PARTORISCE A SCUOLA TRA FELICITA' E STUPORE
Data: Martedì, 16 maggio 2006 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Comunicati


da Corriere della Sera
Lunedì, 15 Maggio 2006

Le studentesse che l’hanno soccorsa: ha chiamato il suo piccolo come le abbiamo detto noi

Ha partorito a scuola

La Moratti alla neomamma: pronta ad aiutarti. I familiari: le staremo vicino

L’ha chiamato William, ma per le studentesse dell’istituto magistrale Carlo Tenca che sabato l’hanno soccorsa, quel che conta è soprattutto il suo secondo nome: la liceale che ha partorito nel bagno della scuola sul certificato anagrafico del figlio farà scrivere anche Stefano, che contiene le iniziali delle cinque amiche che l’hanno aiutata (e che subito dopo il parto avevano espresso questo desiderio al Corriere ). È quanto assicura la neomamma alle compagne di classe in visita con un’insegnante al primo piano della clinica Macedonio Melloni, reparto maternità. Nove mesi di gravidanza tenuti nascosti (complice anche la corporatura robusta), nessuna confidenza ai genitori, neanche un cenno ai professori durante i quattro giorni trascorsi in gita a Vienna appena un mese fa. Ma adesso che il bambino è nato, tre chili e 60 grammi di salute e capelli folti, la 19enne sudamericana colta all’improvviso dalle doglie in classe, appare serena, anche se la notte l’ha passata quasi senza dormire (o quasi) al telefono con le amiche: «Voglio finire l’anno scolastico, a crescere il piccolo mi aiuterà la mia famiglia», ha confidato ieri alle vicine di banco che si sono presentate commosse nella sua camera d’ospedale con in regalo una tutina azzurra e un bavaglino a quadretti. L’orario delle visite inizia alle 16.30, ma i corridoi della clinica si riempiono di familiari e amici della studentessa fin dal primo pomeriggio. Difficile strappare una battuta ai genitori/neononni, ancora sotto choc per l’accaduto: sabato ad avvisarli con il cellulare del parto della figlia sono state le compagne di classe che, a campanella suonata e aule ormai deserte, si sono trovate davanti al neonato nella toilette del Parini (scuola che ospita anche aule del Tenca). La notizia li ha presi alla sprovvista, ma adeso si stringono con affetto e senso di protezione intorno alla ragazza.
«È stata una sorpresa - ammettono altri familiari -, ma le daremo tutti una mano: siamo davvero uniti». Lo stesso dicono le compagne di classe, mentre comperano davanti alla clinica un fiocco azzurro che oggi appenderanno alla porta della classe con la scritta «William/Stefano, 13 maggio 2006» e dicono: «Al bambino vuole bene e l’ha già allattato. Noi adesso l’aspettiamo a scuola» (dove oggi si parlerà dell’accaduto con il preside e i professori). Per la giovane alla sua prima festa della mamma è una giornata speciale. A fine mattinata la candidata sindaco del centrodestra le fa recapitare dal suo staff una lettera con un mazzo di fiori: «Ti immagino scossa e preoccupata per quello che ti è accaduto, ma non dimenticare mai che avere un figlio è il più bel dono che la vita possa fare a una donna - scrive la Moratti -. So che non sei sola e che la tua famiglia, i tuoi insegnanti e i tuoi compagni ti sono vicini nell’affrontare serenamente questi momenti, e faranno di tutto perché tu possa continuare a studiare mentre il tuo piccolo cresce. Ma se avessi bisogno di aiuto non esitare a chiamarmi. Ti lascio il mio cellulare».
Per Mauro Busacca, primario di Ginecologia e Ostetricia della Macedonio Melloni, sulle modalità del parto ci si può sorprendere fino a un certo punto: «È un evento naturale, ci sono paesi del mondo in cui le donne partoriscono ancora da sole - spiega -. L’assistenza è importante soprattutto per evitare le complicazioni che possono sorgere in un caso su tre. La ragazza è stata fortunata».
sravizza@corriere.it
Simona Ravizza











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