Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola.
Data: Lunedì, 26 agosto 2002 ore 21:53:15 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola.

La newsletter settimanale di Tuttoscuola, la rivista per insegnanti, genitori e studenti.

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N. 64, 26 agosto 2002

 

SOMMARIO

1. L'autunno caldo della scuola italiana

2. Meno studenti al primo suono di campanella

3. Ci sono banchi vuoti negli istituti professionali

4. La sperimentazione va, ma si' che va

5. Non di soli anticipi vive la sperimentazione

6. Ecco la Guida alla sperimentazione nell'elementare

7. Gli orari della nuova scuola elementare

8. Il team soppianta il modulo

9. La vicenda infinita dei punteggi delle graduatorie

10. Arrivano i revisori

11. Spoils system: Frattini rovina le vacanze ai dirigenti

 

 

1. L'autunno caldo della scuola italiana

Le premesse ci sono tutte. A pochi giorni dalla riapertura delle scuole il ministro Moratti si trova al centro di un vero e proprio groviglio di problemi, e di una serie di iniziative che rendono caldo l'inizio del nuovo anno scolastico. I fronti aperti sono numerosi: da quello sindacale (il contratto del personale e' scaduto il 31 dicembre 2001, il concorso per dirigenti e' al palo da mesi) a quello

parlamentare (il disegno di legge delega procede tra grandi

difficolta', non tutte dovute a ostruzionismo dell'opposizione). Segnali di malessere e azioni di protesta emergono in quasi tutte le realta' locali toccate dal taglio degli organici, mentre il gran pasticcio delle graduatorie per il conferimento degli incarichi e delle supplenze, e il ventilato taglio dei posti di sostegno, tengono in fibrillazione migliaia di docenti.

C'e' poi il fronte piu' propriamente politico, che appare

contrassegnato da una malcelata irritazione dei partiti (ci riferiamo a quelli della maggioranza) nei confronti dei ministri “tecnici”, come la Moratti, Lunardi o Sirchia. L'inizio del nuovo anno scolastico vedra' inoltre l'esordio delle “Intese” sottoscritte con sette Regioni e con la Provincia di Trento per la sperimentazione del nuovo canale professionale, e soprattutto la contestata sperimentazione della scuola dell'infanzia e della scuola elementare. I prossimi quattro mesi saranno ardui e decisivi: se il ministro Moratti riuscira' a tenere la rotta tra tanti scogli, si guadagnera' sul campo quella legittimazione politica che alcuni suoi “amici” le rimproverano di non possedere. Altrimenti...

 

2. Meno studenti al primo suono di campanella

Con ingressi scaglionati in base al calendario regionale saranno circa

7,5 milioni gli studenti di scuole statali (

http://www.tuttoscuola.com/ts_news_64-1.doc ) che inizieranno tra

breve il nuovo anno scolastico. Altri 750/800 mila entreranno nelle scuole paritarie per un totale complessivo di 8,3 milioni di studenti. Rispetto all'anno scorso si registra un lieve calo che interessa, piu'

o meno intensamente, tutti gli ordini di scuola (soprattutto

l'elementare), con l'eccezione della secondaria superiore che sta sfruttando ancora l'effetto dell'innalzamento dell'obbligo scolastico, che le fa registrare un incremento di oltre 36 mila studenti (pari all'1,5% in piu'). Il decremento di iscrizioni nella fascia di scuole dell'obbligo e dell'infanzia non e' uniforme sul territorio. Risultano infatti interessati al calo di iscrizioni soprattutto il Nord Est e le Isole. Nella scuola elementare l'unica area geografica che registra una

tenuta con aumento di quasi 600 alunni e' il nord ovest (

http://www.tuttoscuola.com/ts_news_64-2.doc ), dove in effetti sono state piu' forti le proteste per i tagli di organico.

