Immissione in ruolo ... con trucco
Data: Lunedì, 21 agosto 2006 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Opinioni


Scrivo questa lettera nel tentativo di far luce su una delle tante ingiustizie che vengono perpetrate ai danni della “vittima” di turno designata.
Sono (e lo sarò fino al 31 agosto 2006) una docente di scuola primaria che ha preso parte al concorso ordinario per esami e titoli della scuola secondaria – Ambito disciplinare K05B (Lingua e civiltà straniera – inglese) indetto con D.M.354/98 e gestito a livello regionale, ahimé, dal C.S.A. di Siracusa.
Ho superato il concorso posizionandomi al 183° posto con voti 83 della graduatoria regionale.
Ed ecco che scatta la trappola.
Dopo sei anni di attesa, tornando a casa il 28 luglio sera dopo soli 5 giorni di assenza, trovo nella cassetta delle lettere i seguenti telegrammi, di cui riporto integralmente il contenuto:

1° TELEGRAMMA
Mittente: Provveditorato Studi Siracusa
                viale Tica 149
                96100 Siracusa
“”” LA S.V. EST CONVOCATA C/O CSA SIRACUSA VIALE TICA 149 GIORNO 25/07/06 ORE 10.30 PER NOMINA A TEMPO INDETERMINATO AMBITO DISCIPLINARE K05B
DIRIGENTE GIUSEPPE ITALIA”””
21/07 13.16
timbro ufficio postale di Aci Catena del 22.07.2006
consegnato nella cassetta postale il 24.07.2006 alle ore 12:10
destinatario: assente

2° TELEGRAMMA
Mittente: Provveditorato Studi Siracusa
                viale Tica 149
               96100 Siracusa
“””LA S.V. CONVOCATA IN DATA 25/07/06 PER NOMINA TEMPO INDETERMINATO AMBITO K 05 B RISULTATA ASSENTE EST STATA ASSEGNATA PROVINCIA RAGUSA OVE DOVRA’ PRESENTARSI ENTRO 48 ORE PER STIPULA CONTRATTO PENA DECADENZA. IL  DIRIGENTE GIUSEPPE ITALIA”””
26/07 12.01
timbro ufficio postale di Aci Catena del 27.07.2006
consegnato nella cassetta postale il 27.07.2006 alle ore 12:50
destinatario: assente

In considerazione del fatto che l’indomani, 29/07/06, era sabato, mi sono recata presso il CSA di Siracusa in data 31/07/06  alle ore 8,30 (non erano state ancora fatte le stipule dei contratti) dove, all’interno della stanza n. 8 mi sono presentata agli impiegati, esibendo i telegrammi ricevuti. Qui il sig. *** ha riferito che era ormai tardi e che le assegnazioni erano già state fatte. Allo stesso è stato chiesto quale criterio fosse stato adottato per le convocazioni ed a quale norma facesse riferimento. Il sig. *** ha risposto dicendo che, per convocare le persone, si era attenuto “a norma di legge” a quanto previsto dallo stesso bando di concorso, che prevedeva l’invio di un telegramma quale strumento di  notifica.
Quindi, su mia esplicita richiesta, ha esibito copia del bando di concorso pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 13 aprile 1999.
Dalla lettura del suddetto bando si evince quanto segue:

Art. 17
Assunzione in servizio
…omissis…
5. Sulla base delle risultanze delle graduatorie definitive, l’autorità scolastica che ha curato lo svolgimento del concorso, in relazione al numero e alla tipologia dei posti da conferire nelle varie province, comunicati dai Provveditori agli studi della regione, individua, con proprio decreto, il numero di concorrenti da interpellare per la scelta della provincia. A tal fine, la stessa autorità scolastica che ha curato lo svolgimento del concorso pubblicherà in tempo utile il numero delle sedi vacanti e disponibili mediante affissione all'albo. Comunica poi a ciascuno degli interessati, con lettera raccomandata con avviso di ricevimento, il punteggio conseguito e la posizione di graduatoria e lo invita a presentarsi, indicando giorno, luogo ed ora, per la scelta della provincia oppure a far pervenire entro tale termine, per iscritto, l’ordine di preferenza delle province della regione. L’assegnazione alle province avviene secondo l'ordine della graduatoria, tenendo conto delle indicazioni preferenziali espresse dagli interessati, ovvero, in mancanza, d'ufficio, prioritariamente per cattedra di tipo comune, secondo un criterio di vicinanza geografica, ad iniziare dalla provincia in cui il candidato ha sostenuto le prove d’esame. ”””

Facendo rilevare al sig.*** la discrasia tra le sue asserzioni e quanto sancito dall’art. 17 comma 8 del bando di concorso, lo stesso ha cercato di argomentare una serie di giustificazioni imputandole ai tempi ristretti in cui l’ufficio aveva dovuto operare.

Pertanto è da ritenersi che tale ufficio abbia completamente disatteso quanto previsto dalle norme contenute nel bando di concorso e, arbitrariamente, si sia arrogato il diritto di adottare un metodo alternativo ed irregolare per la convocazione delle persone, oltremodo lesivo degli interessi di alcune di queste, alle quali di fatto viene esclusa la possibilità di essere presenti nel luogo e nella data previsti dalla stessa convocazione.

Il risultato di questo “stratagemma” è stato quello di distribuire arbitrariamente “d’ufficio”  le sedi disponibili disattendendo le disposizioni del sopra citato bando e creando dei disagi “ad hoc” ai candidati che, per il loro posto in graduatoria, risultano “scomodi”! Il sig. ***, a coronamento della sua buona azione quotidiana, mi rivela con sarcasmo che il 27/07/2006 si era reso disponibile un altro posto per la provincia di Catania che però non poteva essermi destinato poiché la mia sorte era stata già (as)segnata!
Inoltre, presso il CSA di Siracusa, non mi è stata consegnata alcuna proposta di nomina (contratto).

Recatami immediatamente dopo presso il CSA di Ragusa, apprendo di non avere la possibilità di scegliere poiché la sede disponibile era soltanto l’I.P.S.A. (Istituto Professionale di Stato Alberghiero) di Scicli (RG), dipendente dall’I.T.A. (Istituto Tecnico Agrario, situato fuori paese, in aperta campagna); inoltre, in mancanza di regolare e formale proposta di contratto, l’accettazione, con riserva di un eventuale contenzioso, della nomina è avvenuta in calce al telegramma inviato dal C.S.A. di Siracusa.

Sempre in mancanza della suddetta proposta, la stessa accettazione scritta sul telegramma è stata protocollata presso l’Istituto Tecnico Agrario di Scicli (RG), dove mi sono recata alla fine di questa estenuante mattinata.
Avvertendo di essere stata designata quale vittima sacrificale di turno e ricordando di vivere ancora in uno stato di diritto, mi sono vista costretta ad adire le vie legali, ovviamente a mie spese, per tutelare i miei interessi.

Spero che qualcuno tra coloro che leggeranno la mia lettera, ricordi la dignità e l’orgoglio con cui ha iniziato la propria professione e si adoperi affinché non vengano calpestati la dignità e l’orgoglio professionale di chi ancora, nonostante tutto, crede nella professione docente e nei valori che essa dovrebbe trasmettere: legalità, giustizia, trasparenza, rispetto!


                                Lettera firmata








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