Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola. La  newsletter  settimanale  di  Tuttoscuola
Data: Martedì, 23 luglio 2002 ore 19:43:24 CEST
Argomento: Opinioni


1. Nessuna assunzione

Eravamo stati facili profeti (v. TuttoscuolaNEWS n. 60 del 15  luglio)
a prevedere, prima della comunicazione ufficiale del ministero e delle
scontate reazioni sindacali, che non ci sarebbero state le  nomine  in
ruolo entro il 31 luglio.
Non c'erano piu' i tempi tecnici, avevamo detto,  ma  soprattutto  non
c'era (e non c'e') una chiara volonta' politica di dare  soluzione  al
problema: la questione delle  nomine  supera  gli  aspetti  tecnici  e
procedurali   del  provvedimento,  solamente  la  "voce  del  padrone"
Tremonti potrebbe risolvere il problema.
Il   ministero  dell'Istruzione  sembra  aver  subito  pesantemente  i
condizionamenti  posti  dal  ministero  dell'Economia,  al  punto  che
diversi annunci  dei  sottosegretari  di  turno  che  davano  garanzie
sull'esito positivo della vicenda sono  stati  puntualmente  smentiti.
Perche'?
Oggi nel tradizionale braccio di ferro tra dicasteri dell'Istruzione e
dell'Economia, a perdere e' sempre il primo. Prevale forse una visione
"ragioneristica", attenta solo al bilancio?  L'istruzione  vista  come
spesa e non come investimento strategico? A questo punto o  si  tratta
di miopia politica  dell'uno  o  di  una  non  adeguata  capacita'  di
prospettare l'esigenza di miglioramento del servizio delle  scuole  da
parte dell'altro.  Insomma  un  problema  di  credibilita'  sul  piano
politico. Vediamo di approfondirne le possibili ragioni.


2. Le cause del braccio di ferro tra Istruzione e Tesoro

In questo rapporto di  forze  sbilanciato  pesano  certamente  origini
lontane.    Le   Finanziarie  degli  anni  scorsi  prevedevano  tagli
complessivi del 4% di organico, ma  nei  fatti  alla  fine  i  docenti
aumentavano di numero pur in  presenza  di  una  quantita'  di  alunni
sostanzialmente stabile.
Ma non hanno certamente contribuito a  rafforzare  il  peso  negoziale
dell'amministrazione scolastica  certi  balletti  di  cifre,  come  ad
esempio sugli insegnanti di sostegno, che sarebbero oggi ben 75  mila,
cioe' 18 mila in piu' rispetto al target di 57 mila  previsto  per  il
2001-02 e confermato dal decreto  interministeriale  del  19  febbraio
scorso sugli organici 2002-03 (sembra infatti che rispetto ai 68  mila
censiti nei quadri ministeriali, ne siano saltati fuori altri 7 mila);
ne' ha aiutato nei rapporti gia' tesi  con  il  team  di  Tremonti  la
mancanza di cifre puntuali riguardo  all'attuazione  dell'art.  3  del
decreto legge n. 255/2001, che avrebbe  comportato  un  incremento  di
circa 10 mila docenti, del quale sembra che il  Miur  si  sia  accorto
solo dopo che il Tesoro aveva fatto notare  che  stava  liquidando  un
numero di stipendi maggiore  rispetto  alle  tabelle  di  organico  di
diritto definite dall'Istruzione.
Insomma, la domanda che si pone oggi piu' di ieri, a questo  punto  e'
un'altra e va ben oltre la questione delle mancate assunzioni: saranno
possibili le grandi riforme e  i  grandi  impegni  per  rilanciare  la
scuola se a decidere, anziche'  il  ministro  dell'Istruzione,  e'  il
ministro dell'Economia?


