Anche la Sicilia si appresta a varare il buono scuola
Data: Martedì, 30 luglio 2002 ore 14:27:50 CEST
Argomento: Ministero Istruzione e Università



È «guerra» tra la Cgil e la Regione sul buono scuola, il contributo da erogare alle famiglie per metterle in condizione - è questo secondo i promotori lo spirito dell'iniziativa - di scegliere liberamente se iscrivere i propri figli alla scuola pubblica o alla scuola privata, senza essere condizionate, nella scelta educativa, dalla propria situazione economica. La segretaria regionale della Cgil scuola, Enza Albini, ha trasfuso in una nota di fuoco tutti i «perché» del no. L'assessore regionale alla Pubblica istruzione, Fabio Granata (An), dal canto suo ribadisce qual è lo spirito del provvedimento. E qualche polemica arriva anche dalla Margherita, che invoca il confronto su un tema delicato qual è quello dell'istruzione.
La presa di posizione della Cgil: «A scuole chiuse – rileva Enza Albini – l'Ars si prepara ad approvare la prossima settimana il disegno di legge n. 286 sull'erogazione del buono scuola, che prevede lo stanziamento di notevoli risorse a parziale copertura delle spese di frequenza nelle scuole statali e non statali, paritarie, parificate, pareggiate, autorizzate e legalmente riconosciute. Per l'esercizio finanziario 2001 viene autorizzata la spesa di cento miliardi di lire per la copertura delle spese di frequenza, ammissibili in misura non superiore al 75 per cento e di 30 milioni per l'erogazione di un contributo annuo, una tantum, a copertura di spese finalizzate alle attività didattiche. Si finanzieranno indirettamente – prosegue Albini – attraverso le famiglie tutte le scuole anche le più illegali, dove i docenti insegnano senza regolare retribuzione, dove si lavora senza alcuna osservanza delle norme per la sicurezza, dove non viene esercitato alcun controllo sulla qualità e sulla legalità. Si costruisce a tavolino, attraverso strumenti legislativi, la resa della scuola pubblica, lanciata in una competizione le cui condizioni di partenza sono di assoluto svantaggio: tagli di organico, blocco delle immissioni in ruolo, smantellamento di importanti progetti innovativi sulla dispersione».
Parole di fuoco. Che fanno il paio con una presa di posizione dell'onorevole Carmelo Tumino, deputato all'Ars della Margherita. Secondo il parlamentare, sono varie le conseguenze che potrebbero venire dal varo del buono scuola. La prima è di tipo occupazionale: con il contributo, infatti, potrebbero spostarsi sulle private il 2 per cento degli alunni attualmente in carico alla scuola pubblica, con conseguenti restrizioni in termini di personale.
L'assessore Granata non demorde: «Sono polemiche strumentali – dice – il buono scuola serve a garantire il diritto allo studio di tutti, non solo dei più abbienti che possono scegliere che educazione dare ai propri figli». Il varo in Commissione dovrebbe avvenire entro domani. Poi, come si diceva, la parola passerà all'Aula, che dovrebbe decidere prima di andare in vacanza.
 







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