SCUOLA, C'E' DA TAGLIARE, ALTRO CHE NUOVE ASSUNZIONI
Data: Sabato, 24 giugno 2006 ore 08:55:08 CEST
Argomento: Comunicati


Scuola, c'è da tagliare
 Altro che nuove assunzioni.

 ItaliaOggi del 24/6/2006

 
Non c”è da assumere, nella scuola, c'è da tagliare. Ci sono troppi insegnanti, in rapporto al numero di studenti, 3 a 12, ha accusato Padoa-Schioppa. Un messaggio, quello lanciato dal ministro dell'economia, che ha lasciato di sale il collega dell'istruzione, Giuseppe Fioroni, che proprio in questi giorni ha inviato a via XX Settembre una richiesta di autorizzazione per raddoppiare le assunzioni previsti dal governo Berlusconi: non più 20 mila nuovi insegnanti a tempo indeterminato a partire da settembre, ma 40 mila. La domanda riguarda anche il personale ausiliario, tecnico e amministrativo: 3.500 nuovi assunti, che si aggiungerebbero ai 3.500 già previsti.
“Ben venga un giro di vite, ma sugli sprechi non sulle risorse”, ha commentato Fioroni. “La cura di Padoa-Schioppa rischia non di guarire ma di far aggravare il paziente”, hanno rincarato la dose i sindacati.


 Insomma, il lavoro della diplomazia di Fioroni per ottenere un decreto legge di assunzione entro metà luglio si annuncia tutto in salita. I vertici del ministero hanno evidenziato ai colleghi dell'economia che le 40 mila assunzioni andrebbero a coprire i pensionamenti, che dovrebbe attestarsi sulle 37 mila uscite. Non avrebbero invece effetti sui posti vuoti in organico. Posti, circa 68 mila per i soli docenti su oltre 750 mila, che comunque poi ogni anno vanno coperti attraverso i supplenti.

 “La scuola italiana merita di più”, ha detto oggi Fioroni, “è vero che tagliare gli sprechi è fondamentale e necessario, ma solo se questo non si traduce in una decurtazione dei diritti”. E proprio per evitare sforbiciate indiscriminate, Fioroni ha annunciato l'attivazione di un gruppo di lavoro anti-sperperi che si metterà a spulciare il bilancio del ministero per individuare dove colpire.

 Un secco basta alle penalizzazioni è arrivato dai sindacati di settore. “Non siamo disponibili a subire tagli e ci aspettiamo dalla coalizione che ha vinto le elezioni la realizzazione degli impegni sottoscritti per la scuola a partire proprio dall'incremento degli investimenti”, ha avvertito il segretario generale della Flc-Cgil, Enrico Panini. Quanto alle classi con 12 bambini e 3 insegnanti che, secondo Padoa-Schioppa, testimonierebbero l'esigenza di ridurre le spese, Panini ha fatto notare che le classi funzionanti nella scuola statale “sono sempre costituite da un numero di studenti regolarmente superiore ai limiti consentiti dalla legge”. Non si possono riproporre misure restrittive “in settori che da oltre dieci anni sono stati oggetti di tagli, in termini di risorse umane e finanziarie ogni oltre limite di tollerabilità”, fa notare il segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima. E avverte: “Se si vorranno perseguire politiche devastanti, come quella annunciata, saremo pronti a contrastarla con la mobilitazione della categoria”. La spesa per l'istruzione “non può essere ridotta, perché”, ricorda il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna, “l'Italia già spende poco sia in rapporto al PIL sia rispetto agli altri paesi europei, mentre servono investimenti aggiuntivi”: il 4,8% di pil contro il 6,1%.
 
da iltempo.it
Sabato, 24 Giugno 2006

Fioroni «La scuola merita di più, stop agli sprechi»