 

3. Ci sono banchi vuoti negli istituti professionali

Grazie all'innalzamento dell'obbligo scolastico la secondaria

superiore e' dunque l'unico settore scolastico che registra un aumento di iscritti. Guardando meglio la distribuzione degli studenti delle superiori, in aumento soprattutto nelle prime classi, c'e' da dire che la flessione di iscritti paventata mesi fa a danno degli istituti professionali (una presunta fuga dovuta all'ipotizzato passaggio dei professionali dallo Stato alle Regioni) e' stata minore del temuto (-1,1%). C'e' stata comunque una chiara inversione di tendenza rispetto agli anni scorsi, in cui si era registrato, a favore dei professionali, un costante incremento compreso tra il 4 e il 4,9% all'anno (v. TuttoscuolaNEWS n 32 del 10 gennaio 2002). I 22.670 studenti iscritti in piu' nelle prime classi delle superiori (http://www.tuttoscuola.com/ts_news_64-3.doc ) si sono distribuiti soprattutto nei licei scientifici (+ 10.340) e nei classici (+5.978), mentre gli istituti professionali, per la prima volta negli ultimi quattro anni, hanno avuto appunto un decremento di iscritti, pari a 1.706 unita' che, rispetto ai quasi 150 mila iscritti in prima dello scorso anno, rappresenta un calo dell'1,1%. I classici invece, che avevano fatto registrare una flessione negli anni scorsi, hanno avuto un balzo del 12,3% di iscritti in prima rispetto a quelli del 2001/2002. C'e' da precisare che i dati rilevati dal MIUR per il nuovo anno scolastico sono l'effetto delle iscrizioni di sette mesi fa, ben prima quindi del lancio delle sperimentazioni regionali sulla formazione e

istruzione professionale, sottoscritte da alcune Regioni con i

ministeri dell'istruzione e del lavoro.

 

4. La sperimentazione va, ma si' che va

Saranno circa 800 i plessi di scuola elementare e circa 500 quelli di scuola dell'infanzia che parteciperanno alla sperimentazione che partira' tra pochi giorni. Le classi o sezioni tra elementare e

materna interessate saranno circa 2.500, con il coinvolgimento

complessivamente di 6/7 mila docenti e oltre 50 mila bambini. Sono queste le prime stime che si possono fare in base al decreto ora all'esame del CNPI per il prescritto parere non vincolante.

Dopo il quasi veto del Consiglio dei ministri, il ministro

dell'Istruzione Moratti e' riuscita forse a portare a casa quel che voleva, piu' o meno (sia pure con il controllo del “tutor” Gianni Letta). Quando si comincio' a parlare dell'ipotesi sperimentale, al ministero si diceva che sarebbero bastate alcune centinaia di scuola aderenti alla sperimentazione per ritenersi soddisfatti.

Le due istituzioni scolastiche per provincia ammesse alla

sperimentazione, secondo quanto previsto dalla bozza di decreto presentato al CNPI, facevano pensare a poca cosa. In effetti pero' quelle piccole cifre vogliono dire che parteciperanno alla sperimentazione 200 direzioni didattiche (come ha chiarito il decreto, che ha quindi escluso gli istituti comprensivi, nei quali la presenza delle scuole elementari e' piu' diluita), circa 800 plessi di scuole elementari e circa 500 di scuole dell'infanzia (oltre a 20 scuole paritarie comprensive anch'essi di diversi plessi di scuole elementari e di scuole materne). Infatti ad ogni direzione didattica fanno capo scuole materne e scuole elementari per una media nazionale di 4 plessi di elementare e di 2,5 plessi di materna. Nel dettaglio, le sezioni di scuola statale dell'infanzia interessate dovrebbero essere circa 1.200/1.300 con il coinvolgimento di circa 2.600 insegnanti e quasi 30 mila bambini. Le classi elementari interessate (solamente le prime) dovrebbero essere circa 1.200 con il coinvolgimento di quasi 4.000 maestri e 25 mila alunni. Una quantita' complessiva ben superiore, dunque, a quella che si poteva stimare all'indomani del no del Consiglio dei ministri alla sperimentazione generalizzata (il ministro Giovanardi si era spinto a parlare di non piu' di 20 scuole sul territorio nazionale). Un test di tutto rispetto che dovrebbe servire a dare un carattere di maggiore scientificita' e attendibilita' alla sperimentazione, se gli Osservatori regionali e nazionali previsti dal decreto verranno tempestivamente costituiti per sostenere il progetto e, soprattutto, se essi lavoreranno bene in termini di monitoraggio e verifica dei processi di cambiamento e dei risultati dell'innovazione. Vedremo.