3. Assunzioni e concorsi rinviati, prove  tecniche  di  riduzione  del
personale?

Concorso per dirigenti scolastici che non decolla, immissioni in ruolo
dei docenti nemmeno a parlarne: perche' l'Amministrazione  scolastica,
contraddicendo diversi impegni  formalmente  assunti,  ha  fermato  la
macchina del reclutamento nella scuola?
La ragione di questi che sembrano formalmente dei rinvii di operazioni
da farsi a tempi migliori sembra dettata da ragioni di bilancio  e  di
alleggerimento della spesa per l'istruzione almeno per il 2002. Ma noi
riteniamo che i costi per il personale a tempo determinato che  dovra'
sostituire i mancati docenti di ruolo non  determineranno  sostanziali
risparmi nell'anno. Neanche l'utilizzo di  presidi  incaricati  invece
dei dirigenti scolastici, aggiungiamo, produrra' sostanziali  risparmi
rispetto al costo di  dirigenti  di  ruolo,  vista  la  nuova  entita'
dell'indennita' per funzioni superiori e la  nomina  di  supplenti  al
posto degli incaricati.
Quindi? La ragione del mancato reclutamento potrebbe essere  un'altra:
non vincolare l'amministrazione alla rigidita' di organici completi di
personale per  avere  le  mani  libere  per  possibili  interventi  di
riforma.
Ecco    allora  che  le  10.500  istituzioni  scolastiche  attualmente
funzionanti    potrebbero  essere  drasticamente  ridotte  di  numero,
utilizzando i dirigenti scolastici attuali  o  poco  piu'.  Anche  gli
organici dei docenti, viste le recenti censure della Corte  dei  Conti
per l'eccedenza dei costi del 2001 (6 miliardi di euro) e il disavanzo
di spesa in corso per il 2002 (1 miliardo di euro  gia'  accertato,  e
non sono da escludere ulteriori sorprese), dovuti in entrambi  i  casi
soprattutto  al  peso  del  personale,  potrebbero  avere  bisogno  di
sfoltimento.
Meglio dunque contenere il numero del personale  di  ruolo  e  tenersi
flessibilita' e spazi di manovra utilizzando temporaneamente personale
con    rapporto   di  lavoro  provvisorio.  Questo  probabilmente  il
ragionamento sotteso a certe scelte dilatorie.


4. Supplenze: cominciano le grandi manovre per le nomine annue

L'obiettivo del ministro Moratti per garantire la regolarita' di avvio
dell'anno scolastico fu duplice l'anno scorso: nominare i  docenti  in
ruolo entro il 31 agosto (non era successo da decenni) e  subito  dopo
nominare i supplenti annui.
La prima operazione riusci' quasi brillantemente,  mentre  la  seconda
lascio' un po' a desiderare, soprattutto nelle grandi citta'  dove  si
concluse due o tre mesi dopo.
La grande abbuffata  di  nomine  si  ripetera'  anche  quest'anno  con
l'anticipo di un mese, ma riguardera' solamente le supplenze annue.
Spettera'  direttamente  alle  istituzioni  scolastiche,  dopo  il  31
luglio,  procedere  alle  nomine  di  supplenza  annuale,  avvalendosi
formalmente, a differenza  dell'anno  scorso,  dell'organizzazione  di
reti di scuole che faranno capo a una sola istituzione  scolastica  di
riferimento.
Il    ministero  ha  gia'  fornito  indicazioni,  supporti  tecnici  e
calendario degli adempimenti (circolare  n.  82  del  19  luglio).  Le
istituzioni scolastiche di riferimento  inizieranno  il  12  agosto  a
convocare gli insegnanti secondo l'ordine  di  graduatoria,  a  patto,
ovviamente, che a quella data siano stati definitivamente  individuati
i posti e le cattedre scoperte.
Il tempo (e la prima esperienza in assoluto  maturata  l'anno  scorso)
sembra sufficiente per consentire di concludere le  operazioni  per  i
primi di settembre; ma i supplenti saranno costretti a rinunciare alle
vacanze per un "posto al sole".

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5. Elementari: a rischio le prime a tempo pieno

Uno stop molto grave ad un  servizio  in  continua  crescita  che  nel
2001-02 e' stato richiesto da una famiglia su quattro: le prime classi
di elementare che l'anno scorso funzionavano a tempo pieno sono  state
confermate, ma per le nuove prime classi il  taglio  di  organici  non
consentira', in molti casi,  il  funzionamento  con  doppio  organico.
Bisognera' quindi arrangiarsi. Lo stesso trattamento  viene  riservato
alle prime classi della scuola media a tempo prolungato.
Sono queste le conseguenze della direttiva contenuta  nella  circolare
n. 77 dell'8 luglio  "Adeguamento  dell'organico  alla  situazione  di
fatto" per l'imminente nuovo anno scolastico.
Qualche situazione fortunata si salvera', ma in molti  casi,  mancando
gli    insegnanti,   si  preferira'  logicamente  dar  la  precedenza
all'istituzione di una classe piuttosto che arricchire il servizio per
un'altra.    I   direttori  regionali  faranno  fronte  all'emergenza
"ricorrendo a forme di organizzazione flessibile del  tempo  scuola  e
delle risorse, nonche' intervenendo con apporti  economici  aggiuntivi
(stanziamenti di cui alla legge n. 440/1997, ecc.)".
Se non vi saranno concreti interventi di  segno  opposto,  il  2002/03
potrebbe segnare l'inizio di un processo di inversione di un  servizio
che oggi, nell'elementare, e' richiesto (anche con domande in lista di
attesa) da quasi 600 mila famiglie su poco piu' di 2,5 milioni.
La richiesta e' molto alta in particolare nelle scuole del nord  ovest
(43% degli alunni iscritti) con il Piemonte  che  ha  quasi  la  meta'
degli alunni in classi a tempo pieno.


