SULLE ASSUNZIONI A TEMPO INDETERMINATO: QUANTE SE NE FARANNO?
Data: Giovedì, 27 aprile 2006 ore 00:10:00 CEST
Argomento: Opinioni


Sulle assunzioni a tempo indeterminato.

Andrea Florit, dal  Coordinamento Precari di Venezia, 25/4/2006

 

Per rispondere alle numerose domande che ci pervengono sulle future immissioni in ruolo, desideriamo rimanere il più possibile aderenti alla concretezza degli eventi piuttosto che ricorrere a illusorie proiezioni. E sarà quindi indispensabile fare i conti subito con la differenza tra il dire e il fare e cioè tra quanto prospettato dal programma dell'Unione in materia di assunzioni (quella "immediata copertura di tutti i posti vacanti") e la realtà che il nuovo Governo si troverà di fronte.

 In estrema sintesi, non vogliamo dire che la nuova Maggioranza non farà delle consistenti immissioni in ruolo nella scuola, ma che molto probabilmente non sarà facile attuarle con quella immediatezza da molti attesa.

 In primo luogo, il Governo si troverà davanti un piano pluriennale già operativo, che prevede, per settembre 2006, l'assunzione di 20mila docenti (un po' la stessa situazione della Moratti che ereditò le prime assunzioni già programmate dalla precedente amministrazione) e di altri 10mila l'anno successivo. In secondo luogo dovrà affrontare il punto delicato di una finanziaria bis e quindi quello della manovra per l'anno prossimo. Infine non sono da sottovalutare i tempi stretti che ci separano dal prossimo a.s.. Ci riesce difficile pensare che possano essere effettuate delle faraoniche assunzioni senza un minimo di preventiva seria programmazione economica, di pianificazione della politica scolastica da attuare e di modifica delle attuali normative sugli organici e sul previsto nuovo sistema di reclutamento.

 Traducendo tutto questo in dati e cifre, il Governo si troverà davanti ad un bivio: impegnarsi a fondo nei primissimi giorni di governo, al fine di una progettazione chiara e concreta del futuro dell'assetto scolastico da raggiungere a breve termine oppure decidere per una politica di attesa per evitare di fare già il primo passo più lungo della gamba.

 Nel primo caso, occorrerà che l'esecutivo sforni in pochi giorni una serie di provvedimenti che fissino le modifiche alla riforma Moratti (comprendenti la consistenza oraria, gli ordinamenti delle superiori ed il sistema di reclutamento) e alla determinazione degli organici scolastici (in particolare con l'introduzione dell'organico funzionale). Solo in questo caso sarà possibile programmare l'assunzione di oltre 50mila docenti per l'anno prossimo e lavorare sui grandi numeri anche per l'anno successivo.

 Nel secondo caso, sarà solo possibile, eventualmente, anticipare le 10mila assunzioni previste per il 2007, arrivando a 30mila, oppure, meno realisticamente, spingerle fino a 40mila, per non deludere troppo le aspettative create dal programma di Governo. Ma non oltre.

 Inutile, infine, chiedere a gran voce l'assunzione in ruolo anche sui posti "di fatto", data l'impraticabilità legale della cosa. Ben diverso il chiedere che si modifichi l'insana politica economico-scolastica, che vede la continua applicazione di trucchi amministrativi, giocati sulla frammentazione delle cattedre e sui tempi e le modalità di definizione delle disponibilità, finalizzati a far risultare "di fatto" decine di migliaia di posti, altrimenti attribuibili all'organico di diritto, che farebbero lievitare non di poco le disponibilità per le assunzioni a tempo indeterminato.






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