MA QUANTO C'ERA DI BUONO NEL PORTFOLIO?
Data: Domenica, 23 luglio 2006 ore 01:16:50 CEST
Argomento: Opinioni


da Corriere della Sera
Venerdì, 21 Luglio 2006

È difficile contentarsi del pezzo di carta per ...

È difficile contentarsi del pezzo di carta per quel venti per cento (scarso) di ragazzi che ha ottenuto buoni voti (tra 91 e 100) nel diploma di maturità appena conquistato, in una prova che anche quest’anno è stata assai generosa (96,5% dei promossi). Tanta fatica, chi e come la premia? Mentre la nuova maggioranza abolisce (o sospende?) il «port-folio» creato dalla Riforma Moratti, gli esperti governativi sono al lavoro per definire diversi strumenti che documentino e gratifichino i personali meriti dei risultati scolastici. Servono formule realistiche e snelle che siano allo stesso tempo di stimolo e di gratificazione. Ancora poche settimane fa il Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi ricordava che non c’è crescita per il Paese senza premio per il merito di studenti e professori. Purché si trovino i mezzi finanziari: la scuola va in vacanza con il portafoglio vuoto, non solo metaforicamente. Deve essere trovata una coerente alternativa al passaporto (detto port-folio) che sembrava destinato ad accompagnare un ragazzo nel suo intero percorso scolastico. Si trattava, e l’esigenza non è cancellata dal cambio di maggioranza, di aiutare docenti e famiglie a conservare dettagliata memoria di una esperienza, che non è riassumibile nella rigida matematica dei voti e nel formalismo dei giudizi.
Fra le perplessità e le resistenze al «port-folio» si sono fatti spazio anche motivi ostativi di «privacy», parola magica nella terra più chiacchierona e intercettata del mondo. Qualcosa di serio nella prudenza c’è: non è mai avventata l’attenzione per evitare ogni procedura che può lasciare involontari stigmi a svantaggio di ragazzi meno dotati oppure assillati da non felici esperienze di vita. Di ciò nei fascicoli personali potrebbero rimanere tracce. L’idea di una carriera scolastica documentata non va comunque abbandonata, sulla linea della Riforma in questo campo si muove tutta l’Europa, recentemente anche la Spagna: in questo quadro si potrebbe inserire anche un meccanismo di premi per il merito, oggi allo studio del governo.
Recepire il lato curricolare dell’ex port-folio e allo stesso tempo tesaurizzare il merito anche in una prospettiva di premio prima capitalizzabile e poi spendibile nel futuro del giovane: va incoraggiata questa intuizione del ministro Fioroni. Un piano di accumulo anche finanziario dei meriti consentirebbe di superare il carattere assistenzialistico ed elitario delle vecchie borse di studio per aprire una prospettiva di investimenti massicci in capitale umano. Altri paesi hanno sperimentato la formula di una mercede differita, riscuotibile nelle fasi di uscita dall’adolescenza, a metà strada fra la struttura previdenziale e quella del libretto di risparmio. Il portafoglio ideale dello studente meritevole si potrebbe riempire di obbligazioni non teoriche della comunità nei suoi confronti. In tempi di bilanci magri ogni ipotesi di nuova spesa si scontra controtendenza con i progetti di tagli. Ma unisce maggioranza attuale e opposizione la certezza che non ci può essere rilancio senza coinvolgere le nuove generazioni, che vanno motivate nello sforzo di arricchire le proprie competenze. Faccio solo un esempio: il dramma degli studenti universitari pendolari che in grandi città come Roma e Milano pagano 200 euro al mese non per una camera ma per un posto letto. È assurdo ipotizzare punti «abitativi» spendibili dopo il passaggio dalla scuola agli atenei? So che Fioroni lavora a ipotesi non lontane da questa.







Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-4913.html