La nota del Fondo Scuola Espero dopo la trasmissione Report del 21 maggio
Data: Sabato, 27 maggio 2006 ore 00:20:00 CEST
Argomento: Comunicati


La nota del Fondo Scuola Espero dopo la trasmissione Report del 21 maggio

A proposito di molte delle informazione date nel corso del programma Report de 21 maggio scorso, il Fondo Espero ha diramato una nota nella quale mette in evidenza la confusione che può essere stata generata dal fatto che i contenuti della trasmissione erano incentrati sull’analisi del funzionamento dei fondi pensione “aperti”, quelli, in buona sostanza, proposti dalle banche.

Come è noto c’è una profonda differenza tra fondi "aperti” e fondi "chiusi”, questi ultimi di natura negoziale, qual è appunto il Fondo Espero costituito per i lavoratori della scuola per offrire una possibilità di integrazione delle prestazioni garantite dalla previdenza pubblica.

Peraltro, i fondi “chiusi” non hanno e non possono avere scopo di lucro ed i benefici devono essere interamente devoluti agli associati.

Il Fondo Espero a breve costituirà gli organismi statutari definitivi, a seguito del raggiungimento delle richieste di adesione che hanno superato le 50.000 (un numero di molto superiore alle 30.000 previste dalle norme) a riprova del grande consenso che questo strumento riscuote tra i lavoratori della scuola.

Roma, 25 maggio 2006

Precisazioni su una trasmissione televisiva   In merito alle informazioni riportate dalla puntata di domenica 21 maggio della trasmissione di  Rai Tre Report,  Fondo Espero intende precisare quanto segue:       Il sistema di previdenza complementare è incentrato sul concetto di “contribuzione definita”  ovvero è predefinito il livello di contribuzione mentre è variabile il risultato finale.   Tale risultato dipende dalla contribuzione al Fondo e dal rendimento ottenuto dalla gestione  finanziaria.     La gestione finanziaria di un fondo pensione chiuso (come Espero) è orientata  alla massima  prudenza. In particolare all’inizio si comincia con un unico comparto di investimento per poi  passare ad un’offerta più ampia.     Semplificando, un profilo più rischioso, nel medio-lungo periodo può offrire rendimenti più  elevati e quindi è indicato per chi andrà in pensione fra molti anni. Inoltre alcuni fondi chiusi  stanno introducendo linee garantite nelle proprie gestioni per rispondere all’esigenza di  sicurezza dei propri iscritti, specie di quelli  che andranno in pensione in tempi relativamente  brevi.       Ricordiamo che Espero non è ancora in gestione finanziaria operativa perché sta rinnovando i  propri organi associativi. L’elezione, fissata al 13 ottobre, determinerà l’assemblea dei soci tra  tutti gli iscritti al Fondo.       Durante la trasmissione è stato valutato un fondo pensione dopo 6 anni di partecipazione. E’  un errore notevole, ai limiti della scorrettezza, perché l’orizzonte di un fondo pensione, per chi  percepisce una rendita, non è così limitato. Chi partecipa ad un fondo per un periodo breve può  andare incontro ad oscillazioni di mercato.   Va inoltre evidenziato che nei 6 anni trascorsi è contenuto un shock finanziario come l’11  settembre che si è protratto per alcuni anni.       Per un confronto tra i rendimenti del TFR e quelli del mercato finanziario invitiamo a leggere la  relazione della Covip , l’Autorità di controllo del settore, che è fonte imparziale preposta a  tutelare gli interessi degli iscritti  (vedi Covip, relazione per il 2004 , pag. 88, scaricabile dal  sito www.covip.it.)       Dal punto di vista dei costi ricordiamo che il fondo chiuso ha una struttura estremamente  snella (quota associativa e costi di gestione sulle linee), nel senso che non lucra sui contributi  dei soci. Per dovere di completezza ricordiamo che anche gli altri prodotti previdenziali stanno  modificando la loro comunicazione verso una maggiore trasparenza.       Per quanto riguarda il crack di Cirio e Parmalat è opportuno leggere l’audizione del Presidente  Covip del 29 gennaio 2004 che relaziona alle Camere riunite sull’impatto dei due dissesti  finanziari sui fondi pensione. Nel testo dell’audizione si legge che “le patologie denunciate  hanno avuto ricadute dirette sul settore della previdenza complementare molto limitate e tali  da non pregiudicare la tenuta del comparto, né inficiare i risultati positivi delle gestioni  finanziarie dei fondi pensione nel 2003”. L’audizione è scaricabile al link  http://www.covip.it/documenti/PDF/Altro/AUDIZIONE_Testo.pdf
La forza di un fondo chiuso sta proprio nell’opportunità offerta agli iscritti di un controllo serio e  professionale sulle operazioni finanziarie che il singolo risparmiatore avrebbe difficoltà ad  esercitare autonomamente. Il fondo pensione inoltre, potendo contrattare con i gestori  finanziari per conto di un numero elevato di aderenti (Espero ha  attualmente oltre 50.000  iscritti)  ottiene costi decisamente più bassi rispetto ai prodotti individuali.       Una precisazione infine sulle rendite. Stiamo considerando la previdenza che integra quella  obbligatoria. Alla fine del periodo di permanenza nel fondo il lavoratore accumula un importo   che dipende, come già detto, dai contributi e dal loro rendimento. Ebbene, le disposizioni in
vigore prevedono che tale importo sia gestito dalle imprese di assicurazione che lo trasformano  in pensione, cioè in pagamenti periodici vita natural durante. Dunque, se le donne hanno una  durata probabile di vita più elevata degli uomini, vuol dire che riceveranno rate inferiori di  importo, ma per un numero superiore di anni, sulla base di quella che è chiamata equivalenza  attuariale, cioè le due prestazioni sono equivalenti in funzione della maggiore durata di vita.  Non si può quindi affermare che le donne sono discriminate. Semplicemente, vivendo di, più  ricevono un importo equivalente a quello degli uomini .       Il vecchio sistema pensionistico è entrato in crisi proprio perché non ha considerato la  demografia; l’introduzione del sistema contributivo ha esattamente gli stessi effetti. A parità di  contributi un lavoratore che va in pensione oggi percepisce molto di più di chi andrà in  pensione fra 20 anni.       Senza addentrarci in valutazioni politiche che non competono a noi, vista la realtà dei fatti, la  domanda giusta è: come fronteggiare al  meglio la situazione? Espero è una delle risposte, con  le più alte garanzie di trasparenza e correttezza.       Fondo Espero     24 maggio 2006







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