappresenta una pur minima possibilità d'inserimento lavorativo. Quasi tutti sono stati costretti a ottenere la specializzazione per la qualifica di insegnante di sostegno, con relativo costo in termini economici e di tempo. «Io sono stata ferma per undici anni - nota Rosaria Guglielmino, 39 anni, docente di musica e pianoforte - Poi nel 2001 sono stata magicamente chiamata, sempre però come insegnante di sostegno». Si sentono trattati superficialmente, dal mondo dell'istruzione, questi docenti, «il nostro settore è diventato un mercato: esistono corsi, a pagamento, tenuti esclusivamente per ottenere tre punti, master e seminari di aggiornamento senza una reale innovazione didattica, graduatorie dove sali e scendi come in un gioco da tavola. È ridicolo». Tra i docenti si trovano anche soggetti particolarmente poliedrici: «Sono specializzato in Educazione fisica, filosofia, pedagogia e sostegno, naturalmente». Ricco il curriculum di formazione e di esperienze di Antonio Maugeri, trentasette anni. «Dopo due lauree, quattro abilitazioni e il titolo di specializzazione per il sostegno, ti aspetti magari una cattedra tutta tua. Invece sono precario dal '92». «Vorrei acquistare una casa - afferma Maugeri - e fare delle scelte importanti, ma senza sicurezza economica è difficile anche solo accedere ai finanziamenti». Eppure qualcuno che sorride lo troviamo. Si tratta di Liliana Gazzetta, trentanove anni, in compagnia della sua splendida famiglia. «Sorrido alla vista di mio figlio, nato da quattro giorni - spiega la neomamma - per il resto mi aspetta l'ennesimo anno da pendolare dell'istruzione, quest'anno tocchiamo quota quindici». Tra le leggi del mondo dell'istruzione, infine, una viene particolarmente odiata da tutti gli insegnanti: «Risulta decisamente fuoriluogo l'assegnazione di un punteggio superiore a chi decide di insegnare nelle zone di montagna, o in quelle particolarmente isolate - recitano in coro i docenti - costringe tanti di noi a sacrifici non indifferenti oltre ad accettare, forzatamente, una visione della scuola deformante, in quanto tramuta i docenti in una bolgia di "questuanti"». Antonio Rapisarda (da La Sicilia)

 

Claudio e il mio bimbo autistico divisi dal precariato   

La storia di Claudio Castorina, trentanovenne docente precario, merita uno spazio a sé. Ciò non nasce dalla particolarità del personaggio (solita parabola del precario dal '91, che ha girato decine di istituti e che non ha un'idea stabile su cosa gli riserva il domani lavorativo), ma dall'incontro professionale di Claudio, insegnante di sostegno, con Marco, lo chiameremo così, con un nome di fantasia, un bambino autistico.
«Marco, dopo aver frequentato le elementari, che per lui sono state un calvario, non voleva andare alle medie», spiega Concetta B., la mamma di Marco.
Non si era instaurato un rapporto profondo fra Marco e la sua insegnante di sostegno. Di conseguenza non vi è stato un gran rapporto neanche con gli altri bambini. Poi Marco, in prima media, viene affidato a Claudio «e insieme a lui il bambino ha ottenuto risultati straordinari - continua la mamma - ha iniziato a parlare di più, a scherzare con gli amici ed è andato anche alla gita scolastica. Abbiamo anche ridotto la somministrazione di farmaci».
Marco, per la prima volta, ha trovato in Claudio una persona con la quale stabilire un contatto di fiducia e di reciproco rispetto. Ora, però, Claudio dovrà separarsi da Marco. Non per sua volontà, anzi, ma per la sua condizione di precario. «Con mio immenso rammarico - spiega Castorina - sono stato trasferito in un altro paese. È assurdo non potere seguire, con soggetti ritenuti "categoria protetta", una continuità didattica».
La mamma di Marco ha fatto di tutto per cercare di risolvere la situazione, ma la burocrazia e una certa approssimazione nel gestire questi fenomeni delicati, stanno mettendo a rischio gli importanti risultati che questo bambino ha ottenuto con il suo insegnante.
«La patologia di mio figlio non accetta un "abbandono" del genere. Già dalla fine della scuola il bambino è irrequieto, perché capisce che è costretto a separarsi dal suo insegnante-amico. Un'assurda legislazione e una carenza di sensibilità delle istituzioni - conclude la mamma - vanificheranno lo sforzo di un docente sensibile e capace. Chi paga sarà Marco, l'ennesimo soggetto indifeso».

Antonio Rapisarda (da La Sicilia)







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