Congelamento nel rinnovo dei contratti scaduti, blocco del turn over nella scuola blocco degli stipendi degli universitari
Data: Domenica, 18 giugno 2006 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Comunicati


Padoa Schioppa mette in difficoltà la scuola

da tecnicadellascuola.it

Domenica, 18 Giugno 2006

di R.P.

 

Blocco del turn-over, sospensione del piano di assunzioni, basta con gli aumenti automatici e (forse) rinvio della trattativa contrattuale: sono queste le misure che il Ministro dell'Economia avrebbe in mente per mettere in ordine i conti pubblici. Ma i sindacati non ci stanno.

Nonostante le apparenze il quadro politico e sindacale della scuola non è né semplice né sereno.

A complicare la situazione ci ha pensato nelle ultime ore il ministro dell’Economia Padoa Schioppa che nell’incontro con i leader delle confederazioni sindacali ha fatto chiaramente intendere che non solo non c’è possibilità di aumentare il numero dei precari da immettere in ruolo ma che addirittura bisognerà che anche la scuola faccia la sua parte per raggiungere l’obiettivo della riduzione del deficit.

E già si parla di blocco del turn over e persino della sospensione degli aumenti di stipendio automatici legati all’anzianità.

L’ipotesi più drammatica riguarda il rinvio delle trattative per il rinnovo del contratto scaduto il 31 dicembre 2005, anche se ovviamente il Governo è al lavoro per evitarlo; anche perché, se si dovesse davvero percorrere questa strada, i sindacati, che finora hanno mostrato grande apprezzamento per ogni iniziativa del Ministro, sarebbero in qualche modo costretti a prendere le distanze se non addirittura a promuovere iniziative di protesta (non a caso c’è chi - all’interno del sindacato - sta già parlando di sciopero generale del pubblico impiego).

Il capitolo "Riforma" è altrettanto delicato.

In queste ultime settimane gli atti del Ministro sono piaciuti ai sindacati, ma certamente una nota di poche righe sul portfolio non è sufficiente a ridare serenità alla scuola del primo ciclo, dove le attese - alimentate dalle stesse organizzazioni sindacali - erano ben altre.

Il fatto è che la revisione della riforma Moratti si sta rivelando un po’ più difficile del previsto. Una ipotesi che sta emergendo è quella di approvare un apposito provvedimento di legge che proroghi i tempi per la revisione e la correzione dei decreti legislativi già approvati. Per chiarire: il decreto 59 sul primo ciclo poteva essere modificato entro il mese di settembre 2005; una ulteriore proroga di 18 mesi consentirebbe di apportare modifiche entro marzo 2007.

Ma intanto nella stessa maggioranza i contrasti non accennano a diminuire.

Proprio in queste ore la responsabile scuola di Rifondazione, Loredana Fraleone, è intervenuta per mettere in evidenza alcune pesanti contraddizioni: mentre il programma dell’Unione, sostiene in sintesi Fraleone, prevede la completa revisione del sistema del II ciclo, in molte Regioni, anche di centro-sinistra, prosegue la sperimentazione dei percorsi integrati di istruzione-formazione professionale che sono la negazione del progetto di estensione dell’obbligo scolastico a 16 anni.

Fraleone non lo dice esplicitamente, ma la sua sembra anche una polemica indiretta nei confronti di Cgil e Cgil-Flc che stanno aprendo la trattativa del contratto della Formazione professionale dando per scontato che la formazione faccia pienamente parte del sistema di istruzione/formazione e che serva anche a ridurre la dispersione scolastica.

Fortunatamente per il Governo, nelle scuole c’è ormai aria di vacanza, ma sarebbe un errore non presentarsi preparati al suono della campanella di inizio d’anno: il sostegno dei sindacati potrebbe non bastare a Fioroni. Il "caso Berlinguer" dovrebbe aver insegnato qualcosa.

 

 

L'Anci presenta il conto: per la scuola ci vuole mezzo miliardo di euro

di R.P. 

Per garantire la messa a norma degli edifici, il diritto allo studio, la mensa dei docenti e il pagamento della Tarsu ci vogliono, secondo i Comuni, almeno 500 milioni di euro. Gli Enti Locali chiedono che il Governo preveda adeguati stanziamenti già con il DPEF. 

In previsione della redazione del DPEF che il Governo dovrà approvare nelle prossime sttimane, gli Enti Locali formulano le loro proposte.

Per quanto riguarda la scuola il conto che i Comuni presentano è particolarmente salato e supera i 500milioni di euro che non si sa bene però in che modo possano essere reperiti.

D’altronde le richieste dei Comuni sono tutte quante legittime e motivate e derivano in larga misura da impegni già assunti in passato dallo Stato e che sono stati però parzialmente disattesi.

Al primo posto ci sono i problemi dell’edilizia: in molte realtà mancano aule e locali, mentre in altri casi gli edifici esistenti non sono a norma.

Per questa voce i Comuni chiedono almeno un centinaio di milioni di euro e propongono che le spese sostenute direttamente dagli Enti Locali vengano escluse dal blocco previsto dal patto di stabilità.

Altra voce importante è quella del diritto allo studio i cui stanziamenti vanno incrementati anche in relazione alla diminuzione dell’abbandono scolastico e all’aumento di studenti che fruiscono del diritto-dovere all’istruzione e alla formazione previsto dalla legge 53. I Comuni parlano di un aumento di 125mila studenti all’anno per i quali, a conti fatti, bisogna calcolare un incremento di spesa di 50milioni di euro.

Il capitolo della Tarsu (la tassa raccolta rifiuti) costa da solo 140milioni di euro: 40 per coprire le spese del 2007, altri 100 per coprire, in modo forfetario, il disavanzo degli ultimi anni determinato dal mancato trasferimento alle scuole dei fondi necessari al pagamento di quanto richiesto dagli Enti Locali.

E per concludere c’è la mensa gratuita per i docenti delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo (primaria e secondaria di primo grado) che operano nelle classi di tempo pieno e che quindi svolgono funzione educativa durante la refezione.

In questo caso la cifra è meno elevata, ma si tratta pur sempre di 20milioni di euro.

Facendo la somma di tutto si arriva appunto a mezzo miliardo abbondante di euro.

Se si tiene conto che Padoa Schioppa ha già fatto capire che si potrebbe correre il rischio di bloccare i contratti pubblici, c’è davvero da chiedersi come si faranno a trovare le risorse chieste dai Comuni.

17/06/2006







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