Roma.
Arrivano i nuovi esami di maturità, con il
ritorno ai commissari esterni e al giudizio di ammissione, con un maggiore
rigore contro i cosiddetti «diplomifici», con incentivi e borse di studio per
premiare l'eccellenza, e soprattutto con un diverso, e più stretto, rapporto con
l'università.
Una proposta di disegno di legge che il ministro per la Pubblica Istruzione,
Giuseppe Fioroni, ha presentato al consiglio dei ministri che l'ha approvata,
aprendo ora il percorso dell'esame in Parlamento, chiamato ad approvare il testo
della nuova legge in tempo utile per dare certezze a docenti e studenti.
Positivi i commenti delle associazioni degli studenti, anche di quelli
universitari, dei genitori e dei docenti. I commenti positivi parlano di una
«riforma necessaria e giusta», di una «restituzione di serietà all'esame» al
quale è stato ridato «valore legale», di una «inversione di rotta». Positivi
anche i commenti sul fondo di 5 milioni di euro per premiare l'«eccellenza»:
«bene il principio meritocratico», «una scuola che premia il merito», sono state
le reazioni. Anche se c'è chi già prevede che in commissione parlamentare si
possa «migliorare» il testo, in particolare per quanto riguarda i cosiddetti
privatisti.
Intanto, il ministro Fioroni ha precisato che il nuovo esame di maturità entrerà
in vigore subito, già a partire dall'anno scolastico 2006/2007, non appena il
Parlamento avrà approvato la legge. Il titolare di Viale Trastevere, infatti, ha
spiegato che solo in relazione alle novità riguardanti il credito scolastico e
il superamento certificato dei debiti, la riforma entrerà a regime tra tre anni.
Questo perché si inizierà con le nuove regole a partire dall'anno scolastico
2006/2007 con gli alunni del terz'ultimo anno. In pratica, il ripristino del
giudizio di ammissione agli esami sarà valido per tutti già a partire dall'anno
in corso, ma per quanto riguarda la certificazione del superamento dei debiti
formativi, si arriverà a regime tra tre anni.
«Il piano dei debiti e dei crediti - ha spiegato Fioroni - è un piano triennale,
e non è possibile cambiare le regole all'ultimo anno. Così a partire dagli
studenti del terz'ultimo anno, il superamento dei debiti diventa determinante,
perché altrimenti non c'è l'ammissione agli esami di maturità. Anche perché
quelli che hanno già fatto il terzo e quarto anno, hanno seguito una normativa
diversa. Anche perché così gli studenti sapranno da subito come funzionerà
l'esame, non come succedeva prima».
Sui nuovi rapporti tra scuola e università è intervenuto anche il ministro
dell'università e ricerca, Fabio Mussi: «Guai se vivono separate...». Il
provvedimento prevede anche una delega al governo che consentirà di realizzare
appositi percorsi di orientamento per gli studenti liceali, di potenziare il
raccordo scuola-università, di valorizzare i risultati degli esami degli
studenti, anche in riferimenti ai corsi universitari a numero chiuso. Mussi ha
spiegato che l'impegno del governo è a «combattere la disegualianza, perchè
tutti devono avere il diritto di studiare, e secondo premiare il merito», anche
tenendo conto delle realtà internazionali. (da La Sicilia)