In arrivo la prossima patch del browser di Microsoft
Data: Lunedì, 10 aprile 2006 ore 06:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


La tanto sospirata patch che Microsoft rilascerà per le note magagne di Explorer il prossimo 11 aprile non riguarderà solo la sicurezza, ma anche il modo in cui il browser gestirà i contenuti multimediali nelle pagine Web.
Il motivo del cambiamento è semplice: l'attuale tecnologia contenuta in Internet Explorer viola i brevetti di una piccola azienda, Eolas, che ha già incassato da Microsoft il risarcimento-record di 521 milioni di dollari al riguardo. Dopo avere dovuto mettere mano al portafogli, per Microsoft è tempo di mettere mano al codice. E non è un'operazione priva di rischi: si parla di modificare il modo in cui il browser Web con i controlli ActiveX, tecnologia complessa e proprietaria.La vicenda-Eolas risale al lontano 1993: in quell'anno il ricercatore Michael Doyle (che un anno dopo avrebbe fondato Eolas) inventava (con tanto di brevetto) un sistema che permetteva ai browser Web di richiamare applicazioni per visualizzare contenuti non direttamente supportati. In parole povere, Doyle aveva inventato il sistema dei plug-in. Già a marzo aveva debuttato una patch opzionale e riservata alla versione anglosassone di Explorer 6 per correggere il tiro: Explorer 7 non ne ha bisogno, perché nasce già "riveduto, corretto e senza problemi di copyright".
Tecnicamente, Explorer 6 non interagirà più in maniera diretta con i controlli ActiveX caricati dagli elementi Applet, Embed e Object: per Microsoft, "ci sarà un impatto minimo nell'uso quotidiano", ma la modifica sotto pelle è una delle più ampie di tutta la storia di Explorer, dal momento che molte applicazioni si interfacciano con il browser mediante ActiveX, da Acrobat Reader o Flash fino alla virtual machine Java di Sun e a vari riproduttori multimediali, Windows Media Player in testa: da aprile, insomma, la rivoluzione (obbligata) sarà sotto gli occhi di tutti.
O meglio, auspicabilmente passerà inosservata: il rischio è quello di visualizzare pagine Web incomplete o non correttamente funzionanti. Sta a Microsoft e agli sviluppatori correggere il problema: e, finora, tutto si può dire tranne che l'azienda di Bill Gates abbia preso sottogamba la decisione, visto che da tempo sta indottrinando gli sviluppatori su come gestire i cambiamenti di codice necessari per le future applicazioni Web.
approfondimento su http://www.mytech.it
di Guido Sintoni





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-4071.html