Scuola: Moratti bocciata dal suo stesso esecutivo, slitta la riforma
Data: Sabato, 03 agosto 2002 ore 13:43:23 CEST
Argomento: Attività parlamentare


Scontro a Palazzo Chigi sul progetto per materne ed elementari. Il ministro incontra Berlusconi per un chiarimento  Il governo le nega la sperimentazione a settembre Ad adottare il nuovo modello scolastico saranno solo pochi istituti in tutta Italia

ROMA - Giornata nera, ieri, per il ministro Moratti: la riforma slitta, la sperimentazione salta e la scuola a settembre inizierà così come si era conclusa, senza esperimenti e novità. Il Consiglio dei ministri non ha dato il via libera alla richiesta fatta dal ministro dell´Istruzione di poter anticipare alcuni contenuti della riforma, senza aspettare l´iter parlamentare. Sulla questione c´è stato scontro proprio alla fine del Consiglio dei ministri, una "bagarre" che ha visto contrapposti Letizia Moratti e diversi ministri, tra cui, Gianfranco Fini, Giulio Tremonti, Carlo Giovanardi e Giuliano Urbani. La riforma, si è deciso, verrà sperimentata solo in poche realtà e, soprattutto, non ci sarà la possibilità per tutte le scuole di anticipare l´età di ingresso alle elementari.
Il progetto della Moratti, che aveva già trovato ostile e preoccupato il mondo della scuola, ha ricevuto un no anche dal governo. Un rifiuto difficile da accettare per il ministro che ancora non è riuscita ad "incassare" nessun risultato, un no che peserà sul futuro tanto che nel pomeriggio di ieri Berlusconi e la Moratti hanno avuto un incontro per un chiarimento.
Concluso il Consiglio dei ministri, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi ha sentito il dovere di commentare: «Per via amministrativa si può proporre un test, nulla di più, non è possibile anticipare la riforma scolastica senza il consenso del Parlamento, attraverso anticipazioni di parti importanti della stessa esclusivamente con atti ministeriali». Risposta negativa dunque alla "fretta" della Moratti.
In serata è arrivato anche un comunicato da Palazzo Chigi che dovrebbe ricucire ma risulta gelido: «Il ministro dell´Istruzione, Letizia Moratti - si legge - ha riferito nel Consiglio dei ministri sulla proposta di una sperimentazione scolastica. Il Consiglio dei ministri, dopo un´ampia discussione, le ha dato mandato di sottoporre alla Presidenza del Consiglio una proposta per una sperimentazione limitata e contenuta soltanto a qualche unità, geograficamente distribuita, che possa costituire un test utile ai fini della riforma».
Così, alla fine della discussione, è passata l´ipotesi che la sperimentazione della riforma sarà limitata a pochi istituti, individuati a campione tra nord, centro e sud.
L´opposizione commenta: «Dopo il fallimento dei suoi progetti di riforma il ministro ha ottenuto un contentino, una manciata di scuole», ha detto la senatrice Albertina Soliani capogruppo della Margherita alla Commissione istruzione. E Maria Chiara Acciarini dei Ds: «Non appare chiaro con quali risorse finanziarie sarà fatta la sperimentazione, tanto che il ministro non immette in ruolo gli insegnanti e continua con i tagli». Intanto rimangono i problemi di sempre. La Cgil-scuola protesta, le nomine dei supplenti sono in forte ritardo. «I ritardi nelle nomine, la maggior parte delle quali avrebbe dovuto essere conclusa entro la fine di luglio, sono addebitabili esclusivamente alle scelte politiche come, ad esempio, le modifiche dei punteggi».
MARINA CAVALLIERI
da Repubblica Sabato, 3 Agosto 2002

La posizione dell'ANCI, l'associazione dei Comuni e delle Provincie coinvolte nella sperimentazione.
In presenza di un ormai certo rinvio a settembre della discussione parlamentare sulla riforma Moratti, il Miur sta preparando i decreti per rendere applicabile, già dall’anno scolastico 2002/2003, i contenuti della riforma ed ha ritenuto utile informare l’Anci della richiesta di sperimentazione avanzata da alcune scuole materne ed elementari.