 

5. Non di soli anticipi vive la sperimentazione

Saranno probabilmente non piu' di tremila i bambini che riusciranno ad iscriversi in anticipo alla prima elementare, nell'ambito del progetto sperimentale del MIUR. Un dato che ridimensiona ulteriormente il peso di questa innovazione rispetto alle altre ben piu' corpose oggetto della sperimentazione. Il test sperimentale voluto dal ministro Moratti ha tenuto banco nei

dibattiti giornalistici ferragostani, mettendo sempre al centro

dell'attenzione gli anticipi di iscrizione alla scuola dell'infanzia e alla scuola elementare. In effetti pero' la portata del progetto proposto dal Miur e' ben altra, a leggerlo con attenzione, rispetto alla questione degli

anticipi: e' l'intero impianto della scuola primaria che cambia volto. Il ministero non ha perso tempo e, mentre il dibattito sul disegno di

legge delega per la riforma procedeva a rilento nelle aule

parlamentari, ha commissionato ad esperti del mondo scolastico ed

accademico, sotto la guida del prof. Giuseppe Bertagna, la

preparazione dei provvedimenti destinati a tradurre in pratica la legge, appena sara' approvata. La sperimentazione vuole quindi testare proprio questi provvedimenti

che contengono la modifica degli attuali ordinamenti e, in

particolare, dei contenuti e degli obiettivi di studio.

Anche sotto l'aspetto organizzativo non saranno poche le novita', a

cominciare, ad esempio per la scuola elementare, dal docente

prevalente-coordinatore e tutor per continuare con il team, il portfolio, i laboratori, l'inglese e l'informatica in prima classe, l'organizzazione oraria flessibile con facolta' di non organizzare i rientri pomeridiani. Di questo ed altro parla la Guida on line di Tuttoscuola presentata nella notizia successiva. E gli anticipi? Ridotti al lumicino. Solamente una direzione didattica su due per provincia potra' organizzarli. Visto che per questioni di spesa non potranno essere istituite nuove classi e nuove sezioni di materna, gli iscritti anticipati potranno solamente coprire i posti liberi fino al massimo di 25 alunni in prima elementare. Tradotto in soldoni vorra' dire che di iscritti in anticipo in prima elementare non potranno entrarne piu' di 2.500-3.000 (su circa 80 mila potenzialmente interessati, cioe' meno del 4%) in tutto il territorio nazionale, una sorta di numero chiuso. Genitori con figli nati nel primo bimestre del 97, e' aperta la corsa alle iscrizioni anticipate.

Ma attenzione, prima di muoversi bisogna aspettare che venga

ufficializzato sul sito del ministero dell'istruzione (

www.istruzione.it) l'elenco delle scuole autorizzate ad attivare la sperimentazione. E se la direzione didattica nel cui ambito di competenza abita la famiglia non e' nell'elenco, abbandonate ogni speranza di avvalervi dell'anticipo. Inutile dunque a quel punto

avviare una frenetica ricerca per individuare la scuola che

sperimenta.

 

6. Ecco la Guida alla sperimentazione nell'elementare

Come sara' la nuova scuola elementare che Parlamento e Governo stanno

disegnando? Quali novita' si sperimenteranno in questo anno

scolastico, oltre a quella dell'ingresso anticipato di due mesi, oggetto di tante discussioni ma tutto sommato marginale?

