GRAZIA A SOFRI: UN INTRIGO COSTITUZIONALE
Data: Mercoledì, 05 luglio 2006 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


GRAZIA A SOFRI, UN INTRIGO COSTITUZIONALE


Un “pasticciaccio brutto” di difficile e intricata soluzione: così si configura il problema della grazia nell’ultimo saggio di Paolo Armaroli, professore di diritto pubblico ed ex parlamentare di An (Grazia a Sofri? Un intrigo costituzionale, Rubbettino, pp. 274, €15), che affronta con stile spigliato e ironico e toni da vero pamphlet un argomento spinoso che ha letteralmente spaccato in due l’opinione pubblica: l’eventuale concessione della grazia all’ex leader di Lotta continua.
Qual è in effetti il problema di fondo? Semplicemente una complessa questione istituzionale, su cui la dottrina “come la Gallia di Giulio Cesare divisa est in partes tres”:  la prima scuola di pensiero concepisce la grazia come atto formalmente e sostanzialmente presidenziale, la seconda come atto formalmente presidenziale e sostanzialmente governativo, la terza, la più attendibile secondo Armaroli, come atto duale o duumvirale che si perfeziona grazie al concorso delle volontà del Capo dello Stato e del Ministro della Giustizia.
Attraverso dunque un excursus dallo Statuto albertino alla Costituzione repubblicana, dalla proposta di legge Boato alla riforma costituzionale, dai mirabolanti digiuni di Pannella alla controversa figura di Sofri, Armaroli ricostruisce con gusto e dosato senso dell’ironia posizioni ora contraddittorie ora adulatorie ora opportunistiche sull’argomento, delineando un sagace spaccato dell’Italia attuale.
Dove le voci rumorose e petulanti di alcuni giuristi si alzano solo quando scoppia il caso Sofri, mentre prima non hanno mai speso parola a sostegno della presunta legalità violata e del fatto che il Presidente della repubblica deve riappropriarsi di quel potere di grazia espropriato dalla partitocrazia; un’Italia in cui anche i giornali fanno il bello e il cattivo tempo, accogliendo opinioni contraddittorie di uno stesso ideologo; una nazione che fa sostanzialmente sempre proprio il Vangelo di Matteo, credendo che oportet ut eveniant scandala.
E forse la cosa più scandalosa in tutta la questione, conclude saggiamente Armaroli, è che  la nostra si conferma ancora una volta la patria di una triste e inquietante massima di Giovanni Giolitti: le leggi si applicano ai nemici e…si interpretano per gli amici. Marco Giacinto Pannella docet…

Silvana La Porta






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