Il ministro ha annunciato l’attivazione di un gruppo anti-sperperi per far luce sul bilancio del Ministero
«Quello dell’’istruzione è un settore vivo ed efficiente che non va penalizzato bensì aiutato a migliorare»
BEN VENGA un giro di vite, ma sugli sprechi non sulle risorse. Con sfumature diverse lo hanno sottolineato oggi sia il ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, sia i sindacati di categoria alla luce dei tagli alla spesa, inclusi quelli per la scuola italiana, annunciati dal ministro dell’Economia Padoa Schioppa per rimettere in sesto i conti pubblici. Una drastica «cura» che rischia non di far guarire ma - avvertono i sindacati - di far aggravare il paziente. «La scuola italiana merita di più» ha detto oggi Fioroni che, visitando gli alunni-degenti del policlinico Agostino Gemelli di Roma, ha osservato come anche in occasione degli esami di maturità - arrivati oggi al capolinea degli scritti con il «quizzone» - docenti e studenti abbiano dato prova di una scuola effettivamente «viva, efficiente ed efficace». Un settore che, perciò, non va penalizzato ma gratificato. «È vero - ha detto il ministro - che tagliare gli sprechi è fondamentale e necessario per l’economia del Paese, ma solo se questo non si traduce in una decurtazione dei diritti». E proprio per evitare sforbiciate indiscriminate Fioroni ha annunciato l’attivazione di un gruppo di lavoro anti-sperperi che si metterà a spulciare il bilancio del ministero per individuare eventuali «falle» e sappia dove colpire. «La scuola italiana - ha detto - non può permettersi sprechi, ma le risorse umane ed economiche che devono garantire, ad esempio, l'integrazione dei diversamente abili, il diritto allo studio nelle zone montane o disagiate, non rientrano nella fattispecie dello spreco ma, anzi, nella voce investimenti per la coesione sociale e lo sviluppo economico del paese. Sono certo che il ministro dell'Economia condivide questa impostazione». Un secco «basta» alle penalizzazioni è arrivato dai sindacati di settore. «Non siamo disponibili - ha avvertito il segretario generale della Flc-Cgil, Enrico Panini - a subire nessun tipo di taglio e ci aspettiamo dalla coalizione che ha vinto le ultime elezioni la realizzazione degli impegni sottoscritti per la scuola a partire proprio dall’immediato incremento degli investimenti». In quanto a quelle classi che sono compo0ste da dodici bambini e tre insegnanti che, secondo Padoa Schioppa, testimonierebbero l’esigenza di ridurre le spese, Panini ha fatto notare che le classi funzionanti nella scuola statale «sono sempre costituite da un numero di studenti «regolarmente» superiore ai limiti consentiti dalla legge, fatta eccezione per le scuole di montagna». Non si possono proporre nuovamente misure restrittive «in settori che da più di dieci anni sono stati oggetti di tagli continui, in termini di risorse umane e finanziarie ogni oltre limite di tollerabilità», fa notare il segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima. E avverte: «se si vorranno perseguire politiche devastanti, come quella annunciata, saremo pronti a contrastarla con la mobilitazione della categoria». La spesa per l’istruzione «non può essere assolutamente ridotta, perchè - ricorda il segretario generale della Uil scuola Massimo Di Menna - l’Italia già spende poco sia in rapporto al Pil sia rispetto agli altri paesi europei, mentre servono investimenti aggiuntivi». «Non vanno decisi tagli che non darebbero risultati e impoverirebbero l'offerta scolastica» conclude il sindacalista per il quale «se la situazione finanziaria è grave e la medicina deve essere amara, questa medicina deve essere data a chi si è arricchito e non a chi si è impoverito, a chi vive soltanto del proprio stipendio, perchè così facendo nessuno alla fine "guarisce", ma anzi la malattia si aggrava ancora di più e rischia di diventare incurabile».

da Gazzetta del Sud
Sabato, 24 Giugno 2006

Il giro di vite preannunciato da Padoa Schioppa mette in allarme il ministro dell'Istruzione e i sindacati

