''HA VINTO IL CONCORSO'', NON ERA VERO, RISARCITA DOCENTE PRECARIA
Data: Marted́, 23 maggio 2006 ore 00:10:00 CEST
Argomento: Comunicati


da Corriere della Sera
Lunedì, 22 Maggio 2006

Ministero dell’Istruzione condannato a pagare tremila euro

«Ha vinto il concorso», non era vero Precaria risarcita per la delusione

All’insegnante di filosofia fu inviato per errore un telegramma che le annunciava un «contratto lavoro a tempo indeterminato». Poi l’amara sorpresa: era solo quarta

È stata precaria per 30 anni finchè un telegramma le ha regalato la notizia che ormai non aspettava più: una cattedra a tempo indeterminato. Finalmente! Purtroppo, però, il sogno non si è realizzato: il ministero dell’Istruzione si era sbagliato. Delusa, ma anche furente, l’insegnante si è rivolta alla giustizia, che le ha dato ragione: il Miur dovrà versarle duemila euro di risarcimento per averla per averla trattata «come un’anonima pratica burocratica». E dovrà anche saldare il conto delle spese processuali: altri 995 euro. Protagonista della vicenda è Paola Cerimoniale, 55 anni, insegnante di filosofia, iscritta nella graduatoria permanente docenti con 197 punti, al quarto posto. Dopo essersi barcamenata tra una supplenza e l’altra, il 7 agosto 2004 la prof riceve un telegramma con cui il Centro servizi amministrativi di via Luigi Pianciani 32 la convoca per il successivo 25 agosto: dovrà accettare un «contratto lavoro tempo indeterminato». Alla signora Paola non sembra vero. Benchè in vacanza in Sardegna con la famiglia, tra cui la madre invalida, si precipita a Roma. Ma il giorno dell’appuntamento un solerte funzionario le comunica che si è trattato di un errore, che l’unico posto disponibile è stato già assegnato. È una doccia fredda, ma la prof non vuole che il Miur la passi liscia. Si rivolge al Codacons e, assistita dagli avvocati Carlo Rienzi e Cristina Tabano, fa causa per ottenere il risarcimento dei danni.
Davanti al giudice di pace, Enrico Bonanni, il ministero dell’Istruzione ha sostenuto che il telegramma era destinato a C.M., prima in graduatoria, e che per sbaglio le Poste l’avevano inviato anche alla signora Paola e ad altre due docenti. Ma la difesa non ha convinto il magistrato: «La creazione di un’aspettativa illusoria - si legge nella sentenza - avrebbe richiesto, una volta rilevato l’errore, un atteggiamento ben diverso rispetto a quello di assoluta indifferenza che risulta essere stato tenuto». La prof, dopo essere stata illusa dal telegramma, ha dovuto anche subire la freddezza dei dipendenti di via Pianciani. Un comportamento inaccettabile, secondo il giudice, che ora il Miur deve risarcire. E intanto la signora Paola, oltre ad aver vinto la causa, è finalmente diventata un’insegnante di ruolo.

Lavinia Di Gianvito






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