Deserto il sit-in dei bidelli promosso dalla FC-CGIL di Catania davanti ai cancelli del CSA di Via Coviello per la mattinata del 29.5.2006.
Data: Lunedì, 29 maggio 2006 ore 20:43:32 CEST
Argomento: Ufficio Scolastico Provinciale


Ma a quale pro si persiste pervicacemente a collezionare insuccessi politici e sindacali da parte del gruppo dirigente di Catania dell’O.S., quando a fronte di un migliaio di iscritti si riesce a portare in strada una sparuta schiera di seguaci?

Eppure moltissime scuole erano chiuse perché sedi di seggi elettorali, con il personale docente e ATA libero dal servizio. E questo personale non ha avuto nessun appeal a partecipare alla manifestazione di strada; manifestazione che era stata richiesta al Questore e al sindaco di Catania con fax del segretario organizzativo della FL-CGIL A. Licciardello del 24.5.2006, del seguente tenore: “ Si comunica che lunedì 29 maggio dalle ore 8.30 alle ore 11.30 si terrà un’assemblea del personale ATA delle scuole di Catania nel tratto antistante il C.S.A. di Via Coviello n. 15 “
Questo era anche il senso del comunicato stampa recapitato al quotidiano locale che parlava di mobilitazione degli ATA. La richiesta rivolta alle scuole, invece, era diretta non solo al personale ATA ma a tutto il personale scolastico; non solo, ma la richiesta era specifica per le scuole della città, mentre talvolta aggiunta a penna figurava anche la dicitura “ e provincia “.

Come si possa convocare il personale di una Città come Caltagirone, distante da Via Coviello più di due ore e mezzo di strada, è poi un ragionamento che sfugge a qualsiasi logica, se non quella di indire e regalare “ una giornata di vacanza “ ad iscritti e non iscritti.
E questo mentre da un canto si dice di voler difendere la scuola pubblica contro i presunti privilegi della scuola privata; salvo poi a mettere a dura prova la tenuta della scuola pubblica con queste contrastanti iniziative che provocano solo disservizi.
E i disservizi sono le cose che fanno paura ai genitori e agli utenti e che li inducono a farsi dei pregiudizi nei confronti della scuola pubblica. Quindi si dice di difendere una entità che invece si contribuisce fattivamente a smontare.
Non sarebbe certamente più comodo semplice e opportuno convocare i propri iscritti al chiuso del confort di un cinema o di una grande aula magna di una scuola, con tutti i supporti tecnici e logistici adeguati?
Quale altro sindacato di una categoria professionale, pensiamo ai medici agli avvocati agli ingegneri ai notai convocherebbe i propri iscritti per strada? Sarebbe una offesa una mancanza di rispetto e una “ diminuitio “ alla dignità professionale della categoria rappresentata. E infatti nessuno lo farebbe se non per gravissimi motivi e per gravi emergenze.
Ma, tant’è … I docenti sono considerati “ massa di manovra “ impiegatizia e indifferenziata tanto che possono coesistere nello stesso comparto e nella stessa RSU con bidelli e amministrativi.
Ma non era questo il caso. E i docenti e gli stessi bidelli di Catania hanno declinato, lasciando in solitudine il gruppo dirigente della locale FL-CGIL.
Ancora di più sorprende il silenzio dei gruppi dirigenti regionali e nazionali dello stesso sindacato che indirettamente subiscono un contraccolpo dall’atteggiamento politico sconsiderato del gruppo dirigente locale.
Se questo non è argomento di dimissioni, su che cosa si dovrà misurare la capacità di mobilitazione e di coinvolgimento? Sul numero forse di citazioni ex art. 28 nei confronti di presidi?
Ma questo significa stravolgere la lotta sindacale e trasferirla su un terreno, quella del sindacalismo giudiziario, estraneo alla cultura e alla tradizione del sindacalismo confederale italiano.

 







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