Il Ministero ha fatto presente che anche da Comuni, di grandi e piccole dimensioni, in cui maggiore è la necessità di dare risposte alla carenza di strutture per la prima infanzia, sono giunte richieste di procedere ad una sperimentazione che consenta di venire incontro alle esigenze delle famiglie.
Il Miur intende quindi partire per verificare modalità e costi.
Il rischio di una sperimentazione diversificata e senza regole condivise è quindi forte perché la sola clausola prevista negli emanandi decreti è che la sperimentazione possa realizzarsi dopo la stipula di accordi locali.
Ma questo secondo l’Anci è solo uno degli aspetti che salvaguardano una buona sperimentazione.
Ce ne sono molti altri che vanno tenuti presenti: il rapporto numerico educatori-bambini; personale qualificato; ambienti idonei; materiale strutturato, tempi per la realizzazione etc, etc, tutte quelle ragioni che avevano indotto l’Anci a dare un parere negativo all’introduzione di una novità nell’intero territorio nazionale, non sufficientemente preparata.
Ed è evidente che a pochi giorni dall’avvio dell’anno scolastico non si improvvisa una preparazione su larga scala.
Ma sembra che il Miur sia disponibile a ragionare anche per piccoli passi.
Accetterebbe anche una sperimentazione le cui caratteristiche di qualità e fattibilità vengano stabilite in accordo con i Comuni che hanno una esperienza di sperimentazioni già avviate in diverse modalità e che quindi possono fornire i risultati di esperienze significative e che dovranno sostenere in parte gli oneri delle nuove sperimentazioni.
E questo vale sia per le scuole materne statali che per le scuole materne comunali, per cui i comuni sono titolari delle competenze sulla edilizia, sugli arredi, sui trasporti e sulla refezione scolastica, voci incise dai nuovi arrivi, che dovrebbero scompaginare accordi e gare ormai definite per la fornitura dei servizi del prossimo anno scolastico.
Ma ormai si è capito che si può stare tranquilli, per settembre la legge non ci sarà, quindi tutto rimarrà come prima.
E se anche il Ministero adottasse un Decreto non potrebbe che autorizzare una sperimentazione del tutto volontaria, mai rendere obbligatorio un servizio non previsto dalla legge.
Una sperimentazione che dovrà comunque rispondere a caratteristiche di qualità e quantità che dovranno trovare d’accordo i comuni, che in questi anni hanno dedicato attenzione e risorse alla realizzazione di servizi per la prima e seconda infanzia.
Diversamente, come già per il resto della Riforma, l’Anci non potrà che esprimere intera la sua contrarietà all’avvio di una sperimentazione che non garantisca gli enti e l’utenza. 
I Comuni infatti, titolari anche di una propria funzione normativa per l’organizzazione dei servizi, ritengono che non si possa incidere con decreti ministeriali in una consolidata normativa e su competenze esclusive, come quelle sull’istruzione e sul diritto allo studio
 

I MATERIALI E I DOCUMENTI DA CONSULTARE

Nell'allegato "file" "zippato": Sperimentazione

  • la documentazione ufficialmente fornita dal MIUR all'Ufficio di Presidenza del CNPI, allegata alla richiesta di parere sulla Sperimentazione Nazionale concernente l'anticipo fin dall'anno scolastico 2002/2003 di alcuni aspetti del disegno di legge di delega 1306 di riforma del sistema scolastico e formativo;

1) la richiesta di parere al CNPI;

3) le “indicazioni nazionali per i piani personalizzati delle attività educative nelle scuole dell’infanzia”;

4) le “raccomandazioni per lo svolgimento delle attività educative e didattiche nelle scuole dell’infanzia del sistema nazionale di istruzione”;

5) le “indicazioni nazionali per i piani di studio personalizzati nella scuola primaria”;

6) le “raccomandazioni per l’attuazione delle indicazioni nazionali per i piani di studio personalizzati nella scuola primaria”;

7) il “profilo educativo, culturale e professionale dello studente alla fine del primo ciclo di istruzione (6-14 anni)”;
 







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