PERCHE' SI DICE ''MUTANDE'' E NON ''MUTANDA''?!
Data: Marted́, 08 agosto 2006 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Come mai in quasi tutti gli articoli e libri il termine "mutanda" viene usato al plurale pur essendo riferito ad un singolo essere? Esempio: mi sono tolto le mutande, togliti le mutandine, si tolse le mutandine ecc. Credo si dovrebbe usare "la mutanda" o "lo slip" invece del plurale. Bruno Novelli

È vero che nell'italiano contemporaneo, parlato e soprattutto scritto, mutande è molto più diffuso della forma al singolare mutanda, che sembra caratterizzarsi come tipica del parlato e dello scritto soltanto di livello colloquiale e popolare, oppure adibita a usi ironici: va di moda, tra i più giovani, la mutanda bassa; er Mutanda è stato definito scherzosamente un partecipante al reality show televisivo L'isola dei famosi, Antonio Zequila, che usava girarsene indossando un costume da bagno molto simile all'indumento intimo. Anche a volersi basare in modo puramente indicativo sui risultati del "cerca" di Google, si vedrà che mutanda registra 248.000 occorrenze, mutande 2.010.000; il rapporto tra il singolare e il plurale è di circa 1 a 8.

Altrettanto vero è che le mutande sono costituite da un unico pezzo. Logica vorrebbe che si declinasse il singolo pezzo unico al singolare. Però la lingua non funziona secondo criteri di ordine logico o matematico, più forti possono essere le ragioni storico-linguistiche. È ciò che succede nel caso di mutande, poiché, come ci avverte il Vocabolario Treccani, «originariamente in forma di calzoni lunghi, e indossate solo dagli uomini, divennero di uso generale nel secolo 19°, accorciandosi sempre più fino a raggiungere le ridotte, e talvolta ridottissime, misure attuali». Insomma, il plurale è figlio di una consuetudine secolare (la prima attestazione di mutande in italiano risale al 14° secolo) di "vedere e pensare" l'indumento come fosse un paio di calzoni "intimi", costituito quindi di due elementi distinti che si riuniscono sopra le gambe. Altri indumenti costituiti da elementi percettibili come distinti ma riuniti in un unico capo, come i calzoni (o pantaloni), vengono in effetti declinati anche al singolare, «specialmente nel linguaggio delle sartorie», come si scrive nel Dizionario italiano ragionato, diretto da Angelo Gianni (costa molto, ma è un bel calzone, con riferimento all'intero capo; ti sei macchiato sul pantalone, indicando uno solo dei due elementi del capo).
Mutandine, essendo lessicalizzazione di una forma alterata di mutande, ne segue le sorti. In particolare, mutandine designa sia le mutande femminili, sia il costume da bagno maschile, quello di bambini e bambine e anche la parte inferiore del costume da bagno femminile a due pezzi. Slip, un francesismo  novecentesco (1935) che a sua volta deriva dall'inglese to slip 'scivolare', significa propriamente 'mutandine molto corte, maschili o femminili, anche da bagno' ed è sinonimo di mutande nel caso in cui l'oggetto designato sia effettivamente di ridotte dimensioni. Notava nel 1964 la studiosa Nora Galli de' Paratesi (nel celebre Le brutte parole. Semantica dell'eufemismo) che sulla stampa e nella lingua italiana del tempo slip veniva usato anche come sostitutivo eufemistico di mutande. Oggi crediamo che la fortuna di slip abbia poco a che vedere con un senso del pudore i cui canoni sembrano largamente mutati.






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