Il Direttivo nazionale della FLC Cgil, riunito a Roma il 26 e 27 giugno 2006, giudica con preoccupazione le intenzioni del Governo Prodi
Data: Mercoledì, 05 luglio 2006 ore 15:14:27 CEST
Argomento: Sindacati


ORDINE DEL GIORNO SULLA FASE POLITICA

Il Direttivo nazionale della FLC Cgil, riunito a Roma il 26 e 27 giugno 2006, giudica con
preoccupazione quanto starebbe emergendo nelle volontà del Governo Prodi così come
emerge dalle dichiarazioni di suoi autorevoli componenti, in relazione alla imminente
definizione di una manovra correttiva del bilancio e all’impostazione della Finanziaria per il
2007, che vedrebbe permanere una politica di riduzione delle spese nel comparto della
conoscenza, settore già pesantemente colpito negli anni del Governo Berlusconi, per
sanare il debito accumulato.
Il Direttivo, se venissero concretizzate queste dichiarazioni, valuterebbe molto
negativamente la riproposizione di una politica di contenimento delle spese nei comparti
della conoscenza.
Il Direttivo nazionale, infatti, ritiene indispensabile che si segni una netta discontinuità
anche in una situazione della quale non sfugge la gravità determinata dalle scelte del
Governo Berlusconi, che non ha per nulla investito sulla formazione, sulla ricerca, sulla
conoscenza.
Inoltre, considera inaccettabile ogni ipotesi di moratoria nei rinnovi contrattuali che
priverebbe i lavoratori di un loro diritto e colpirebbe duramente retribuzioni e condizioni di
lavoro.
I comparti della conoscenza sono stati duramente colpiti in questi anni da provvedimenti
sbagliati che ne hanno minato profondamente la qualità e hanno drasticamente ridotto i
finanziamenti, producendo un allargamento abnorme della precarietà ed una sofferenza
nel funzionamento dei sistemi, con pesanti ripercussioni sulla qualità.
Il metodo utilizzato è stato quella dell’assenza di dialogo con le componenti professionali,
mettendo in atto un centralismo ministeriale che ha ignorato tutte le istanze provenienti
dalla base, indifferente al dissenso espresso nella comunità scolastica e scientifica per le
novità imposte, e utilizzando la fedeltà come un valore rispetto al quale scegliere
Presidenti di Enti e Direttori generali.
Apprezziamo i primi atti del ministro Fioroni e le sue prime dichiarazioni perché mandano
segnali di discontinuità positive con il passato.
La scuola attende cambiamenti sostanziali che segnino una netta inversione di tendenza
sia nei contenuti che nel metodo.
Il Comitato Direttivo della FLC ribadisce la necessità della cancellazione della legge 53/03
in quanto fondata su principi non condivisibili di esclusione sociale.
Il Ministro Fioroni ha scelto una strada di graduale correzione.
Tale scelta, che non fa venire meno l’esigenza di cancellare la Legge 53, deve però
evitare situazioni che ingenerino confusione togliendo nettezza al cambiamento tanto
atteso e costringano le scuole a ripetere, sotto forme diverse, percorsi di contestazione già
praticati a prezzo di duri sacrifici in questi anni.
Il Direttivo della FLC Cgil esprime viva preoccupazione per le sorti del primo ciclo, i cui
ordinamenti sono contenuti nel D.lgs 59/’04.
Anticipi, tutor, portfolio, indicazioni nazionali, collaborazioni, tempo scuola ridotto,
valutazione Invalsi non devono incombere di nuovo sulle scuole alla ripresa del prossimo
anno scolastico, innescando il rischio di nuovi potenziali conflitti.
Bisogna operare alacremente per garantire un inizio d’anno caratterizzato da serenità,
rispetto della legalità, certezza delle condizioni professionali e lavorative.
Ogni provvedimento amministrativo intermedio deve dare questa garanzia alle scuole.
Inoltre il Direttivo della FLC rivendica i seguenti interventi:
la cancellazione del D.lgs 59/04 e, nell’immediato, il superamento di tutti gli
aspetti negativi, già respinti dal vasto movimento delle scuole, per garantire un
buon inizio di anno scolastico;
l’immediata sospensione del D.lgs 226/05 prima che cominci a dispiegare i suoi
effetti con l’inizio del prossimo anno scolastico;
la sospensione dei D.lgs n. 76/05 (diritto-dovere), n. 77/05 (alternanza scuola
lavoro), n.226/05 (ordinamenti secondo ciclo), n.227/05 (formazione iniziale dei
docenti);
la riscrittura delle Direttive emanate negli ultimi due anni dal MIUR all’INVALSI
per definire gli obiettivi dell’Istituto di valutazione.
e ribadisce le seguenti prioritarie richieste:
un serio investimento nell’autonomia scolastica, sia finanziario che di sviluppo e
implementazione;
