CATANIA, VINCONO I DOCENTI NON MONTANI,GRADUATORIE DA RIFARE
Data: Domenica, 14 maggio 2006 ore 00:10:00 CEST
Argomento: Comunicati


Mentre l'anno scolastico volge ormai al termine, il dirigente del Csa dovrà affrontare un grosso problema, quello dei cosiddetti «docenti montanari». Con ordinanza del 27 aprile scorso, il Consiglio di Giustizia amministrativa (presidente Virgilio, relatore Giaccardi) ha rigettato l'appello proposto dal Miur e dal Csa di Catania contro il provvedimento del Tar di Catania che, il 10 gennaio scorso, aveva ordinato all'amministrazione scolastica di detrarre dalla graduatoria permanente dei docenti (dei quali oltre un migliaio sono catanesi) il doppio punteggio assegnato per il servizio svolto nelle cosiddette scuole di montagna. Secondo molti questa è una legge assurda perché favorisce docenti che insegnano in paesi che magari sono distanti pochi chilometri dal luogo di residenza, ma che vengono considerati di zona di montagna.Tant'è che a beneficiare della normativa sono anche i docenti residenti nei "paesi di montagna". Il Cga, rigettando il provvedimento del Csa di Catania, ha condiviso i rilievi formulati dal Tar di Catania e ha riconosciuto - come chiedeva l'avv. Fabio Rossi, difensore dei docenti "non montani" - l'illogicità e l'iniquità del doppio punteggio in questione attribuito in virtù della sola collocazione altimetrica delle sedi scolastiche a prescindere dalla sussistenza di effettive condizioni di disagio nello svolgimento del servizio di insegnamento. «Ora che anche i giudici di appello hanno dato ragione ai ricorrenti - dice il legale - si darà massimo impulso alle azioni esecutive affinché siano prontamente ed integralmente ripristinate le posizioni dei docenti danneggiati dall'assurda disposizione di legge».
 Ricordiamo che anche il segretario provinciale della Cgil scuola prof. Franco Tomasello si era detto contrario alla normativa considerandola "clientelare". «A questo punto - dice - occorre riconoscere i diritti dei ricorrenti, rifare le graduatorie e aprire un tavolo di confronto sul precariato che determina la copertura immediata dei posti vacanti».
 MARIO CASTRO






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