La
giornalista Carmen Lasorella al Galilei
«Non compravo il giornale quando avevo la vostra età, ma a
casa non mancava mai. Lo leggevo con attenzione, come spero facciate voi. È
importante che non vi chiamiate fuori dalle questioni legate all'attualità.
Dovete sempre rivendicare il diritto di avere un'informazione approfondita che
spieghi i fatti in tutta la loro complessità».
Con queste parole Carmen Lasorella, volto noto
dell'informazione televisiva italiana, si è presentata agli studenti del liceo
scientifico Galilei, aprendo il quarto dei cinque incontri, programmati durante
l'anno scolastico, con alcune grandi firme del giornalismo italiano per
discutere di attualità. I temi: politica internazionale, guerra, democrazia e
pace. Argomenti difficili da affrontare con un pubblico di giovani, quelli scelti
dalla giornalista lucana, che tuttavia crede molto nella forza di mobilitazione
delle nuove generazioni attente alle grandi questioni del presente.
Temi complessi rispetto ai quali la conduttrice e inviata
dei Tg Rai è riuscita a convergere, circoscrivendo importanti fatti di cronaca,
e dando loro interpretazioni atte a comprenderli e a correlarli fra di loro. Ha
parlato per due ore nell'aula stracolma e silenziosa, fino alle battute finali:
il ripudio della guerra, «che corrompe le coscienze e ogni speranza di
dialogo»; e il ruolo della conoscenza, «garante della democrazia e strumento
per un mondo migliore».
Giovani attenti quelli del Galilei, che dialogano con la
giornalista, la incalzano, stuzzicano le sue analisi sui diritti umani, sulla
crescita economica della Cina, sul ruolo dell'Italia nell'assetto
internazionale, sull'autodeterminazione dei popoli. «Stupenda! - ha commentato
Emilia, 16 anni, alla fine del dibattito - Una grande oratrice. È riuscita a
catalizzare la nostra attenzione per due ore discutendo di questioni che di
solito riusciamo a comprendere con difficoltà». Valeria, II A: «Merito del
linguaggio adoperato: semplice e lineare». «È vero - ha detto Giulia - non
leggo il giornale, per questo l'incontro di oggi mi è servito molto». «Un
carisma eccezionale e una grande preparazione», è stato il commento di Emanale,
17 anni, zaino in spalla, mentre esce dall'aula magna. Roberto S. Rossi
(da La Sicilia)
Leonardo
Da Vinci - «L'aria
del continente»: 3 ore di allegria
Piccoli
attori crescono. I ragazzi della scuola media del Leonardo Da Vinci hanno
interpretato brillantemente «L'aria del continente» di Nino Martoglio,
divertendo il numeroso pubblico riunito nel salone dell'Istituto, trasformato in
set teatrale. Abiti di scena in perfetto stile siciliano antico, scenografia
curata nei minimi dettagli. Tutto grazie al lavoro certosino di genitori e
insegnanti che hanno lavorato per mesi alla messa in scena della commedia di
Martoglio e all'allestimento delle scene. Tre ore di puro divertimento per
un'opera portata in scena integralmente e che ha visto gli alunni cimentarsi con
il dialetto siciliano. «Questa rappresentazione - ha detto Fratel Alfredo
Centra, direttore del Leonardo da Vinci - dimostra come la passione
dell'insegnante, il coinvolgimento degli alunni e la collaborazione dei genitori
possano portare a uno spettacolo particolarmente vivace e molto curato nella
dizione, nei costumi e nella scenografia. Il teatro si integra, così, in modo
armonioso, nell'azione educativa della nostra Scuola». Eva Spampinato (da La
Sicilia)
La
"compagnia" del liceo Spedalieri al Piccolo Teatro
Il
Piccolo Teatro di Catania, sotto il vigile sguardo del suo creatore, Gianni
Salvo, ha ospitato l'annuale rappresentazione della compagnia del liceo
Spedalieri, che quest'anno, sotto la guida di Marika Russo, ha presentato la
Mandragola di Machiavelli. Applausi da parte del pubblico (tutto il liceo più i
simpatizzanti), parole di compiacimento del preside Gaetano Circià per
l'egregio lavoro di interpreti e allestitori (molto belli i costumi di Rosanna
Prassi e le coreografie di Sandra Barbagallo), approvazione da parte degli
intenditori per le musiche di Claudia Aiello, pianista, sullo stile delle
melodie rinascimentali, per il complesso musicale di Alberto Frosina, Danilo
Randazzo, Gaetano Santagati, per la grazia espressiva di Marta Blandini, estroso
prologo e commento mimato dell'azione: alcuni di questi giovanissimi già hanno
conquistato l'attenzione delle platee nazionali partecipando anche a vere e
proprie tournée.
Ma
il pregio del loro lavoro va oltre le cronache teatrali, per quanto lusinghiere.
Marika Russo lo ha intitolato «Chi vuol esser lieto sia» e la canzone del
Magnifico è stato il monito fuori campo di tutta l'azione. Un monito per la
vita che ci giunge dal festoso mattino del Rinascimento.
Quanto
è bella giovinezza: e abbiamo visto volti e figure bellissime (non di quella
bellezza sfacciata che fa sfoggio di sé sugli schermi), volti sereni, sguardi
pieni di speranze.
