E SE IL COLLEGIO DOCENTI DIVENTASSE UN ORGANO DITTATORIALE?
Data: Sabato, 26 agosto 2006 ore 00:15:00 CEST
Argomento: Opinioni


COMUNICATO STAMPA        A pochi giorni dall’apertura dell’Anno Scolastico le intenzioni del Ministro dell’Istruzione,  espresse nella lunga Direttiva Generale emanata alla fine di luglio, sono oggetto di esame  e riflessione da parte di tutti i docenti.   Non ci si poteva certamente attendere l’abrogazione della riforma Moratti da una Direttiva,  ma alcuni degli indirizzi, sia diretti che di prospettiva,  destano preoccupazione e perplessità.  Sul  piano  immediato  il  Ministro  disattende  le  proprie  precedenti  dichiarazioni  sull’assunzione dei precari, rinviando tutto ad un generico piano pluriennale. L’unico impegno preciso è infatti l’assunzione di 3060 docenti di religione.  Nessuna chiarezza emerge sulla questione del portfolio, che viene esplicitamente citato  nella Direttiva, senza precisare se si tratti di mero strumento valutativo o di altro.  La parte più preoccupante del documento ministeriale è comunque quella di prospettiva:  molto chiara appare l’intenzione di sottolineare il carattere “pubblico” della Scuola, indipendentemente dall’ente gestore.  Il Ministro si esprime per il  sostegno alle scuole paritarie, abbandonando, in sostanza,  la concezione della Scuola statale come “istituzione”, a  favore di un generico servizio pubblico considerato al pari di altri (asporto rifiuti e pompe  funebri ad esempio).  Anche la parola “insegnante” è quasi dimenticata persino  quando ci si propone di ascoltare un po’ tutti per le future riforme.  I passaggi più gravi della Direttiva sono quelli con cui si guidano i Collegi dei Docenti ad  adottare specifici “modelli didattici e pedagogici”, trascurando che la libertà di insegnamento è garantita dalla Costituzione  e dal DPR 275/99 sull’autonomia.   La Gilda degli Insegnanti  avverte il pericolo di una malcelata,  e già nota alla scuola, volontà  di  metamorfosi  del  Collegio  dei  Docenti  in  una  specie  di  soviet  didatticometodologico che non tiene conto delle opzioni didattiche minoritarie e di ogni singolo docente.  La Gilda degli insegnanti resta ancora disponibile ad un dialogo su tutte le questioni aperte  e chiede al Ministro Fioroni di dimostrare la propria buona volontà, a partire dall’apertura  immediata delle trattative per il contratto scaduto ormai da troppi mesi.    Roma, 25 agosto 2006          IL COORDINATORE NAZIONALE                  (Rino Di Meglio)






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