Proposta agli Assistenti Amministrativi Precari: presentazione delle domande per l’attribuzione delle nuove posizioni economiche (art.7) entro il 7/
Data: Sabato, 20 maggio 2006 ore 01:35:31 CEST
Argomento: Opinioni


Cari colleghi,

la nostra precarietà non è più un fenomeno marginale e transitorio ma una condizione generale che indica il sinonimo stesso  della forma contemporanea di sfruttamento.

E’ ormai da un cospicuo numero di anni che i precari ATA della Scuola subiscono l’incertezza del futuro, l’instabilità delle posizioni acquisite, dei diritti e persino delle abitudini, nonché la poca chiarezza nell’attribuzione di competenze e mansioni. Le ultime statistiche parlano di  200.000 unità di  precari nella Scuola su 900.000 addetti e 76.000 unità circa sono costituite da personale ATA: una quantità ragguardevole, anzi un vero e proprio esercito di persone che vive quotidianamente nell’insicurezza legata sia alla disponibilità dei posti sia alle contraddizioni politiche, talvolta piegate all’autoconservazione di vecchie forme organizzative e strutture di potere.

Il nostro è un problema reale, è una condizione materiale vissuta quotidianamente sulla nostra pelle, irrisolta, nonostante se ne parli frequentemente nei salotti della televisione e della politica.

Nelle Istituzioni Scolastiche, con l’attuale situazione di precariato, si stanno riducendo al minimo le garanzie e i diritti, e accentuando la condizione per cui, invece di rendere più efficiente ed economica la Pubblica Amministrazione, si rende solo più ricattabile la sua forza lavoro, con la conseguente impossibilità per noi precari di fare progetti anche a breve termine.

Il dilagare di questa protesta è motivo di impoverimento e di dequalificazione delle istituzioni stesse oltre che rappresentare una violazione dei diritti dei lavoratori, perché come ben sapete chi è titolare di un contratto di lavoro a tempo determinato non ha la progressione economica per anzianità, non ha la sicurezza del posto di lavoro e, purtroppo, pur possedendo doti e potenzialità, spesso resta ai margini delle dinamiche lavorative della Scuola.

I Sindacati, dal canto loro, si stanno dimostrando incapaci di difendere almeno le conquiste storiche dei lavoratori che ci hanno preceduto, oltre che aver deluso le legittime aspettative di vita stabile dei lavoratori precari.

CHE FARE ?????????? Noi, come ANAAM, per correggere queste disparità  e per offrire a tutti le stesse opportunità,  ci appelliamo all’art. 3 della Costituzione Italiana, che afferma il principio dell’uguaglianza dei cittadini, uguaglianza anche sul lavoro.

Non si può, a nostro avviso, firmare un accordo economico riguardante una categoria di lavoratori e ignorare più di un terzo del personale che attualmente svolge le stesse mansioni…. ha frequentato gli stessi corsi di formazione….ha avuto incarichi specifici…..ha sostituito Direttori SGA…..soltanto perché…..è precario !!!!!!!

E’ UNA VERGOGNA!!!!!!!

In conclusione, cari colleghi (…ancora precari…) l’invito è a non autoescluderci dai benefici economici dell’art. 7: presentiamo anche noi  la nostra domanda presso la Segreteria della Scuola dove prestiamo servizio entro il  7 Giugno 2006.

Non abbiamo paura di dimostrare la nostra serietà e le nostre competenze!!!!!

Cordialmente.

 Il Presidente Nazionale ANAAM

Giuseppe Mancuso

 

 







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