NUOVO ESAME DI STATO: E SE LA SINISTRA AVESSE QUALCOSA DA FARSI PERDONARE?
Data: Luned́, 07 agosto 2006 ore 00:29:07 CEST
Argomento: Opinioni


NUOVO ESAME DI STATO: E SE LA SINISTRA AVESSE QUALCOSA DA FARSI PERDONARE?



E’ di questi giorni la piacevole (possiamo dirlo a gran voce) notizia della riforma degli esami di stato voluta dal ministro Fioroni già a partire dal prossimo anno scolastico. Salienti, nonchè benvenuti saranno i cambiamenti tanto auspicati da più parti nel mondo della scuola: non più solo commissari tutti interni (voluti da Letizia Moratti e Tremonti per ragioni economiche!), ma tre interni e tre esterni; non più ammissione automatica, ma possibilità di non ammissione in presenza di debiti non colmati nelle varie discipline; rivalutazione del credito formativo, cioè il profitto del triennio., il cui peso Nel punteggio finale sale da 20 a 30 centesimi a scapito dell’orale, che scende da 35 a 25.
Finalmente un esame che, nelle sue iniziali buone intenzioni, recupera  serietà, evitando di essere, come accadeva da qualche anno a questa parte, un’inutile ripetizione delle interrogazioni fatte durante l’anno con una serie di inutili tesine scopiazzate qua e là da Internet e propinate poi agli increduli esaminatori.
Per non parlare del fatto che con la presenza dei commissari esterni ci sarà anche un pizzico, anche se solo un pizzico, di controllo delle attività e della preparazione data dai singoli docenti ai loro alunni; e anche questo non guasterà.
Bravo il centro sinistra, ci verrebbe da dire. Poi ci fermiamo un attimo, la nostra riflessione si fa più attenta, la nostra memoria ricostruisce per un attimo la storia del fatidico esame ed eccoli lì i dati: fu dopo il 1968, cioè dopo la lotta serrata per una effettiva democratizzazione della scuola, il decreto legge 15 febbraio 1969 cambiò, in corso d’anno e con grande sollievo degli esaminandi di quell’annata, il programma (che fu riportato a quello dell’ultimo anno) e ridusse da tutte a due (!) le prove scritte (di cui una era sempre italiano) e a una orale centrata non più su tutte, ma solo su due (!) discipline, da scegliersi in una rosa di quattro definita dal ministero, una a scelta del candidato e una a scelta della commissione (anche se presto si istaurò la prassi di far scegliere entrambe al candidato). Per la prova di italiano inoltre il candidato poteva scegliere in una rosa di quattro temi.
Ecco dunque dove è nato quell’ esame troppo facile e dequalificante, che doveva essere sperimentale e provvisorio… ma rimase in vigore per ben 29 anni! E infatti nel 1970/71 la percentuale dei promossi salì di colpo dal 71% degli anni cinquanta e sessanta addirittura al 90,6%…fino a raggiungere la quasi totalità dei promossi dell’ultimo recente esame!
Insomma adesso l’abbiamo davvero capito tutti, destra e (in particolare) sinistra, conservatori e (in particolare) barricaderi : scuola per tutti non vuol dire promozione per tutti…Meglio tardi che mai.

SILVANA LA PORTA









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