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«Eurorobot 2006» dall'1 al 3
giugno - Catania capitale di robotica
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Azione studentesca critica le scelte - Giornata creatività, occasione perduta
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Contributi-cenere il Cga rigetta la sospensiva
«Eurorobot
2006» dall'1 al 3 giugno - Catania capitale di robotica
Nell'aula magna del Palazzo Centrale dell'Università, è stata presentata
la nona edizione dei campionati internazionali di robotica "Eurobot
2006", che si terranno da giovedì 1 giugno a sabato 3 alla Perla Jonica di
Capomulini.
L'edizione
2006 di Eurobot è stata inserita dall'Unione Europea fra gli eventi della «Settimana
Europea della Scienza».
Nelle
gare della fase finale di Eurobot 2006, due robot totalmente autonomi devono
sfidarsi in una serie di prove di abilità stabilite di volta in volta:
quest'anno i piccoli automi costruiti dagli studenti delle Facoltà d'Ingegneria
dei Paesi partecipanti si sfideranno in un'appassionante gara di golf.
Per
questa edizione le selezioni nazionali si sono svolte in 27 Paesi diversi, per
un totale di 60 squadre, provenienti da Algeria, Austria, Belgio, Repubblica
Ceca, Francia, Germania, Italia, Serbia, Montenegro, Romania, Spagna, Svizzera.
Tra le altre nazioni coinvolte, con un numero inferiore o uguale a tre squadre,
e che quindi non richiedono qualifiche nazionali, partecipano inoltre Danimarca,
Finlandia, Ungheria, Irlanda, Olanda, Norvegia, Portogallo, Russia, Slovacchia,
Canada, Iran, Marocco, Arabia Saudita, Tunisia. Per la prima volta si terrà
inoltre anche una selezione italiana alla quale sono registrate ben cinque
squadre.
A
Catania si prevede quindi una presenza di circa 350 studenti e 100 tra
accompagnatori, docenti, giornalisti delle più importanti testate
internazionali e persone dell'organizzazione. (da La Sicilia)
Azione
studentesca critica le scelte - Giornata creatività, occasione perduta
La
Giornata della creatività studentesca continua a provocare polemiche. Dopo
quella sollevata dalla Cgil ieri sono intervenuti i rappresentanti degli
studenti in seno alla Consulta provinciale aderenti ad Azione Studentesca, che
hanno inviato una lettera aperta al dirigente del Csa, Raffaele Zanoli, per
lamentare una cattiva gestione della manifestazione. Giornata della creatività
studentesca, accusando specificatamente il presidente Toti Lombardo.
Nella
lettera i rappresentanti denunciano una «assoluta mancanza di coinvolgimento
della rappresentanza studentesca, della giunta esecutiva e addirittura
dell'intera comunità studentesca». Da qui, a loro avviso, «la scarsissima
partecipazione all'iniziativa, con relativo dispendio di denaro pubblico a cui
non è conseguito il raggiungimento degli obiettivi della manifestazione, ovvero
la partecipazione e la espressione della creatività di larga parte del mondo
studentesco». «L'aver affidato l'organizzazione della manifestazione di fatto
a una ditta esterna è molto discutibile - commentano Ugo Bellavia e Alessandro
Lanzafame, coordinatori provinciali di As e membri della Consulta - anche perché
ha fatto lievitare i costi di gestione». Critiche arrivano anche dai membri
della Giunta esecutiva della Consulta stessa: «Non siamo stati totalmente
coinvolti nelle scelte e purtroppo è venuto meno lo spirito della giornata
della creativà studentesca. Crediamo che il dirigente del Csa debba intervenire
con un'indagine per individuare le responsabilità di questa cattiva gestione»,
dice Andrea Calanni, membro della Giunta esecutiva della Consulta. Ancora, gli
ex presidenti della Consulta degli studenti. Giacomo Bellavia, Lucia Polizzi e
Isabella Lambusta, in una nota ricordano che «la Giornata della creatività
studentesca è stata da sempre una manifestazione organizzata dagli studenti per
gli studenti; non è un caso che pochissimi si siano sentiti coinvolti e quindi
ci sia stata scarsa partecipazione. Affidando la gestione di fatto ad una ditta
esterna, il presidente Toti Lombardo ha perso l'occasione di far maturare agli
studenti una esperienza di crescita in termini di capacità espressiva e
organizzativa». (da La Sicilia)
Contributi-cenere
il Cga rigetta la sospensiva
Catania
23.5.2006 Il Cga mette un altro punto fermo nella vertenza sui contributi cenere
per i danni causati dall'eruzione dell'Etna nell'autunno del 2001. Una
"pioggia nera" attorno alla quale, anni dopo, s'è sviluppata una
vicenda che - per le paradossali disparità fra dipendenti pubbliche privati ma
anche fra dipendenti della stessa pubblica amministrazione - ha catalizzato
l'attenzione dei cittadini catanesi e quelle delle autorità locali e nazionali.
