AI DOCENTI UN TESSERINO DI RICONOSCIMENTO PROFESSIONALE: PERCHE' NO?
Data: Marted́, 27 giugno 2006 ore 00:20:00 CEST
Argomento: Opinioni


Un tesserino di riconoscimento professionale

 Prof.Giuseppe Benedetti, del liceo Tasso di Roma


 UN TESSERINO DI RICONOSCIMENTO PROFESSIONALE

 “Pochi giorni fa mi è capitato di incontrare un collega, professore di matematica in un liceo. Ho notato immediatamente in lui qualcosa di diverso dall’ultima volta che ci eravamo incontrati. Forse non sono riuscito a mascherare quel misto di curiosità e sorpresa che provavo mentre conversavo con lui. Infatti quasi subito ha estratto dalla tasca della giacca il portafogli, che custodiva, in una protezione trasparente, un tesserino. Mi ha spiegato che aveva ottenuto il tesserino di pubblicista. Allora ho capito: era uscito dall’invisibilità professionale e sociale”.


 Ho raccolto questo racconto dal prof. Alessandro Baldi durante un convegno sulla scuola e sulla figura del docente in particolare, tenutosi al Liceo “T . Tasso” di Roma nel 2004. So bene che di vicende analoghe, che mostrano la rarefazione del ruolo docente, se ne potrebbero rivelare tante. Ad esempio, in un museo civico di Storia medievale i docenti di scuola (anche di storia!) pagano il prezzo intero del biglietto d’ingresso, mentre la riduzione è prevista per altre categorie professionali che nel loro lavoro possono aver a che fare con la storia del Medioevo molto meno di un docente.


 Anche al Ministero dell’Istruzione avevano considerato che la materia prima nel lavoro dei docenti sono i libri ed avevano annunciato la distribuzione di un fondo per un rimborso simbolico a fronte del comprovato acquisto di testi utili per l’insegnamento. Ma poi non se ne fece nulla.


 Nel convegno a cui prima ho fatto cenno intervenne su questo tema lo scrittore e professore Marco Lodoli: “[…] si ritiene che l’aggiornamento dei docenti debba passare attraverso i cosiddetti corsi d’aggiornamento. Ne ho frequentati un paio, solo perché, ad un certo punto, sembrava che fossero legati agli scatti di stipendio. Poi non ce l’ho fatta più e ho totalizzato zero ore di aggiornamento. Era un paradosso, perché leggevo tre libri e vedevo due film a settimana, ma contava solo partecipare ad inutili corsi, che si trascinavano tra uno sbadiglio e l’altro. Penso che una buona legge sull’aggiornamento dei docenti contemplerebbe l’assegnazione, ad ogni insegnante, di un tesserino personale che dia diritto ad entrare gratis ai musei, ad avere uno sconto, per esempio, del 50% al cinema e del 30% sui libri acquistati. I costi potrebbero accollarseli il Ministero dell’Istruzione e, in parte, le case editrici. Con i loro magri stipendi i professori non possono permettersi il necessario, continuo aggiornamento. Questa sì che sarebbe una battaglia giusta da parte dei docenti!”


 Non si può continuare a mortificare l’esperienza accumulata sul campo dai docenti. La valorizzazione della funzione docente passa anche attraverso l’attribuzione di un tesserino di riconoscimento professionale. Ci piacerebbe che questa richiesta venisse fatta propria da forze politiche e sindacati di categoria.

 Giuseppe Benedetti






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