Notizie dalle scuole etnee
Data: Lunedì, 22 maggio 2006 ore 19:34:42 CEST
Argomento: Rassegna stampa


La giornalista Carmen Lasorella al Galilei

«Non compravo il giornale quando avevo la vostra età, ma a casa non mancava mai. Lo leggevo con attenzione, come spero facciate voi. È importante che non vi chiamiate fuori dalle questioni legate all'attualità. Dovete sempre rivendicare il diritto di avere un'informazione approfondita che spieghi i fatti in tutta la loro complessità».

Con queste parole Carmen Lasorella, volto noto dell'informazione televisiva italiana, si è presentata agli studenti del liceo scientifico Galilei, aprendo il quarto dei cinque incontri, programmati durante l'anno scolastico, con alcune grandi firme del giornalismo italiano per discutere di attualità. I temi: politica internazionale, guerra, democrazia e pace. Argomenti difficili da affrontare con un pubblico di giovani, quelli scelti dalla giornalista lucana, che tuttavia crede molto nella forza di mobilitazione delle nuove generazioni attente alle grandi questioni del presente.

Temi complessi rispetto ai quali la conduttrice e inviata dei Tg Rai è riuscita a convergere, circoscrivendo importanti fatti di cronaca, e dando loro interpretazioni atte a comprenderli e a correlarli fra di loro. Ha parlato per due ore nell'aula stracolma e silenziosa, fino alle battute finali: il ripudio della guerra, «che corrompe le coscienze e ogni speranza di dialogo»; e il ruolo della conoscenza, «garante della democrazia e strumento per un mondo migliore».

Giovani attenti quelli del Galilei, che dialogano con la giornalista, la incalzano, stuzzicano le sue analisi sui diritti umani, sulla crescita economica della Cina, sul ruolo dell'Italia nell'assetto internazionale, sull'autodeterminazione dei popoli. «Stupenda! - ha commentato Emilia, 16 anni, alla fine del dibattito - Una grande oratrice. È riuscita a catalizzare la nostra attenzione per due ore discutendo di questioni che di solito riusciamo a comprendere con difficoltà». Valeria, II A: «Merito del linguaggio adoperato: semplice e lineare». «È vero - ha detto Giulia - non leggo il giornale, per questo l'incontro di oggi mi è servito molto». «Un carisma eccezionale e una grande preparazione», è stato il commento di Emanale, 17 anni, zaino in spalla, mentre esce dall'aula magna.  Roberto S. Rossi (da La Sicilia)

 

Leonardo Da Vinci - «L'aria del continente»: 3 ore di allegria  

Piccoli attori crescono. I ragazzi della scuola media del Leonardo Da Vinci hanno interpretato brillantemente «L'aria del continente» di Nino Martoglio, divertendo il numeroso pubblico riunito nel salone dell'Istituto, trasformato in set teatrale. Abiti di scena in perfetto stile siciliano antico, scenografia curata nei minimi dettagli. Tutto grazie al lavoro certosino di genitori e insegnanti che hanno lavorato per mesi alla messa in scena della commedia di Martoglio e all'allestimento delle scene. Tre ore di puro divertimento per un'opera portata in scena integralmente e che ha visto gli alunni cimentarsi con il dialetto siciliano. «Questa rappresentazione - ha detto Fratel Alfredo Centra, direttore del Leonardo da Vinci - dimostra come la passione dell'insegnante, il coinvolgimento degli alunni e la collaborazione dei genitori possano portare a uno spettacolo particolarmente vivace e molto curato nella dizione, nei costumi e nella scenografia. Il teatro si integra, così, in modo armonioso, nell'azione educativa della nostra Scuola». Eva Spampinato (da La Sicilia)

 

La "compagnia" del liceo Spedalieri al Piccolo Teatro

Il Piccolo Teatro di Catania, sotto il vigile sguardo del suo creatore, Gianni Salvo, ha ospitato l'annuale rappresentazione della compagnia del liceo Spedalieri, che quest'anno, sotto la guida di Marika Russo, ha presentato la Mandragola di Machiavelli. Applausi da parte del pubblico (tutto il liceo più i simpatizzanti), parole di compiacimento del preside Gaetano Circià per l'egregio lavoro di interpreti e allestitori (molto belli i costumi di Rosanna Prassi e le coreografie di Sandra Barbagallo), approvazione da parte degli intenditori per le musiche di Claudia Aiello, pianista, sullo stile delle melodie rinascimentali, per il complesso musicale di Alberto Frosina, Danilo Randazzo, Gaetano Santagati, per la grazia espressiva di Marta Blandini, estroso prologo e commento mimato dell'azione: alcuni di questi giovanissimi già hanno conquistato l'attenzione delle platee nazionali partecipando anche a vere e proprie tournée.

Ma il pregio del loro lavoro va oltre le cronache teatrali, per quanto lusinghiere. Marika Russo lo ha intitolato «Chi vuol esser lieto sia» e la canzone del Magnifico è stato il monito fuori campo di tutta l'azione. Un monito per la vita che ci giunge dal festoso mattino del Rinascimento.

Quanto è bella giovinezza: e abbiamo visto volti e figure bellissime (non di quella bellezza sfacciata che fa sfoggio di sé sugli schermi), volti sereni, sguardi pieni di speranze.