Flavio Haber

ROMA – Ben venga un giro di vite, ma sugli sprechi non sulle risorse. Con sfumature diverse lo hanno sottolineato ieri sia il ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, sia i sindacati di categoria alla luce dei tagli alla spesa, inclusi quelli per la scuola, annunciati dal ministro dell'Economia Padoa Schioppa per rimettere in sesto i conti pubblici. Una drastica «cura» che rischia non di guarire ma – avvertono i sindacati – di far aggravare il paziente.
«La scuola italiana merita di più» ha detto Fioroni che, visitando gli alunni-degenti del Gemelli, ha osservato come anche in occasione degli esami di maturità – arrivati al capolinea degli scritti con il «quizzone» – docenti e studenti abbiano dato prova di una scuola «viva, efficiente ed efficace». Un settore che, perciò, non va penalizzato ma gratificato. «È vero – ha detto il ministro – che tagliare gli sprechi è fondamentale e necessario, ma solo se questo non si traduce in una decurtazione dei diritti». E proprio per evitare sforbiciate indiscriminate Fioroni ha annunciato l'attivazione di un gruppo di lavoro anti-sperperi che si metterà a spulciare il bilancio del ministero per individuare dove colpire. «La scuola italiana – ha detto – non può permettersi sprechi, ma le risorse umane ed economiche che devono garantire, ad esempio, l'integrazione dei diversamente abili, il diritto allo studio nelle zone montane o disagiate, non rientrano nella fattispecie dello spreco ma, anzi, nella voce investimenti per la coesione sociale e lo sviluppo economico del paese. Sono certo che il ministro dell'Economia condivide questa impostazione».
Un secco «basta» alle penalizzazioni è arrivato dai sindacati di settore. «Non siamo disponibili – ha avvertito il segretario generale della Flc-Cgil, Enrico Panini – a subire tagli e ci aspettiamo dalla coalizione che ha vinto le elezioni la realizzazione degli impegni sottoscritti per la scuola a partire proprio dall'incremento degli investimenti». Quanto alle classi con 12 bambini e 3 insegnanti che, secondo Padoa Schioppa, testimonierebbero l'esigenza di ridurre le spese, Panini ha fatto notare che le classi funzionanti nella scuola statale «sono sempre costituite da un numero di studenti "regolarmente" superiore ai limiti consentiti dalla legge, fatta eccezione per le scuole di montagna».
Non si possono riproporre misure restrittive «in settori che da oltre 10 anni sono stati oggetti di tagli, in termini di risorse umane e finanziarie ogni oltre limite di tollerabilità», fa notare il segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima. E avverte: «se si vorranno perseguire politiche devastanti, come quella annunciata, saremo pronti a contrastarla con la mobilitazione della categoria».
La spesa per l'istruzione «non può essere ridotta, perché – ricorda il segretario generale della Uil scuola Massimo Di Menna – l'Italia già spende poco sia in rapporto al Pil sia rispetto agli altri paesi europei, mentre servono investimenti aggiuntivi». «Non vanno decisi tagli che non darebbero risultati e impoverirebbero l'offerta scolastica» conclude il sindacalista per il quale «se la situazione finanziaria è grave e la medicina deve essere amara, questa medicina deve essere data a chi si è arricchito e non a chi si è impoverito, a chi vive del proprio stipendio, perché così nessuno "guarisce", la malattia si aggrava».

 
 
 
 

Tommaso Padoa Schioppa nasce a Belluno nel 1940. Laureato all’Università Luigi Bocconi nel 1966, inizia la sua carriera professionale alla C & A Brenninkmeyer, dal 1968 comincia a collaborare con la sede milanese della Banca d’Italia, raggiungendo il titolo di Responsabile della Divisione Mercati Monetari del Dipartimento di Ricerca. Nel 1979 è Direttore Generale per l’Economia e gli Affari Finanziari alla Commissione Europea, e nel 1983 assume il ruolo di Direttore Generale per la Ricerca Economica alla Banca d’Italia. La sua brillante carriera continua con una carica di Direttore del CONSOB nel 1987.  Il 20 aprile 2006 ha accettato di diventare il ministro dell'Economia del nuovo governo Prodi. La presenza di Padoa-Schioppa diventa centrale, scrive il quotidiano Repubblica, per la volontà dichiarata di Prodi di "fare un bel governo, un governo forte con un programma che attueremo sul serio". 







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