Le piaghe della scuola . ADRANO-BIANCAVILLA. Troppe bocciature e abbandoni: all'Itg il 50% non è passato al 2° anno   
Data: Giovedì, 17 agosto 2006 ore 18:03:26 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Obbligo scolastico fino a 15 anni. Ma solo sulla carta. Almeno è ciò che accade nel comprensorio Adrano-Biancavilla. Secondo i dati dei vari istituti di istruzione secondaria, le bocciature e gli abbandoni degli alunni al primo anno superiore raggiungono, nei due centri etnei, percentuali preoccupanti.
Il quadro statistico, riferito ai licei classico, scientifico, socio-psicopedagogico e agli istituti tecnici turistico, commerciale e per geometri, evidenzia una media del 36% di studenti che, dopo la scuola media, al primo anno, risulta "non promosso" oppure si ritira. Una percentuale che supera addirittura il 50% all'Istituto per geometri "Pietro Branchina", dove su 61 alunni delle prime classi dell'anno scolastico 2005-06, ben 31 non sono riusciti ad accedere al secondo anno. Al Commerciale, il dato è del 42% (48 bocciati o ritirati su una popolazione di 115 alunni iscritta alle prime classi), al Turistico è del 39% (67 insuccessi su 173 studenti), al liceo Socio-psicopedagogico di Biancavilla si attesta anche al 39% (27 alunne su 79), al Classico è del 27% (20 su 74) e allo Scientifico è del 17,5% (32 su 183). Le percentuali complessive (oltre il primo anno) sui bocciati si attestano a valori che "rientrano" nella media, anche se variano da istituto ad istituto.
I più "bravi" si trovano al liceo classico, che vanta oltre il 90% di promossi. A seguire, lo Scientifico con l'86%, il Turistico con l'83%, il Socio-psicopedagogico con il 78%, il Commerciale con il 72% e l'istituto per Geometri con il 71%.
L'ostacolo rimane quindi il primo anno di Superiore o, per meglio dire, quel passaggio, tutt'altro che semplice, dalla scuola media inferiore a quella successiva. Un passaggio particolarmente delicato, ma non seguito a dovere. Commenta Salvuccio Furnari, pedagogista e assessore alle Politiche scolastiche di Biancavilla: "Si tratta di una fase intermedia, in cui purtroppo non c'è alcuna agenzia educativa che segua in modo adeguato i nostri ragazzi. Se a monte c'è un nucleo familiare strutturato con buone condizioni socio-culturali, allora l'alunno è indirizzato ad una scelta consapevole e responsabile. Se non c'è questa base, i ragazzi sono spesso allo sbando e più portati all'insuccesso formativo. Ecco perché - continua Furnari - è necessario incrementare l'opera di orientamento fin dalle Medie inferiori. Ma è chiaro che ci vuole una riforma scolastica complessiva che preveda anche una formazione al lavoro e non obblighi i ragazzi a scelte "culturalmente alte" a tutti i costi".
Vittorio Fiorenza (da La Sicilia)






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