6. Le Intese con le Regioni: una via d'uscita per la legge che non  va
avanti

Come  Tuttoscuola  ha  piu'  volte  rilevato,  e'  verosimile  che  le
difficolta' di vario genere che ostacolano il  cammino  della  riforma
generale stiano inducendo il ministro Moratti a battere, in  parallelo
e per certi aspetti in alternativa, la  strada  della  sperimentazione
attraverso lo strumento delle Intese con le Regioni disponibili, cioe'
quelle guidate dal centro-destra (piu' la provincia di  Trento).  Ecco
quindi gli  accordi,  alcuni  gia'  formalizzati  altri  in  dirittura
d'arrivo, con  Lombardia,  Piemonte,  Veneto,  Friuli-Venezia  Giulia,
Lazio, Molise e Puglia (v. TuttoscuolaNEWS n. 60 del 15 luglio).
Il    dibattito   in  Commissione  al  Senato  sulla  legge  e'  fermo
all'articolo    2    (se   ne   possono   seguire  gli  sviluppi  in
www.istruzione.it   ),  passera'  in  aula  per  il  30  luglio  (come
anticipato da Tuttoscuola otto giorni fa) ed  e'  ormai  certo  che  a
settembre non potra' vedersi alcuna novita' tra quelle  preannunciate,
neppure l'anticipo dell'eta' di iscrizione alla scuola dell'infanzia e
a quella elementare.
Le Intese diventano cosi'  una  via  d'uscita  dall'immobilismo.  Esse
avrebbero oltretutto il vantaggio di cominciare  a  sottoporre  ad  un
concreto collaudo il sistema di istruzione e formazione  professionale
profilato nel ddl (il nodo politico piu'  intricato),  e  se  i  tempi
parlamentari della riforma dovessero slittare, anche lo sviluppo delle
sperimentazioni avviate dal  settembre  2002  potrebbe  costituire  un
utile punto di riferimento. Sempre che le  Intese  non  finiscano  per
mettere in campo soluzioni organizzative e curricolari troppo diverse,
cio' che potrebbe compromettere la  coerenza  generale  della  riforma
prefigurata nel ddl.
Un sintomo di possibili complicazioni si  puo'  gia'  intravedere:  in
cinque delle sei nuove Intese si rinvia la definizione  degli  accordi
operativi a commissioni miste  regionali,  formate  da  rappresentanti
delle Regioni, del MIUR e del Ministero del Lavoro.  Invece  nel  caso
del Piemonte sembra che sara' la Regione a decidere. Unilateralmente?


7. Spoils system in arrivo: prove di autodifesa

Chissa'  perche'  molti  giornali  italiani  utilizzano  l'espressione
gergale anglo-americana  "spoils  system"  (sistema  di  distribuzione
delle "spoglie")  al  singolare,  e  scrivono  "spoil"  system,  senza
rendersi conto di commettere un errore, visto che  la  parola  si  usa
solo    al    plurale,   o   di  produrre  un  involontario  effetto
comico-realistico: il verbo "to spoil" significa infatti "rovinare", e
l'espressione "spoil system" (che gli anglofoni  comunque  non  usano)
finirebbe per significare qualcosa come  "sistema  della  rovina"  (di
qualcuno    o   per  qualcuno).  Cioe'  esattamente  cio'  che  molti
superburocrati e medioburocrati temono  che  possa  loro  accadere  in
applicazione della ormai operativa legge  Frattini,  in  virtu'  della
quale entro 60-90 giorni - cioe'  tra  ottobre  e  novembre  -  verra'
deciso se confermarli nei loro incarichi, spostarli ad altro  incarico
o addirittura parcheggiarli nel limbo dei "compiti di studio".
In attesa degli eventi, c'e' chi fa sapere  di  essersi  politicamente
riposizionato,  e  c'e'  anche  chi,  confermando  la  propria  scelta
ulivista tenta un'autodifesa preventiva,  forte  dei  buoni  risultati
ottenuti e dell'alto indice di gradimento conquistato: e' il caso  del
direttore generale dell'ufficio  scolastico  regionale  della  Liguria
Gaetano Cuozzo, per la cui conferma si sono mossi nei giorni scorsi il
sindaco di Genova Pericu e il piu' autorevole  quotidiano  locale,  il
"Secolo XIX". Ma molta incertezza regna  sul  destino  di  altri  alti
dirigenti,   alcuni  dei  quali  non  provengono  dall'Amministrazione
scolastica, a differenza di Cuozzo (che ne fa parte dal 1968).