E
sulle frizzanti storie di una Firenze che concentrava tutte le arti, tra i
canti, le danze, gli scherzi piccanti, le schermaglie amorose, a dominare la
scena dello spettacolo è stato il trionfo dell'amore. Quando questi allegri
satiretti e queste dolcissime ninfe si scambiavano sospiri e carezze, seguivano
certo un copione: quello che è stato scritto dalla natura assai prima che i
poeti ne ripetessero alcuni versi. Quando messer Callimaco (Valerio Marinaro)
giura eterna fedeltà a madonna Lucrezia (Virginia Gullotta), i giovani attori e
gli spettatori hanno vissuto l'esaltazione della felicità umana.
Di
doman non c'è certezza. La felicità dura un istante, poi seguono le tristi
traversie della vita. Solo un accenno nella commedia, tra quei volti sereni, tra
quelle caricature comiche. Ma l'accenno c'era: e detto con tale serenità
commuove anche chi quella primavera non ricorda più e la scambia per uno dei
tanti sperimenti teatrali. E questo battito del cuore, che raramente ti coglie
negli spettacoli, è impagabile. Bravi gli interpreti, tra i quali emergono Pier
Paolo Murabito, Giorgio Giunta, Francesco Lo Re, Chiara Signorelli, Francesco
Baffi e tutta la numerosa compagnia.
Studenti
«veristi» innamorati di Vizzini
«Vizzini
è un paese incantevole e a misura d'uomo, con gente ospitale e luoghi davvero
suggestivi; l'esperienza vissuta in questi giorni è stata unica, non la
dimenticheremo mai». Questo affermano con entusiasmo, proprio davanti lo
storico palazzo Trao, Valeria Netti di Castellaneta, Francesca Marra di Acri e
Giulia Locatelli di Ivrea, tre dei venti studenti arrivati a Vizzini giovedì
scorso per partecipare alla fase finale del premio letterario nazionale «Giovanni
Verga - Novelle dal Vero».
Le
professoresse Maria Pia Bracciale di Castellaneta e Carolina Arbore di Ivrea,
che hanno accompagnato i propri alunni, aggiungono: «Ringraziamo tutti gli
organizzatori per il trattamento riservatoci e ci complimentiamo con loro per
l'originalità ed il successo dell'iniziativa».
Gli
studenti di varie regioni italiane che hanno partecipato al concorso, scrivendo
una novella dal taglio verista, così come richiedeva il bando, sono stati 124.
Le opere di venti di loro sono state selezionate per la fase finale e sono state
giudicate da una prestigiosa giuria, composta dallo scrittore Vincenzo Consolo,
dal giornalista Tano Gullo e dai professori universitari Romano Luperini, Nicolò
Mineo ed Attilio Monasta.
Sabato
sera, all'auditorium San Sebastiano, è stato proclamato e premiato il
vincitore: Angela Bubba dell'Istituto Borrelli di Santa Severina (KR), autrice
della novella «Il matrimonio»; la motivazione della giuria: «Scrittura
irridente, grottesca, fortemente espressiva ed innovativa sul piano linguistico».
Questa
la graduatoria dal 2° al 5° posto: Roberta Venditti del Liceo Pagano di Riccia
(CB) con «La mia seconda vita», Silvia Cutuli del Liceo Maurolico di Messina
con «La rosa nera», Federica Riccardi del Liceo Casiraghi di Cinisello Balsamo
(MI) con «Nove ore», ed infine, Lilith Ferraro del Liceo Julia di Acri (CS)
con «Eterno ritorno».
Il
concorso è stato organizzato dal Comune di Vizzini, in collaborazione con la
Provincia Regionale di Catania; fondamentale è stato l'apporto dei professori e
degli studenti della locale sezione del Liceo «Bonaventura Secusio» di
Caltagirone.
Il
sindaco, dott. Vito Cortese, ha dichiarato: «Il premio letterario è stata
un'altra occasione per far conoscere Vizzini; il paese sta compiendo passi da
gigante e si sta definitivamente affermando come capitale nazionale del mondo
verghiano». Nello Gandolfo (da La Sicilia)
Al
Parini mostra di pittura sulle città del barocco
E'
stata inaugurata dal vicesindaco Giuseppe Arena e dall'assessore alla Cultura
Giuseppe Maimone, la mostra delle città barocche patrimonio Unesco.
Nella
galleria “Savoia” dell'istituto scolastico «Parini» fino a giovedì potrà
essere visitata la mostra del pittore Giuseppe Cifalà, il quale espone immagini
delle città barocche della Sicilia dichiarate dall'Unesco «patrimonio
dell'Umanità».
La
cattedrale di Noto, che sarà presto riaperta, il San Giorgio di Modica e di
Ragusa Ibla, la Matrice di Scicli, il Duomo e la Collegiata di Catania, piazza
Duomo di Acireale, la chiesa di Palazzolo, e di Militello sono alcune delle tele
esposte in una diligente ambientazione storica dei primi dell'Ottocento, con
carrozze e costumi dell'epoca.
La
mostra si arricchisce anche dell'esposizione di miniature che riproducono il
patrimonio storico siciliano. «E' questa, per gli studenti - afferma il preside
Giuseppe Adernò - una bella pagina di storia e di cultura, vivacizzata dagli
interventi degli alunni della classe II B, i quali, guidati dalla prof.ssa Vita
Scalia, hanno partecipato al progetto Unesco, studiando i monumenti barocchi
della città di Catania e la festa di Sant'Agata».
Soddisfatto
anche l'assessore Maimone, il quale ha proposto di rendere itinerante per le
scuole della città una così valida esperienza e proposta culturale e
formativa.