Obbligo scolastico fino a 15 anni. Ma solo sulla carta.
Almeno è ciò che accade nel
comprensorio Adrano-Biancavilla.
Secondo i dati dei vari istituti di
istruzione secondaria, le bocciature
e gli abbandoni degli alunni al
primo anno superiore raggiungono,
nei due centri etnei, percentuali
preoccupanti.
Il quadro statistico, riferito ai
licei classico, scientifico,
socio-psicopedagogico e agli
istituti tecnici turistico,
commerciale e per geometri,
evidenzia una media del 36% di
studenti che, dopo la scuola media,
al primo anno, risulta "non
promosso" oppure si ritira. Una
percentuale che supera addirittura
il 50% all'Istituto per geometri
"Pietro Branchina", dove su 61
alunni delle prime classi dell'anno
scolastico 2005-06, ben 31 non sono
riusciti ad accedere al secondo
anno. Al Commerciale, il dato è del
42% (48 bocciati o ritirati su una
popolazione di 115 alunni iscritta
alle prime classi), al Turistico è
del 39% (67 insuccessi su 173
studenti), al liceo
Socio-psicopedagogico di Biancavilla
si attesta anche al 39% (27 alunne
su 79), al Classico è del 27% (20 su
74) e allo Scientifico è del 17,5%
(32 su 183). Le percentuali
complessive (oltre il primo anno)
sui bocciati si attestano a valori
che "rientrano" nella media, anche
se variano da istituto ad istituto.
I più "bravi" si trovano al liceo
classico, che vanta oltre il 90% di
promossi. A seguire, lo Scientifico
con l'86%, il Turistico con l'83%,
il Socio-psicopedagogico con il 78%,
il Commerciale con il 72% e
l'istituto per Geometri con il 71%.
L'ostacolo rimane quindi il primo
anno di Superiore o, per meglio
dire, quel passaggio, tutt'altro che
semplice, dalla scuola media
inferiore a quella successiva. Un
passaggio particolarmente delicato,
ma non seguito a dovere. Commenta
Salvuccio Furnari, pedagogista e
assessore alle Politiche scolastiche
di Biancavilla: "Si tratta di una
fase intermedia, in cui purtroppo
non c'è alcuna agenzia educativa che
segua in modo adeguato i nostri
ragazzi. Se a monte c'è un nucleo
familiare strutturato con buone
condizioni socio-culturali, allora
l'alunno è indirizzato ad una scelta
consapevole e responsabile. Se non
c'è questa base, i ragazzi sono
spesso allo sbando e più portati
all'insuccesso formativo. Ecco
perché - continua Furnari - è
necessario incrementare l'opera di
orientamento fin dalle Medie
inferiori. Ma è chiaro che ci vuole
una riforma scolastica complessiva
che preveda anche una formazione al
lavoro e non obblighi i ragazzi a
scelte "culturalmente alte" a tutti
i costi".
Vittorio Fiorenza (da La Sicilia)