Cosa devono fare i genitori, i docenti, i dirigenti o gli

amministratori locali che saranno coinvolti nella sperimentazione? Sono domande alle quali tenta di rispondere una apposita Guida predisposta da Tuttoscuola. La “Guida alla sperimentazione 2002 nella scuola elementare” fornisce la chiavi di lettura del progetto nazionale della nuova scuola primaria, illustrando con chiarezza e sinteticamente i nuovi concetti (o le nuove accezioni) che si vuole introdurre: cosa fa il “docente prevalente”? Come cambia il lavoro in “team”? Quali nuovi servizi si puo' aspettare la famiglia? E poi: che si intende per “portfolio”? Come funzioneranno i “laboratori”? ecc. Ad ognuna di queste domande, e a molte altre, rispondono schede e tabelle estremamente chiare, tali che anche chi non e' un esperto della materia possa capire e farsi la propria idea; ma che non mancano di spiegare anche i risvolti piu' “tecnici” per chi e' chiamato ad applicare queste innovazioni (senza aver avuto, almeno al momento in

cui partira', alcun addestramento o preparazione). In allegato

l'indice (http://www.tuttoscuola.com/ts_news_64-4.doc ) della Guida. Aspettiamo ovviamente osservazioni da chi leggera' la guida, che verra' aggiornata on line e che si arricchira' di faq e altra documentazione.

Per saperne di piu' e consultare alcune parti della Guida:

http://www.tuttoscuola.com

 

7. Gli orari della nuova scuola elementare

La nuova scuola elementare che, a cominciare dalla prima classe, affronta quest'anno il test della sperimentazione, prevede nuovi orari per lo svolgimento delle lezioni. Saranno almeno 32 i modelli orari tra i quali dovranno districarsi, nei prossimi giorni, le scuole che aderiranno alla sperimentazione della scuola elementare. Lo ha calcolato Tuttoscuola, che pubblica l'intero sviluppo dei 32 modelli nella “Guida alla sperimentazione 2002” ( http://www.tuttoscuola.com ). Le quantita' di ore settimanali di lezione non cambiano: 27 ore a tempo normale e 40 a tempo pieno. Il decreto De Mauro, attuativo della legge di riforma dei cicli e ritirato dal ministro Moratti, prevedeva un tempo normale di 30 ore settimanali. Se, dunque, la quantita' oraria di lezione non viene modificata, la sua articolazione organizzativa invece cambia relativamente ai rientri pomeridiani. Rispetto all'ordinamento precedente, quando i rientri erano comunque obbligatori, essendo facolta' del consiglio di circolo deliberare solamente la loro quantita' (1, 2 o piu' in base alla situazione socio-economica delle famiglie e all'articolazione delle attivita' didattiche), la sperimentazione introduce ora un cambiamento radicale. I rientri al pomeriggio possono anche non essere effettuati. L'autonomia organizzativa delle istituzioni scolastiche e', in questo senso, completa ed esse possono organizzare l'orario settimanale in

modo flessibile, anche senza i rientri, annullando cosi' una

prescrizione introdotta dal 1990 e che aveva creato non pochi problemi

alle scuole, alle famiglie e ai comuni, soprattutto dell'area

meridionale.

Sembra di capire che nella scelta dell'organizzazione oraria delle lezioni le famiglie avranno un peso fondamentale, con facolta' di

pronunciarsi sulla quantita' di rientri pomeridiani desiderati

(compresa l'opzione “zero”) e sull'eventuale opzione della settimana corta, a proposito della quale e' opportuno che i consigli di circolo, di fronte ad una scelta di maggioranza, non costringano i genitori di

minoranza a subire la settimana corta, ma prevedano piuttosto

l'organizzazione di una scelta alternativa su altra classe.

 

8. Il team soppianta il modulo

Le disposizioni ministeriali parlano indifferentemente di “team” e di e'quipe pedagogica, ma non parlano piu' di modulo.

