Didattica pluridisciplinare e uso degli ipertesti: riflessioni correlate alle problematiche metodologiche della preparazione agli esami di stato.
Data: Venerdì, 14 giugno 2002 ore 06:09:02 CEST
Argomento: Rassegna stampa


L’avvio degli esami di stato richiama l’attenzione, più di qualunque altro evento della vita scolastica, sul problema dell’uso della multimedialità nella didattica, che si collega in modo naturale a quello della preparazione alla pluridisciplinarità.

La normativa prescrive l’impostazione pluridisciplinare per la costruzione della terza prova e per la conduzione del colloquio. In tale ottica le prestazioni richieste al candidato con queste prove richiedono l’utilizzazione e l’integrazione di conoscenze acquisite in diversi ambiti disciplinari. Da tener presente anche che il colloquio ha inizio con un argomento o con la presentazione di esperienze di ricerca e di progetto, anche in forma multimediale, scelti dal candidato.
La preparazione ad un esame di questo tipo sicuramente è favorita dall’uso delle risorse multimediali nella didattica. Inoltre, l’alunno che presenta un lavoro di ricerca, nella gran parte dei casi ricorre a prodotti multimediali e ad Internet.

Purtroppo accade ancora spesso che la formazione degli alunni alla organizzazione integrata delle conoscenze di vari ambiti disciplinari, pur essendo dichiarata come intento generale, non venga concretizzata in progetti mirati inseriti nella programmazione del consiglio di classe, e che l’uso di prodotti multimediali venga lasciato all’iniziativa dei singoli alunni.

Sull’impiego di prodotti ipertestuali e multimediali il dibattito pedagogico è ancora vivace ed aperto.
Trascurando posizioni marginali di rifiuto globale, è opinione prevalente che i nuovi strumenti possono risultare utilissimi per lo sviluppo di capacità metacognitive (come: acquisizione di metodi di lavoro, costruzione di strategie autoregolative nei propri processi di apprendimento) e per facilitare il passaggio dalla dimensione disciplinare a quella reticolare (dei saperi trasversali e dei collegamenti fra le diverse aree).

La scuola, fra tutte le agenzie formative, è certamente l’unica che ha il compito primario e istituzionale di presentare in forma organizzata i paradigmi dei vari saperi. La sua azione di costruzione strutturata delle conoscenze deve necessariamente confrontarsi con quella dei canali esterni, che offrono informazioni prevalentemente occasionali e disordinate. Ma il disordine proprio della società dell’informazione, può, da causa di disturbo, essere anche assunto dalla scuola come elemento di stimolo per una costante revisione critica degli assetti codificati dei saperi scolastici e per una permanente apertura a tutti i problemi del mondo contemporaneo.
La scuola oggi è chiamata esplicitamente (per prescrizione normativa e per richiesta dell’utenza) ad integrare la dimensione dell’assetto disciplinare, tradizionalmente chiuso e ordinato, con quello reticolare, aperto e flessibile, idoneo ad affrontare le problematiche culturali e tecniche della società e del mondo del lavoro, che quasi sempre richiedono un approccio pluridisciplinare.

Accade invece che molti insegnanti non escano facilmente dall’ambito della loro materia per aprirsi a quello dei saperi integrati, anche se formalmente tale intento viene dichiarato nei documenti di programmazione. Si continua spesso a trasmettere contenuti con l’impostazione tradizionalista di un sapere scolastico, inteso esclusivamente come possesso di solide basi formali slegate dal contesto della realtà contemporanea.
La multimedialità offre un’opportunità unica per impostare la didattica con taglio pluridisciplinare, ma lo stratega e il regista dell’impiego degli strumenti deve restare solo l’insegnante.
L’uso delle tecnologie affidato senza controllo all’allievo può essere improduttivo, se non pericoloso per la sua formazione. Esse, invece che generare costruzione personale e critica di conoscenze, possono favorire distrazione, dispersione o abilità puramente manuali.

Cliccare ed esplorare è per l’alunno la cosa più facile al mondo; non altrettanto facile è per l’insegnante orientare l’alunno nell’uso produttivo e non caotico di CD tematici, di enciclopedie multimediali e della grande banca dati che è Internet.
La dispersione e l'eccessiva facilità del reperimento di informazioni rendono necessaria un'attenta educazione all'impegno personale di ricerca e di valutazione dell'informazione corretta. In tal senso la preparazione del docente, più che tecnologica, deve essere pedagogica. Il problema cruciale per rendere le tecnologie multimediali efficaci strumenti per l’insegnamento è, quindi, la formazione di docenti in grado di gestirle con spirito critico e in piena padronanza didattica.

 

Isp. Elio Lamonica – Direzione Scolastica Regionale per la Sicilia







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