8. L'ispettore Mario Fierli va in pensione. Forse

La storia dell'ispettore Mario Fierli, diventato in era berlingueriana
direttore  generale  del  servizio  per  l'automazione  informatica  e
l'innovazione tecnologica,  e'  quanto  meno  singolare.  L'ispettore,
assai noto per la sua competenza specifica in  campo  informatico  (e'
stato    per   molto  tempo  il  primo  e  unico  ispettore  italiano
specializzato nel settore), e regista  di  tutte  le  piu'  importanti
iniziative sul tema realizzate dal Ministero negli ultimi anni,  aveva
deciso gia' da qualche mese di andare in pensione, ed aveva presentato
percio' le sue dimissioni. Forse anche - si dice - per  prevenire  una
sua probabile sostituzione: troppo stretto e noto  era  stato  il  suo
rapporto con Berlinguer e De Mauro, anche se altrettanto noto tra  gli
addetti ai lavori era (ed e') il  suo  carattere  orgoglioso,  la  sua
autonomia di pensiero.
Ma non  ha  ottenuto  risposta  formale.  Cosi',  per  mesi,  egli  ha
continuato ad esercitare le funzioni di direttore  del  servizio,  pur
vedendosi sempre piu'  spesso  scavalcato  dal  giovane  e  iperattivo
consigliere per l'innovazione tecnologica del ministro Moratti, l'ing.
Alessandro Musumeci. Questi ha finito per operare come una  specie  di
direttore-ombra,    creando  qualche  imbarazzo  sia  all'interno  che
all'esterno del Ministero, visto che formalmente  egli  non  ricopriva
alcun incarico, salvo quello di consigliere.  Fierli,  qualche  giorno
fa, ha reiterato le sue dimissioni dal servizio, ma ha specificato che
fino a quando esse non saranno state accettate,  egli  continuera'  ad
esercitare le  sue  funzioni.  A  questo  punto  la  vicenda  dovrebbe
concludersi. Ma il condizionale e' d'obbligo,  visto  che  si  sarebbe
potuta concludere gia' da tempo.


9. L'orto di viale Trastevere

Una volta a Trastevere c'erano gli orti, e forse  erano  tanti,  visto
che c'e' tuttora una strada che li ricorda,  la  "via  degli  orti  di
Trastevere". Una via che adesso, pero', attraversa due  file  compatte
di palazzi, quasi tutti per uffici. Il quotidiano  "Libero"  e  la  TV
hanno    pero'  scoperto  che  almeno  un  orto  e'  sopravvissuto  in
Trastevere, quello coltivato sul tetto del  Ministero,  e  curato  dai
custodi dell'edificio, che risiedono in esso da tempo immemorabile.  A
noi pare, per la verita', che su questa questione sia stato montato un
"caso" del tutto sproporzionato, tanto da far supporre che  dietro  di
esso si nasconda l'intenzione  di  creare  ulteriori  problemi  ad  un
Ministro  gia'  in  difficolta'  su  vari  fronti  (anche  interni  al
Governo), oppure quella di spingerlo  verso  una  drastica  azione  di
ricambio del modello organizzativo e del personale  che  lavora  nello
storico    palazzo  di  viale  Trastevere.  Se  fosse  cosi',  sarebbe
auspicabile che le vere intenzioni -  anche  quelle  degli  organi  di
informazione - fossero enunciate in modo esplicito, senza  nasconderle
dietro "scoop", come quello sul tetto del  MIUR,  alquanto  ambigui  e
anche un po' (troppo) velenosi.

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