La formula organizzativa nata nel 1990 con la riforma degli

ordinamenti dell'elementare sembra destinata dunque ad andare in soffitta e a lasciare il posto ad un'altra modalita' di intervento collegiale, il team. Il modulo era organizzato normalmente sulle due classi in cui operavano i tre docenti. Con il docente prevalente che opera solamente in una classe il modulo si frantuma: due docenti diventano prevalenti su una classe e soltanto il terzo opera a scavalco sulle due classi. Programmazione e coordinamento settimanale non si faranno piu' per docenti di modulo, bensi' per docenti che operano nella stessa classe (cioe' nel team di classe), su coordinamento del docente prevalente. Nasce il problema dell'orario di programmazione del docente a scavalco che dovra' operare per due ore alla settimana (su ogni classe o meta' e meta'?). Del team faranno parte i docenti specialisti di inglese (a proposito, che ne sara' del pluralismo linguistico?) e di religione cattolica (sembra che entrambi questi insegnamenti siano affidati solamente a specialisti esterni) e anche quelli che operano su laboratori di rete provenienti da altre scuole. Sara' anche diverso il carico di responsabilita' e di impegno del docente prevalente-coordinatore-tutor: come gli sara' riconosciuto il nuovo onere di lavoro e la maggiore responsabilita'? Per il momento possono supplire i compensi accessori del fondo di istituto (la Guida approfondisce questo tema, anche in relazione al ruolo delle RSU http://www.tuttoscuola.com ), ma presto il contratto dovra' affrontare il problema sia per l'aspetto giuridico che per quello retributivo.

 

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9. La vicenda infinita dei punteggi delle graduatorie

Quando tutto faceva pensare che i ritocchi alle graduatorie ordinate dalla sentenza del Tar del Lazio del maggio scorso bastassero a garantire la regolarita' d'avvio dell'anno scolastico, ci si e' messa di mezzo un'altra sentenza, anzi due: quella del Tar dell'Umbria e nuovamente un'altra del Tar del Lazio. E pensare che il ministero dell'Istruzione, forse per evitare il prolungarsi dei tempi, aveva rinunciato ad impugnare la prima sentenza del Lazio, con una valutazione di opportunita' politica piu' che di merito. Aveva potuto cosi' annunciare che ai primi di agosto erano gia' state effettuate nomine di supplenza annua in quantita' superiore all'80%. Ma non e' bastato. Sono arrivate queste nuove sentenze, l'ultima delle quali ha annullato la circolare applicativa del Ministero in quanto non interprete dell'esatta volonta' del TAR. Un nuovo stop, si dice al ministero, dagli effetti molto contenuti, quasi irrilevanti. Ma.. Prevedibili le proteste dei precari Sissini nuovamente colpiti dalle sentenze; e non puo' non essere rilevata, tra le loro considerazioni, la perplessita' (per non dire la riserva) sul fatto che in merito all'intero contenzioso i giudici sembrano aver operato piu' con considerazioni di merito e di opportunita' anziche' di legittimita'. Cosa succedera' adesso? Il ministero ha chiesto all'Avvocatura dello Stato di proporre con urgenza ricorso al Consiglio di Stato, chiedendo la sospensione dell'esecutivita' della sentenza del Tar. La risposta del Consiglio di Stato difficilmente arrivera' nei prossimi giorni, ci vorra' almeno un mese. Nel frattempo, quali scenari alternativi si possono immaginare? Se il Consiglio di Stato accordera' la sospensiva, le nomine non si toccano e il problema e' superato, almeno per questo anno scolastico. Secondo scenario: non viene concessa la sospensiva. Siamo – con tutta probabilita' – a fine settembre, e comunque ad anno iniziato. O il ministero cede e rettifica le graduatorie, generando un “carosello” di insegnanti (un passo indietro rispetto al risultato perseguito con successo l'anno scorso), o, se non lo vuol fare e intende confermare l'orientamento di non dare esecuzione alla sentenza, dovra' scattare un provvedimento straordinario di urgenza per garantire la regolarita' delle nomune disposte. Un decreto legge, insomma, che il ministro dovrebbe chiedere al governo per legittimare la decisione assunta.