l’innalzamento dell’obbligo scolastico a 16 anni subito, e a 18 anni entro la
legislatura, e la conseguente revisione delle norme sull’accesso al lavoro;
l’assunzione dei lavoratori precari docenti ed ata su tutti i posti vacanti.
Il Direttivo nazionale valuta altresì molto positivamente i primi atti del Ministro Mussi su
università e ricerca.
Il ritiro dei provvedimenti decisi dal precedente Governo e non ancora approvati dalla
Corte dei Conti, come l’introduzione del percorso ad Y, la decisione di sottoporre ad
attento esame l’autorizzazione di nuove università telematiche, la decisione di operare un
drastico ridimensionamento dei crediti derivanti da esperienze professionali al di fuori del
ciclo di studi, ecc. rappresentano decisioni positive.
Il Direttivo valuta altresì positivamente la decisione del ministro Mussi di ritirare la firma
dell’Italia da un documento europeo volto a impedire il finanziamento da parte della
Commissione europea della ricerca sulle cellule staminali embrionali.
A tali atti di positiva netta discontinuità con il passato, il Direttivo nazionale della FLC
chiede facciano seguito scelte strutturali che qualifichino i sistemi dell’università e della
ricerca, mettendoli in condizioni di rispondere all’alta funzione pubblica che essi rivestono,
a partire da:
un investimento straordinario nel reclutamento e nella valorizzazione delle
risorse umane sia nell’università che negli enti di ricerca pubblici, superando
l’attuale situazione di precarietà che compromette l’autonomia professionale di
docenti, ricercatori e tecnologi, svilisce il lavoro di amministrativi e tecnici,
violandone i diritti;
un investimento straordinario per il diritto allo studio per superare il gap
esistente con gli altri paesi industrializzati;
la revisione del finanziamento pubblico di università ed enti, ormai
drammaticamente insufficiente;
la definizione di un sistema di valutazione attendibile e terzo che governi i
meccanismi selettivi dell’università e degli enti di ricerca;
l’avvio di una riflessione ampia e condivisa sull’applicazione del 3+2;
l’immediata istituzione della terza fascia docente, la cancellazione del modello di
università disegnata dalla legge Moratti sullo stato giuridico della docenza e la
creazione di uno stato giuridico in cui siano separati l’accesso e la progressione
di carriera;
la valorizzazione della ricerca di base, per il suo ruolo di impulso su tutta la
filiera della ricerca e sui processi di innovazione;
la liberazione della ricerca pubblica da vincoli ideologici, burocratici e politici per
adottare il merito come unico criterio di promozione e di sviluppo.
Il Direttivo nazionale, per quanto riguarda il comparto dell’Alta Formazione Artistica e
Musicale, ritiene necessario:
procedere ad un attento esame dello stato di applicazione della legge 508/99,
facendo il punto sui regolamenti attuativi senza escludere la loro
revisione/modifica;
dare corso al monitoraggio di tutti i percorsi sperimentali attivati dal 2000 ad oggi;
modificare in via legislativa il reclutamento del personale in funzione di un sistema
che si doti di professionalità certe e stabilizzate che diano solidità e certezza alla
progettazione degli istituti.
Il Comitato Direttivo Nazionale FLC Cgil
rivendica
quindi per la ripresa dopo la pausa estiva l’apertura di una grande fase di discussione,
confronto, ascolto sui temi relativi al rilancio dei sistemi della conoscenza del nostro
Paese.
Contemporaneamente alla fase di riassestamento del sistema formativo e i ricerca, che
deve essere liberato dai provvedimenti sbagliati, è necessario discutere e confrontarci per
condividere le scelte che il Governo sarà chiamato a fare per i sistemi della conoscenza.
Il Direttivo della FLC rivendica, in netta discontinuità con il passato, il metodo del confronto
e della condivisione con il mondo della scuola, dell’università, della ricerca e dell’AFAM, il
cui coinvolgimento nei processi di revisione del sistema è ineludibile per evidenti ragioni di
competenza e democrazia .
Il CD impegna inoltre la Segreteria nazionale ad accelerare i tempi per l’avvio della
stagione contrattuale unitariamente ai sindacati di categoria di Cisl e Uil per tutti i comparti
della conoscenza.
L’apertura di un tavolo di confronto a Palazzo Chigi, come autorevolmente richiesto dal
segretario generale della Cgil durante il confronto con il Governo, e l’avvio di una grande
fase di discussione possono essere i segnali che si cambia davvero rispetto ad una fase
che vogliamo poter avvertire presto come già lontana.
 

