È «guerra» tra la Cgil e la Regione sul buono scuola, il contributo da erogare
alle famiglie per metterle in condizione - è questo secondo i promotori lo
spirito dell'iniziativa - di scegliere liberamente se iscrivere i propri figli
alla scuola pubblica o alla scuola privata, senza essere condizionate, nella
scelta educativa, dalla propria situazione economica. La segretaria regionale
della Cgil scuola, Enza Albini, ha trasfuso in una nota di fuoco tutti i
«perché» del no. L'assessore regionale alla Pubblica istruzione, Fabio Granata (An),
dal canto suo ribadisce qual è lo spirito del provvedimento. E qualche polemica
arriva anche dalla Margherita, che invoca il confronto su un tema delicato qual
è quello dell'istruzione.
La presa di posizione della Cgil: «A scuole chiuse – rileva Enza Albini – l'Ars
si prepara ad approvare la prossima settimana il disegno di legge n. 286
sull'erogazione del buono scuola, che prevede lo stanziamento di notevoli
risorse a parziale copertura delle spese di frequenza nelle scuole statali e non
statali, paritarie, parificate, pareggiate, autorizzate e legalmente
riconosciute. Per l'esercizio finanziario 2001 viene autorizzata la spesa di
cento miliardi di lire per la copertura delle spese di frequenza, ammissibili in
misura non superiore al 75 per cento e di 30 milioni per l'erogazione di un
contributo annuo, una tantum, a copertura di spese finalizzate alle attività
didattiche. Si finanzieranno indirettamente – prosegue Albini – attraverso le
famiglie tutte le scuole anche le più illegali, dove i docenti insegnano senza
regolare retribuzione, dove si lavora senza alcuna osservanza delle norme per la
sicurezza, dove non viene esercitato alcun controllo sulla qualità e sulla
legalità. Si costruisce a tavolino, attraverso strumenti legislativi, la resa
della scuola pubblica, lanciata in una competizione le cui condizioni di
partenza sono di assoluto svantaggio: tagli di organico, blocco delle immissioni
in ruolo, smantellamento di importanti progetti innovativi sulla dispersione».
Parole di fuoco. Che fanno il paio con una presa di posizione dell'onorevole
Carmelo Tumino, deputato all'Ars della Margherita. Secondo il parlamentare, sono
varie le conseguenze che potrebbero venire dal varo del buono scuola. La prima è
di tipo occupazionale: con il contributo, infatti, potrebbero spostarsi sulle
private il 2 per cento degli alunni attualmente in carico alla scuola pubblica,
con conseguenti restrizioni in termini di personale.
L'assessore Granata non demorde: «Sono polemiche strumentali – dice – il buono
scuola serve a garantire il diritto allo studio di tutti, non solo dei più
abbienti che possono scegliere che educazione dare ai propri figli». Il varo in
Commissione dovrebbe avvenire entro domani. Poi, come si diceva, la parola
passerà all'Aula, che dovrebbe decidere prima di andare in vacanza.