 

10. Arrivano i revisori

Da settembre saranno operativi i revisori dei conti per le istituzioni scolastiche autonome. Il via libera, dopo mesi di chiarimenti amministrativi e operativi, e' venuto dal ministro dell'istruzione che nei giorni scorsi ha diramato ai direttori generali regionali disposizioni in materia ed elenchi dei revisori abilitati alla funzione di controllo amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche. L'avvio dell'attivita' di revisione era prevista dal 1° gennaio scorso, ma una serie di problemi ne aveva rinviato l'attuazione che avviene soltanto ora in coincidenza con l'avvio del nuovo anno scolastico, prevedendo tuttavia l'estensione dell'azione di controllo agli atti di programma (bilancio) di tutto il presente esercizio 2002. Per ogni istituzione scolastica il direttore generale regionale dovra' ora nominare un collegio composto di tre revisori con il compito di vigilare sulla legittimita', regolarita' e correttezza dell'azione amministrativa, verificando la regolarita' delle scritture contabili e la coerenza dell'impiego delle risorse finanziarie. Per gli istituti tecnici, professionali e di istruzione artistica – gia' dotati di personalita' giuridica da tempo – il controllo dei revisori non e' una novita', mentre per tutti gli altri, soprattutto della fascia dell'obbligo, i controllori esterni di bilancio possono costituire motivo di ansia e preoccupazione.

 

11. Spoils system: Frattini rovina le vacanze ai dirigenti

Le dichiarazioni del ministro Frattini sulla probabile consistenza

delle “bocciature” (15%) che colpiranno i dirigenti

dell'Amministrazione (quelli scolastici sono stati esplicitamente

esclusi) hanno reso inquiete le vacanze di molti degli interessati. La legge di riforma della dirigenza pubblica, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 172 del 24 luglio 2002, e' entrata in vigore l'8 agosto, e da quella data decorrono i 60 giorni per la conferma dei dirigenti di prima fascia, e i 90 giorni per l'eventuale destinazione ad altro incarico di quelli di seconda fascia. Tra ottobre e novembre, in pratica, si sapra' se, quanti e quali dirigenti dovranno lasciare il posto attualmente occupato. Il meccanismo messo in opera dalla legge Frattini e' particolarmente

incisivo soprattutto per i dirigenti di prima fascia (capi

dipartimento e direttori generali: 30 in tutto nel settore

dell'istruzione), che in passato erano quasi inamovibili. Fece

scalpore, a suo tempo, l'operazione di rotazione di tutti i direttori

generali, tranne uno, fatta dal neoministro Luigi Berlinguer

all'inizio del suo mandato. Nessuno, tuttavia, fu licenziato o confinato ad “incarichi di studio”, cosa che questa volta potrebbe

invece accadere. Peraltro due teste pesanti, quelle dei capi

dipartimento, sono gia' state fatte cadere senza tanti complimenti dopo l'insediamento del ministro Moratti.

Per i dirigenti di seconda fascia si trattera' invece, salvo

eccezioni, di qualcosa di piu' “soft” che si colleghera'

principalmente alla valutazione della capacita' di ciascun dirigente da parte dei decisori politici. Infatti, la legge Frattini riserva un ruolo determinante alla valutazione “esterna” dei politici (ministro e sottosegretari), che secondo quanto annunciato dallo stesso Frattini dovrebbe essere basata sul merito. Peraltro e' difficile pensare che le unita' dirigenziali strategiche (formazione, relazioni sindacali, stato giuridico del personale, dirigenza scolastica) non vengano affidate a dirigenti ritenuti omogenei all'area politica del Governo. In generale, la difficolta' non sta tanto nell'usare la tagliola, quanto nell'assicurarsi poi professionalita' all'altezza.

 

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