da Corriere della Sera
Martedì, 16 Maggio 2006
Le compagne hanno appeso un fiocco azzurro davanti alla classe. «Niente compito di francese, dobbiamo raccogliere i soldi per il fasciatoio»
«Promuoveremo la studentessa-madre»
La vicepreside: la minorenne che ha partorito a scuola ha sempre avuto buoni voti
Non c’è bisogno che finisca l’anno scolastico. C’è tempo per quel desiderio sussurrato alle amiche, per tornare alla sua vita da studentessa, nonostante quella vita sia cambiata per sempre. Perché la «neomamma» del Tenca, la giovane donna che sabato ha partorito nei bagni del liceo Parini, sarà promossa. Che torni in classe o no. «Ormai l’anno è finito, mancano pochi giorni», conferma la vicepreside della succursale, Maria Rosaria Migliaccio. «E la ragazza ha sempre avuto buoni voti, si è impegnata». Lo ha dimostrato anche il giorno del parto, poche ore prima che il piccolo William-Stefano venisse alla luce: due interrogazioni e due ottimi risultati, confermano i professori. «Ha fatto pure ginnastica», continuano, ancora sconcertati per non essersi accorti di nulla. Nemmeno le amiche più care si danno pace: «E sì che l’abbiamo vista anche in piscina, il mese scorso. E svestita, durante la gita a Vienna». Niente, nessun indizio, nessuna confidenza.
«Ora basta però, bisogna festeggiare», dicono le compagne. Ieri mattina hanno appeso un fiocco azzurro col nome del bambino sulla porta della classe, in via Goito, a pochi metri dai blasonati coinquilini del Parini («Nemmeno ci guardano», dicono le ragazze del Tenca). Foto ricordo e quattro ore a discutere con i professori, a chiedersi «come abbiamo potuto non capire», a dirsi «ma tu lo sapevi?», a commentare i fatti. Compito di francese saltato, «bisogna pensare a raccogliere i soldi tra le 23 studentesse della classe e i prof». C’è un fasciatoio nuovo di zecca da comprare: le amiche «salvatrici», le uniche ad accorgersi, sabato, che qualcosa non andava, sono pronte a organizzare la spedizione. Anche la lista «G-20 - Giovani per Milano» (che sostiene Letizia Moratti) ha un regalo per la diciannovenne: tre mesi di asilo nido gratis per il suo bambino.
Doni e progetti per il futuro. E una mattinata a raccontare «il miracolo», dal sangue fino alla corsa in ospedale. Commenti anche a fine lezione: «La aspettiamo»; «Io a mia madre l’avrei detto»; «Era una cosa troppo grossa che voleva tenere per sé».
Anche il preside dell’istituto magistrale Tenca, Armando Pau, ha dato la sua versione dei fatti. Ha scritto al provveditore di Milano, Antonio Zenga, raccontando ora per ora quella mattinata fuori dal comune. «Nella relazione - dice Zenga - il capo di istituto conferma che nessuno sapeva». E a chi accusa la scuola di non preoccuparsi abbastanza dei ragazzi, il provveditore risponde: «È facile accusare a posteriori. Cosa potevano fare i professori se la giovane ha messo una barriera attorno a sé, se nemmeno i genitori sapevano? È fuori luogo mettere i docenti sul sul banco degli imputati».
Resta il rammarico, tra i professori, di non aver potuto aiutare l’allieva, di non essere riusciti a interpretare umori e paure. «Ma ora - dicono - la aspettiamo a braccia aperte».
Annachiara Sacchi