NEO MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE, TORNA DON MILANI
Data: Marted́, 23 maggio 2006 ore 00:15:00 CEST
Argomento: Opinioni


Neo Ministro della Pubblica Istruzione: torna don Lorenzo Milani
di Giuseppe Guzzo

Il nome di don Lorenzo Milani torna ad essere citato ancora una volta e con insistenza in questi ultimi anni, soprattutto da autorevoli rappresentanti istituzionali dall’attuale maggioranza governativa di centro-sinistra.
Già quattro anni addietro, la prima relazione Bertagna, dal nome del presidente della commissione, che l’allora ministro Letizia Moratti aveva insediato per avviare il processo di riforma della scuola, aveva scomodato don Lorenzo Milani e senza farne una bandiera aveva lasciato intendere che ispirarsi al suo pensiero e alla sua figura poteva essere una garanzia per quanto sarebbe stato realizzato di lì a poco.
I fatti della riforma, invece, hanno dimostrato che mai le varie iniziative assunte successivamente a quella dichiarazione avevano avuto della scuola quella grande idea che aveva animato l’azione scolastica del priore di Barbiana.
Più recentemente, il Presidente della Camera dei Deputati, Fausto Bertinotti, nel discorso di insediamento, immediatamente dopo la sua elezione, dopo avere identificato nella scuola il fattore primario della crescita democratica e civile della nazione, aveva indicato la lezione di don Milani quale guida per costruire una scuola nuova così come richiesto dalle domande dei giovani di oggi che si accingono tra le sue pareti a divenire adulti e cittadini di una stato civile e democratico. Questo con una particolare attenzione agli ‘ultimi’.
Ieri il neo ministro della Pubblica Istruzione, come ha voluto definirsi al di là di ogni equivoco, ha colto l’occasione per la sua prima uscita pubblica partecipando alla “V Marcia di Barbiana”, l’iniziativa finalizzata a sensibilizzare ai temi dell’educazione democratica, oltre a tutti gli alunni, anche i cittadini e promuovere nella scuola e nella società ogni azione per realizzare al meglio la scuola dell’uguaglianza, delle opportunità per tutti, mettendo al centro gli ‘ultimi’ della società, il loro recupero sociale e scolastico.
Ma chi è don Milani? Perché, a distanza di quasi quaranta anni dalla morte e dalla pubblicazione della Lettera a una professoressa, oggi il suo nome e usato, ed abusato, fino al punto da attribuirgli valore paradigmatico per la scuola che dovrà venire fuori dalle iniziative che saranno prese da subito dalla nuova maggioranza governativa, se non si vorrà continuare a segnarne la deriva in cui è caduta in questi ultimi anni?
La verità è che don Milani torna a far parlare di sé e ad essere assunto ancora una volta come una bandiera con la conseguenza che correrà, ancora una volta, il rischio di essere pericolosamente strumentalizzato e, purtroppo, frainteso.
Questo sembra essere stato il destino nei tanti decenni che ci separano dal fragore che destò, nella scuola e nella chiesa, con la sua azione di maestro e di educatore.
Oggi tuttavia, per fortuna, con l’animo sgombro dall’eccitazione di quei momenti che precedettero il Sessantotto, la cultura scolastica italiana ha tutte le carte in regole per smaltire la sbornia che avevano generato tante sue lettere, i suoi libri, il suo metodo di far scuola, i suoi modi di affrontare il mondo pur di difendere i suoi ragazzi ecc.
Occorre, però, impegnarsi immediatamente in un’opera di attenta rilettura di quanto ci ha lasciato scritto e di quanto su di lui in questi anni è stato scritto.
Solo così sarà possibile capire, e applicare, il suo grande messaggio per avviare quell’azione di riconversione della riforma fin qui attuata della scuola italiana, che non potrà continuare ad essere asservita al mondo dell’economia, dell’industria, dell’impresa, ponendosi essa stessa come impresa, ma, invece, trovare dal suo interno la forza per porsi, e proporsi, in favore non dei tanto enfatizzati ‘tutti’, ma di ciascuno e di ognuno dei suoi alunni.
Non ha senso dire, continuare a ripetere, che la scuola deve essere di ‘tutti’ se poi non si creano gli strumenti perché essa sia effettivamente di ciascuno e di ognuno. Sia in grado, cioè, di dare le risposte più congrue alle domande che vengono dalla pluralità delle esigenze.
Il neo ministro Giuseppe Fioroni, in conclusione, ha dato un segnale. A tutti gli operatori scolastici spetta però attivarsi perché don Milani non resti solo un nome o una bandiera che sventola a tutti i venti e buona per tutte le stagioni.







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