I DIPENDENTI PUBBLICI RINUNCINO AGLI AUMENTI CONTRATTUALI
Data: Marted́, 27 giugno 2006 ore 00:20:00 CEST
Argomento: Comunicati


Sul pubblico impiego tensione fra Epifani e Bonanni

Il leader Cgil vorrebbe tendere una mano al governo, ma incontra la resistenza degli altri sindacati. E anche del suo


di PIETRO PIOVANI

ROMA Tommaso Padoa-Schioppa, il ministro dell’Economia, ha chiesto a tutti di mettersi una mano sulla coscienza: ognuno dia il proprio contributo per salvare il paese da una catastrofe peggio di quella argentina. Fra le categorie chiamate a contribuire ci sono, ovviamente, i dipendenti pubblici, che secondo il ministro dovrebbero rinunciare per un paio d’anni a nuovi aumenti di stipendio, accettare il blocco delle assunzioni ancora per qualche anno e così via.
Nei giorni scorsi, parlandone con i sindacati, qualche timida disponibilità in effetti il ministro l’ha ricevuta. Ma ha anche dovuto registrare una differenza di atteggiamento fra i tre leader confederali. In particolare Guglielmo Epifani, il segretario generale della Cgil, sembra forse più pronto degli altri ad assumersi le proprie responsabilità. Mentre Raffaele Bonanni non nasconde di essere assolutamente contrario a concedere sconti proprio sul pubblico impiego, da sempre terreno fertile per la raccolta di tessere della Cisl.
Anche se la situazione è molto complicata, il ministro dell’Economia spera di convincere tutti i sindacati a fare la loro parte. E nel sindacato alcuni sperano che si trovi un modo per salvare capra e cavoli, con un po’ di fantasia: continuare con il blocco delle assunzioni ma allo stesso tempo regolarizzare almeno una parte dei precari; rinnovare i contratti nazionali solo in alcuni comparti dello Stato ma impegnandosi a dare gli stessi soldi anche agli altri appena possibile; e poi ricavare un po’ di risparmi con il taglio dei compensi agli alti dirigenti e ai consulenti esterni.
Dopo i primi approcci fra Padoa-Schioppa e Cgil-Cisl-Uil, negli ambienti sindacali si avverte una specie di trattenuta tensione, un’atmosfera fatta di piccoli malumori e di sospetti reciproci. Nella Cisl e nella Uil contestano a Epifani un atteggiamento troppo accomodante nei confronti del governo. Nella Cgil rimproverano velatamente alle altre due sigle (e soprattutto alla Cisl) di scherzare con il fuoco, nel tentativo di guadagnare qualche facile consenso fra i lavoratori.
La posizione dei sindacati è sicuramente molto scomoda. Per cinque anni hanno accusato il centrodestra di penalizzare i dipendenti pubblici a vantaggio di imprese e lavoratori autonomi. Ora devono presentarsi davanti ai loro iscritti e spiegare che per i prossimi anni il centrosinistra chiede di stringere la cinghia sul serio.
Epifani deve tenere conto anche del fronte interno al suo sindacato. Carlo Podda, il segretario dei dipendenti pubblici Cgil, prima delle elezioni aveva annunciato: chiunque andrà al governo, dovrà subito stanziare le risorse per rinnovare i contratti, altrimenti in autunno faremo sciopero generale. Quattro mesi dopo, Podda conferma la sua linea. Sabato si è saputo di una iniziativa promossa dal sindacalista Cgil insieme ai suoi pari-livello di Cisl e Uil: la proposta di un patto che preveda prepensionamenti volontari, in cambio dei quali il governo dovrebbe assicurare l’assunzione dei precari e il rinnovo dei contratti. È un’offerta di trattativa, certo. Ma anche un modo per ribadire che i contratti non possono essere rinviati.








Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-4709.html