Istruzione e università al divorzio- L'agenda del governo Prodi prevede la scissione del dicastero. Bindi e Asor Rosa i nomi in lizza.
Data: Domenica, 14 maggio 2006 ore 20:03:01 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Nuove medie e sperimentazione dei licei le prossime sfide

 Con un contenzioso interno per l'equiparazione delle indennità dei dipendenti dei due rami dell'amministrazione, quelle dell'università erano più basse, chiuso da poco. Ora si ricomincia. Già, perché stando al casellario del governo di Romano Prodi, l'Istruzione tornerà a essere un ministero a se stante.
I giochi governativi sono al momento sospesi, in attesa di verificare come si chiuderà la partita per il Quirinale. Una partita che impegna il centro-sinistra anche, e forse sopra tutto, sul fronte interno. Solo dopo le elezioni del nuovo capo dello stato, Prodi riprenderà in mano lo scacchiere di governo.

 In questo scenario, è ancora il nome di Rosy Bindi (Margherita) il più accreditato per l'Istruzione, ministero per il quale si è registrata la rinuncia di Clemente Mastella. Il nome del leader dell'Udeur era stato fatto con insistenza in occasione della travagliata elezione del presidente del senato. Ma Mastella ha declinato (´un ministero troppo delicato', ha risposto, ´non ci sono i numeri in parlamento per rifare la riforma Moratti'), concentrando i suoi desiderata sul dicastero della difesa. Per l'università e ricerca il nome più ricorrente è quello di Alberto Asor Rosa. In corsa, anche Nicola Tranfaglia.

La scelta del ministro sarà il primo segnale della politica che il governo porterà in campo sui due fronti. Messa da parte ogni tentazione di mandare completamente a monte la riforma Moratti, saranno possibili però modifiche più o meno radicali, che dipenderanno appunto dall'approccio e dalla mission del ministro. Per esempio, sul fronte della scuola primaria, resterebbe confermato il modello 5+3, nel ciclone invece l'articolazione oraria e i relativi programmi, che sono al momento provvisori.

Per il secondo ciclo, c'è chi a sinistra auspica un intervento legislativo che rimetta mano all'obbligo scolastico e alla biforcazione tra licei e istituti professionali.

E chi, invece, nell'area moderata, pensa solo a un rimaneggiamento della struttura dei licei, bloccando la sperimentazione che dovrebbe partire a settembre: una più netta distinzione tra licei generalisti e licei tecnici, e rilancio della filiera tecnico-professionale. Per l'esame di maturità, potrebbe rispuntare la commissione mista, con metà dei componenti esterni. Una riforma, questa, che comunque non è all'ordine del giorno per quest'anno. (riproduzione riservata)


da tecnicadellascuola.it
Sabato, 13 Maggio 2006
Un Ministero o due ? Difficoltà per Prodi
di Reginaldo Palermo

Non è ancora sciolto il nodo dell'assetto del Ministero Istruzione e Università. Per esigenze "politiche" potrebbe essere diviso, ma Cgil e Cisl fanno sapere di essere contrari. Andrea Ranieri (DS): "Sarebbe meglio un Ministero unico. La filiera del sapere ha bisogno di una gestione unitaria"
L’ ulivista Rosy Bindi all’Istruzione e un nome indicato dai DS (sembra indebolirsi la candidatura di Asor Rosa) all’Università, due Ministri per due Ministeri: è l’ipotesi alla quale sta lavorando Romano Prodi che tra il 15 e il 16 maggio potrebbe avere già definito l’intera "squadra" di Governo.
Ma sulla soluzione che si sta prospettando per Istruzione e Università il Presidente del Consiglio "in pectore" sta già incassato alcuni no di un certo peso.
Sia Cisl sia Cgil considerano sbagliato separare i due Ministeri."Se si confermasse questa scelta - ha dichiarato il segretario nazionale di Cgil-Flc Enrico Panini all’Agenzia Italia - la considereremmo un errore. Scuola e università devono far capo ad un'unica gestione perchè il sapere deve avere una politica globale, pur nel rispetto delle ovvie specificità".
Altrettanto netto è il giudizio di Francesco Scrima, segretario nazionale di Cisl-Scuola: "L'istituzione che si occupa dell'educazione deve corrispondere al percorso di formazione. E la formazione non si ferma a livello di scuola primaria e secondaria perchè prosegue con il percorso universitario e l'intero arco deve avere una sua coerenza. Dividere il ministero può rispondere a esigenze di carattere politico, ma certamente non risponde a criteri giusti di gestione del percorso formativo".
E Andrea Ranieri, neo-senatore dell’Ulivo, responsabile del Dipartimento scuola per i DS, sentito direttamente da noi è molto esplicito: "Ritengo che il Ministero debba essere unico, per almeno due buoni motivi: in primo luogo l’autonomia delle Istituzioni scolastiche e delle stesse Università richiede un Ministero con compiti di indirizzo e non di gestione; in secondo luogo ritengo che per la filiera del sapere debba essere prevista una gestione del tutto unitaria. Oltretutto non dimentichiamo che la riforma del titolo V della Costituzione assegna alle Regioni funzioni molto significative proprio in materia di programmazione complessiva dell’offerta formativa."
"Se poi - aggiunge Ranieri - Istruzione e Università dovessero malauguratamente essere separate, bisognerà garantire una forte integrazione dei due Ministeri: il 60 per cento dei giovani che escono dalla secondaria superiore si iscrive all’Università e questo è un dato di cui bisogna assolutamente tenere conto".
"In ogni caso - conclude Adrea Ranieri - la discussione è ancora in corso ed è meglio aspettare due-tre giorni per tirare le conclusioni. Nei primi giorni della settimana ci sarà sicuramente una schiarita"

 







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