LE DONNE DELLA SCUOLA SONO STATE DECISIVE PER L'UNIONE MA...
Data: Marted́, 01 agosto 2006 ore 00:43:06 CEST
Argomento: Opinioni


Le donne della scuola e l’Unione

Nel giorno in cui è stato pubblicato sulla stampa il quadro completo delle presidenze delle Commissioni parlamentari permanenti, sono state anche rese note alcune anticipazioni di una indagine assai ampia sul lavoro in Italia, promossa per i 100 anni della Cgil. Si tratta di una ricerca elaborata dalla Swg con l’Ires-Cgil e la collaborazione dell’Istituto Cattaneo, le cui anticipazioni rivelano in che modo i vari “mestieri” hanno votato alle ultime elezioni politiche per la Camera. Risulta che il voto più favorevole all’Unione, rispetto al Centrodestra, è stato quello degli insegnanti: non c’è area del Paese che non veda gli insegnanti di gran lunga in testa rispetto alle altre categorie sociali (imprenditori, commercianti, operai, disoccupati, casalinghe, studenti ecc.) nel consenso all’Unione; un dato ovunque ricorrente, dal Nord (54,80% vs 27,00%) al Centro Nord (61,60% vs 19,80%), dal Centro Sud (54,70% vs 29,50%) al Sud (54,30% vs 25,30%). Dunque, è stato un consenso massiccio dato dalla scuola all’Unione, peraltro non scontato visto che, secondo i ricercatori, si è trattato di un “ritorno” rispetto alle elezioni del 2001. A tali considerazioni bisognerebbe aggiungere che è stato un voto colto, stante il fatto che quasi tutti gli insegnanti sono laureati; e anche un voto in larga misura dato da donne, vista la massiccia prevalenza femminile nella scuola.
Oggi, senza considerare le massime cariche istituzionali del Paese, allo sconcerto per la scarsa presenza di donne nel governo, si può ben aggiungere quello relativo al numero di donne chiamate a presiedere le Commissioni parlamentari, appena 4 su 28!
Qui il discorso si incrocia con quello della scuola, pressoché ignorata e alquanto delusa dalle scelte iniziali della nuova maggioranza: dopo un ministro “non addetto ai lavori” c’erano da attendersi per le Commissioni risposte nel senso della competenza personale più che degli equilibri politici…
Tuttavia, fino a prova contraria, corre l’obbligo di nutrire fiducia nelle persone investite nei vari incarichi parlamentari e di governo. Ma corre anche l’obbligo di non (far) dimenticare quanto la scuola e, in particolare, le donne della scuola siano state decisive per la vittoria dell’Unione.

                                                                                                                






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