QUANDO I SUPPLENTI...NON SI TROVANO
Data: Venerd́, 04 agosto 2006 ore 00:21:06 CEST
Argomento: Opinioni


Il delirio quotidiano delle “supplenze brevi”

 di Gianni Gandola

 Ore 7,30 di un mattino di un giorno feriale, in una scuola elementare di Milano. Cominciano ad arrivare a scuola le telefonate dei docenti che per un motivo (salute) o per l’altro comunicano che non potranno prendere servizio. Si tratta di assenze di qualche giorno, o di qualche settimana, quindi di “supplenze brevi”.
 Non sono possibili sostituzioni interne con il personale docente presente a scuola, poiché non vi sono sufficienti ore di disponibilità per la copertura dell’orario. E’ il classico caso in cui si rende necessario ricorrere al conferimento di una supplenza breve al “personale docente a tempo determinato”. L’assistente amministrativo della scuola prende la graduatoria di circolo dei supplenti. Si tratta della graduatoria della cosiddetta “terza fascia”. La prima fascia e la seconda sono già esaurite, quanto a disponibilità. La graduatoria di terza fascia comprende oltre 700 nominativi di insegnanti supplenti, residenti in ogni parte d’Italia, in particolare al Sud. Ciascuno di essi ha fatto domanda in altri 29 istituti. Sono le 8 circa. L’assistente amministrativo incaricato comincia ad effettuare le telefonate di chiamata alla ricerca di un supplente disponibile. Molti sono già impegnati. Diversi rinunciano, non accettano la supplenza. Qualcuno non risponde. In alcuni casi risponde un parente, che non sa. E così passa il tempo. Arriviamo alle 10 del mattino (se va bene) e finalmente, dopo innumerevoli telefonate, si trova un supplente disponibile. Risiede a Catanzaro e potrà assumere servizio soltanto uno o due giorni dopo. Peccato che la supplenza decorreva dalle 8,30 del giorno stesso. Occorrerà dividere la classe dell’insegnante assente, almeno per quel lasso di tempo, e ripartire i bambini in altre classi, provvisoriamente. Alla faccia della qualità e della continuità del servizio agli alunni.Così succede, piu’ o meno, pressoché tutti i giorni dell’anno scolastico. Il personale di segreteria delle scuole passa il tempo alla ricerca dei supplenti, con grande dispendio di energie e di soldi (i costi delle telefonate, quasi sempre su cellulari).Perché succede tutto questo? Perché questo delirio quotidiano e questo assurdo aggravio di lavoro nelle segreterie delle scuole? La causa principale, la “madre di tutte le guerre” sta nel meccanismo di conferimento delle supplenze, nel Regolamento attualmente in vigore.Una volta le graduatorie di Circolo comprendevano trenta-quaranta nominativi di supplenti. Ciascuno di essi poteva far domanda soltanto in due Circoli diversi e inoltre doveva esser domiciliato nel territorio della provincia di elezione. Inoltre non si poteva rinunciare alla supplenza se non per giustificati motivi. Ora il vincolo della residenza non sussiste piu’ e ciascun supplente puo’ far domanda e rientrare nelle graduatorie di ben 30 diversi istituti. Per di piu’ è possibile non accettare la supplenza se non è particolarmente gradita.In questo modo è praticamente impossibile sapere in anticipo chi è già impegnato e chi no. Chi non accetta la supplenza o l’eventuale proroga della stessa non è passibile di sanzioni. E così è inevitabile continuare ad chiamare fino a trovare un supplente disponibile, scorrendo graduatorie ed elenchi folti di nominativi ed effettuando telefonate in ogni parte d’Italia.In tutto questo c’è qualcosa che non va, alla radice. Fino a quando andrà avanti questo delirio organizzato? Fino a quando non ci si deciderà a porre rimedio a questo meccanismo farraginoso e inefficiente che crea enormi disagi al servizio scolastico e non tutela fino in fondo, a ben vedere, neppure gli interessi legittimi dei docenti precari?In tutto questo bailamme è fin troppo chiaro che la continuità didattica, il diritto dell’alunno alla prestazione ha un valore del tutto residuale. Invece di essere il primo, è l’ultimo dei problemi. E nessuno, né l’Amministrazione né i sindacati, fa nulla (sul serio) per cambiare questo stato di cose.

Nota: www.scuolaoggi.org 3 agosto 2006






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