E sulle frizzanti storie di una Firenze che concentrava tutte le arti, tra i canti, le danze, gli scherzi piccanti, le schermaglie amorose, a dominare la scena dello spettacolo è stato il trionfo dell'amore. Quando questi allegri satiretti e queste dolcissime ninfe si scambiavano sospiri e carezze, seguivano certo un copione: quello che è stato scritto dalla natura assai prima che i poeti ne ripetessero alcuni versi. Quando messer Callimaco (Valerio Marinaro) giura eterna fedeltà a madonna Lucrezia (Virginia Gullotta), i giovani attori e gli spettatori hanno vissuto l'esaltazione della felicità umana.

Di doman non c'è certezza. La felicità dura un istante, poi seguono le tristi traversie della vita. Solo un accenno nella commedia, tra quei volti sereni, tra quelle caricature comiche. Ma l'accenno c'era: e detto con tale serenità commuove anche chi quella primavera non ricorda più e la scambia per uno dei tanti sperimenti teatrali. E questo battito del cuore, che raramente ti coglie negli spettacoli, è impagabile. Bravi gli interpreti, tra i quali emergono Pier Paolo Murabito, Giorgio Giunta, Francesco Lo Re, Chiara Signorelli, Francesco Baffi e tutta la numerosa compagnia.

 

Studenti «veristi» innamorati di Vizzini  

«Vizzini è un paese incantevole e a misura d'uomo, con gente ospitale e luoghi davvero suggestivi; l'esperienza vissuta in questi giorni è stata unica, non la dimenticheremo mai». Questo affermano con entusiasmo, proprio davanti lo storico palazzo Trao, Valeria Netti di Castellaneta, Francesca Marra di Acri e Giulia Locatelli di Ivrea, tre dei venti studenti arrivati a Vizzini giovedì scorso per partecipare alla fase finale del premio letterario nazionale «Giovanni Verga - Novelle dal Vero».

Le professoresse Maria Pia Bracciale di Castellaneta e Carolina Arbore di Ivrea, che hanno accompagnato i propri alunni, aggiungono: «Ringraziamo tutti gli organizzatori per il trattamento riservatoci e ci complimentiamo con loro per l'originalità ed il successo dell'iniziativa».

Gli studenti di varie regioni italiane che hanno partecipato al concorso, scrivendo una novella dal taglio verista, così come richiedeva il bando, sono stati 124. Le opere di venti di loro sono state selezionate per la fase finale e sono state giudicate da una prestigiosa giuria, composta dallo scrittore Vincenzo Consolo, dal giornalista Tano Gullo e dai professori universitari Romano Luperini, Nicolò Mineo ed Attilio Monasta.

Sabato sera, all'auditorium San Sebastiano, è stato proclamato e premiato il vincitore: Angela Bubba dell'Istituto Borrelli di Santa Severina (KR), autrice della novella «Il matrimonio»; la motivazione della giuria: «Scrittura irridente, grottesca, fortemente espressiva ed innovativa sul piano linguistico».

Questa la graduatoria dal 2° al 5° posto: Roberta Venditti del Liceo Pagano di Riccia (CB) con «La mia seconda vita», Silvia Cutuli del Liceo Maurolico di Messina con «La rosa nera», Federica Riccardi del Liceo Casiraghi di Cinisello Balsamo (MI) con «Nove ore», ed infine, Lilith Ferraro del Liceo Julia di Acri (CS) con «Eterno ritorno».

Il concorso è stato organizzato dal Comune di Vizzini, in collaborazione con la Provincia Regionale di Catania; fondamentale è stato l'apporto dei professori e degli studenti della locale sezione del Liceo «Bonaventura Secusio» di Caltagirone.

Il sindaco, dott. Vito Cortese, ha dichiarato: «Il premio letterario è stata un'altra occasione per far conoscere Vizzini; il paese sta compiendo passi da gigante e si sta definitivamente affermando come capitale nazionale del mondo verghiano». Nello Gandolfo (da La Sicilia)

 

Al Parini mostra di pittura sulle città del barocco  

E' stata inaugurata dal vicesindaco Giuseppe Arena e dall'assessore alla Cultura Giuseppe Maimone, la mostra delle città barocche patrimonio Unesco.

Nella galleria “Savoia” dell'istituto scolastico «Parini» fino a giovedì potrà essere visitata la mostra del pittore Giuseppe Cifalà, il quale espone immagini delle città barocche della Sicilia dichiarate dall'Unesco «patrimonio dell'Umanità».

La cattedrale di Noto, che sarà presto riaperta, il San Giorgio di Modica e di Ragusa Ibla, la Matrice di Scicli, il Duomo e la Collegiata di Catania, piazza Duomo di Acireale, la chiesa di Palazzolo, e di Militello sono alcune delle tele esposte in una diligente ambientazione storica dei primi dell'Ottocento, con carrozze e costumi dell'epoca.

La mostra si arricchisce anche dell'esposizione di miniature che riproducono il patrimonio storico siciliano. «E' questa, per gli studenti - afferma il preside Giuseppe Adernò - una bella pagina di storia e di cultura, vivacizzata dagli interventi degli alunni della classe II B, i quali, guidati dalla prof.ssa Vita Scalia, hanno partecipato al progetto Unesco, studiando i monumenti barocchi della città di Catania e la festa di Sant'Agata».

Soddisfatto anche l'assessore Maimone, il quale ha proposto di rendere itinerante per le scuole della città una così valida esperienza e proposta culturale e formativa.

 







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