Due
giorni fa, infatti, il massimo organo della giustizia amministrativa, ha
rigettato la domanda di sospensione (presentata dall'Avvocatura generale di
Palermo) delle sentenze esecutive del Tar di Catania (che pochi mesi fa aveva
accolto le richieste dei ricorrenti), riconoscendo valide le motivazioni che
avevano portato la sezione catanese del Tribunale amministrativo ad annullare il
decreto della Presidenza del Consiglio del 10 giugno del 2005. Eppure in sede
cautelare (e difatti il Cga si pronuncerà nel merito soltanto in seguito, e
potrebbero trascorrere anche degli anni) il Consiglio ha disposto che le
amministrazioni chiamate in causa rispettino le sentenze del Tar etneo e quindi
dispongano il pagamento dei contributi ai ricorrenti. Si tratta di un
provvedimento molto importante che sancisce al momento il diritto dei dipendenti
pubblici ad avere corrisposti i contributi-cenere. I quali contributi erano già
stati disposti dalla nota a chiarimento della Protezione civile e dall'ordinanza
dell'ottobre del 2002.
Soddisfatto
per il pronunciamento del Cga è l'avv. Filippo Basile che, insieme al
professore Mario Libertini (che ha sottoscritto la memoria) ha curato gli
interessi di una parte dei ricorrenti (docenti universitari di Agraria). «E' un
fatto fondamentale che obbliga le amministrazioni al pagamento dei contributi e
a non trincerarsi dietro alibi ormai inesistenti. Al più
presto
- continua l'avv. Basile - procederemo per diffida presso gli enti coinvolti per
chiedere il rispetto delle sentenze». La decisione del Consiglio giustizia
amministrativa interessa all'incirca un migliaio di ricorrenti (dipendenti in
regime pubblicistico) e rappresenta un precedente molto importante per tutti gli
altri ricorsi pendenti al Tribunale amministrativo di Catania.
I
dipendenti pubblici e privati di ogni ordine e grado che al momento degli eventi
sismici e calamitosi risiedevano in una dei Comuni della provincia - Acirale,
Belpasso, Castiglione, Linguaglossa, Zafferana, Nicolosi, Ragalna, Milo,
Piedimonte e S. Venerina - già individuati con il decreto ministeriale del 14
novembre del 2002 del Ministero dell'Economia e delle Finanze, si trovano ora in
tante difficoltà. Lunghe code negli uffici dei commercialisti e in legali
specializzati in Diritto tributario. Questi dipendenti che hanno usufruito della
detassazione dell'Irpef non sanno infatti se restituire le somme percepite, come
farlo e a chi spetta la competenza delle trattenute. Le perplessità derivano
dalla scarsa chiarezza del quadro delineato dalle normative che hanno via via
disposto la proroga dello stato di emergenza in ordine ai gravi eventi sismici
verificatisi nel'autunno 2002. Sulla situazione si esprime adesso il dott.
Filippo Impallomeni, capo dipartimento provinciale del ministero dell'Economia,
nonché direttore Provinciale del tesoro. «Nonostante quanto già precisato da
La Sicilia - dice Impallomeni - continuano a pervenire, tramite gli uffici di
appartenenza, centinaia di istanze di dipendenti pubblici intese ad ottenere una
ulteriore proroga della sospensione del pagamento dell'Irpef alla luce della
proroga dello stato d'emergenza previsto dai decreti presidenziali del 19
dicembre e del 22 dicembre 2005. In effetti l'ultima proroga di questo beneficio
di legge è scaduta il 15 dicembre, come già stabilito dal ministero
dell'Economia e già dalla rata del primo gennaio si è provveduto a
ripristinare il pagamento della ritenuta fiscale nei confronti del personale per
il quale risultava attiva l'estinzione in oggetto. In realtà non tutti i
beneficiari della sospensione hanno già attivato le procedure di rimborso delle
ritenute fiscali con trattennute sugli stipendi che vanno versate in 304 rate a
partire dalla cessazione del beneficio (15 dicembre 2006), indipendentmente
della durata del periodo di sospensione». Giuseppe Bonaccorsi (da La
Sicilia)