FINANZIARE L'ASSUNZIONE DEI PRECARI CON I PREPENSIONAMENTI?
Data: Luned́, 26 giugno 2006 ore 00:51:53 CEST
Argomento: Comunicati


Finanziare l’assunzione dei precari con i prepensionamenti? I sindacati discutono la proposta

 
  

 di PIETRO PIOVANI

 ROMA I sindacati del pubblico impiego avanzano una proposta che nessuno si aspettava: esodi incentivati del personale in cambio di assunzioni per i precari. Per il momento si tratta soltanto di un’idea discussa all’interno di Cgil, Cisl e Uil: i segretari di categoria hanno scritto una lettera ai segretari generali Epifani, Bonanni e Angeletti per illustrare la loro ipotesi. La lettera doveva restare segreta (pare anzi che i tre destinatari non l’abbiano ancora ricevuta) ma ieri qualcuno l’ha fatta arrivare alle agenzie di stampa e così la proposta è diventata di fatto ufficiale.
 I quattro firmatari della lettera (Carlo Podda per la Cgil, Rino Tarelli per la Cisl, Salvatore Bosco e Carlo Fiordaliso per la Uil) non entrano troppo nei dettagli. Si limitano ad abbozzare appena un meccanismo di incentivazione non troppo dissimile da quello adottato qualche anno fa nelle banche. I sindacalisti non parlano esplicitamente di prepensionamenti, ma è chiaro che l’incentivo potrebbe consistere in particolare in una sorta di “scivolo” che consenta di arrivare alla pensione massima prima del tempo.
 I sindacati ci tengono a precisare che lo schema da loro suggerito è diverso da quello immaginato nei giorni scorsi dall’economista dei Ds Nicola Rossi: non si tratta di mandare via 100 mila persone con i prepensionamenti forzati, bensì di incentivare le uscite rimettendo comunque la scelta ai singoli lavoratori. Inoltre bisognerebbe distinguere le amministrazioni in cui c’è effettivamente la possibilità di rinunciare a qualche dipendente e quelle in cui invece gli organici sono già ridotti. È molto difficile, ad esempio, pensare di mandare a casa degli infermieri.
 Anticipando l’uscita di un dipendente pubblico, lo Stato risparmia qualcosa perché già dai primi anni la pensione è leggermente inferiore allo stipendio. Con i soldi risparmiati, dicono Cgil, Cisl e Uil, si potrebbero cominciare ad assumere i tanti precari (fra i 100 e i 300 mila) che prestano servizio nelle amministrazioni. Per ottenere questo risultato, oltretutto, i sindacati sarebbero disposti a offrire anche uno “sconto” sui contratti nazionali: in altre parole, una parte delle risorse da destinare agli aumenti di stipendio potrebbe essere dirottata in un fondo che servirebbe a finanziare l’operazione.
 Questo presuppone naturalmente che si rinnovino i contratti nazionali, cosa che il governo non sembra avere alcuna di intenzione di fare. Ma se si continuerà a considerare il pubblico impiego solo come un costo da tagliare, scrivono i sindacalisti, i lavoratori percepiranno «come esclusivamente ostile l'azione del governo nei loro confronti e si renderebbe inevitabile la riapertura di una nuova stagione di agitazioni e conflitti».






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