 

Il Senato ha prorogato la legge Moratti: una scelta sbagliata e pericolosa!
di Corrado Mauceri (Comitato di Firenze "Per la scuola della REpubblica"

Il Senato ha prorogato la legge Moratti : una scelta sbagliata e pericolosa !
Nei giorni scorsi il Senato ha approvato il ddl di conversione del D.L. n. 173/06 con alcuni emendamenti che, tra l’altro, prorogano di altri 18 mesi la delega della legge Moratti al Governo per adottare “ulteriori disposizioni correttive e integrative dei decreti legislativi con il rispetto dei medesimi criteri e principi direttivi ...” limitatamente ai decreti ancora “sotto delega” e cioè: DD. lgvi 15/4/2005 n. 76 (sul diritto-dovere all’istruzione e alla formazione), 15/4/2005 n. 77 (sull’alternanza scuola-lavoro), 17/10/2005 n. 226 (sul secondo ciclo), 17/10/2005 n. 227 (formazione degli insegnanti).
Quale è l’effetto di tale proroga? L’efficacia della legge-delega della Moratti è prorogata al fine di adottare “disposizioni correttive ed integrative” dei decreti legislativi emanati dal precedente Governo, fermo restando ovviamente, ai sensi dell’art. 76 Cost., “il rispetto dei medesimi criteri e principi direttivi” della legge Moratti.
La prima ed immediata reazione non può che essere di stupore: dall’abrogazione delle leggi Moratti, da moltissimi ritenuta prioritaria alla vigilia delle elezioni, ci troviamo alla proroga della legge Moratti!
Poiché non si può ovviamente pensare che la nuova maggioranza si sia improvvisamente ed unanimemente convertita al morattismo, non conoscendo le reali motivazioni di tale provvedimento (sarebbe opportuno che le forze politiche dell’UNIONE socializzassero tutte le questioni attinenti la politica scolastica, anche per evitare le non encomiabili esperienze del precedente governo di centro-sinistra) si possono prospettare soltanto delle ipotesi.
L’ipotesi più plausibile, considerate le difficoltà della maggioranza in Senato, potrebbe essere quella di utilizzare lo strumento della proroga della delega allo scopo di modificare i decreti adottati dal precedente Governo, evitando in tale modo lo scoglio dell’iter parlamentare.
L’altra ipotesi potrebbe essere quella di “prendere tempo” per consentire interventi legislativi modificativi non solo di alcuni aspetti dei decreti legislativi, ma anche della stessa legge delega; per esempio un primo intervento legislativo potrebbe riguardare l’elevamento dell’obbligo scolastico che implicherebbe però una “modifica” di ampie parti della legge Moratti.
Si deve subito precisare che entrambe le ipotesi non giustificano in alcun modo un provvedimento di proroga della legge Moratti che pertanto è un grave errore politico, sia sotto il profilo del contenuto sia del messaggio politico, molto probabilmente causato da scarsa attenzione.
La prima ipotesi implica difatti un intervento del Governo di centro-sinistra sui decreti “sotto delega” che però, per essere legittimo, deve essere comunque attuativo delle finalità della legge Moratti!; non sarebbe difatti possibile utilizzare la “proroga” per introdurre per es. l’obbligo scolastico o per eliminare il sistema duale del secondo ciclo, ecc.
Il Governo di centro-sinistra si propone di intervenire nell’ambito delle finalità stabilite dalle leggi Moratti? Ovviamente non è nemmeno pensabile; ma se è così, la proroga non si può utilizzare e quindi è del tutto inutile; difatti qualsiasi intervento che utilizzi la proroga in contrasto con la legge Moratti sarebbe illegittimo.
L’altra ipotesi (cioè quella di prendere tempo) è sbagliata perchè anche in tale caso la proroga sarebbe del tutto inutile; difatti la proroga non sospende l’efficacia dei decreti emanati dal precedente Governo, quindi non serve per prendere tempo; serve solo a perder tempo; difatti, finchè non saranno abrogati con interventi legislativi , i decreti saranno efficaci.
Per “prendere tempo” con un uso molto spregiudicato della “proroga”, prevista per interventi “correttivi ed integrativi”, il Governo dovrebbe adottare un decreto delegato formalmente attuativo della legge Moratti, ma nella sostanza volto alla “sospensione” dei decreti già in vigore; sarebbe però un provvedimento molto discutibile e politicamente molto pericoloso.
In conclusione non si riesce a comprendere la ragione di tale “proroga”; peraltro se c’è una qualche ragione che fuori dal Palazzo non si riesce a comprendere, sarebbe stato opportuno indicarla, se non proprio discuterla.
Allo stato la proroga ci sembra un provvedimento certamente sbagliato e molto ambiguo e per certi aspetti paradossale; nel programma dell’UNIONE è previsto che “con gli atti dei primi mesi di Governo, in radicale discontinuità con gli indirizzi e le scelte di centro-destra, abrogheremo la legislazione vigente in contrasto con il nostro programma”
Il primo atto del Governo è stata però la proroga della legge delega della Moratti; non è un segnale incoraggiante!
Peraltro la “proroga” riguarda la parte della legge Moratti relativa ai decreti “sotto delega”, rimane in ogni caso il decreto n. 59 relativo al I ciclo che è già in vigore e non più modificabile in sede delegata; finora il movimento dei genitori e degli insegnanti ne ha limitato i danni; il governo cosa intende fare entro il 1 settembre? Allo stato non pare possibile altra soluzione che l’abrogazione immediata di detto decreto.
Senza dubbio il Governo deve fare i conti con la realtà delle forze in Parlamento e di ciò tutti dobbiamo tenere conto ed agire con il massimo senso di responsabilità; nel contempo dobbiamo tutti tenere presente che il programma è il “patto” che tutti dobbiamo osservare; taluni aspetti del programma sono molto discutibili (per usare un eufemismo) come per es. il sistema nazionale formato da scuole statali e scuole private paritarie (!); se per senso di responsabilità non si mette in discussione questa parte infelice del programma, con lo stesso senso di responsabilità si deve però garantire la corretta attuazione di quella parte che prevede “con gli atti dei primi mesi di governo” la discontinuità e l’abrogazione delle leggi Moratti che in quanto eversive si devono ritenere in contrasto con il programma dell’UNIONE.
Confidiamo pertanto che la vicenda della “proroga” sia stato un passo sbagliato e che le forze politiche dell’UNIONE prendano un’iniziativa immediata e concreta per realizzare con provvedimenti inequivoci e coerenti quella discontinuità rispetto alle leggi Moratti che la scuola attende e cioè l’abrogazione immediata per poter avviare le riforme coerenti con i principi costituzionali.
Deve essere comunque chiaro: il 1 settembre non si possono applicare le leggi Moratti.

Corrado Mauceri
( Comitato di Firenze “ Per la scuola della Repubblica” )







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