L'infanzia negata del film “All the invisible Children”
Data: Venerdì, 24 marzo 2006 ore 23:35:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


Nell’ambito della 55^ edizione del Festival del Cinema di Venezia è stato presentato, fuori concorso, il film “All the invisible Children”, centrato sul tema dell’infanzia negata, la cui realizzazione è stata sostenuta dalla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri nel quadro delle iniziative  assunte a tutela dei diritti dei bambini, degli adolescenti e dei giovani.

L’obiettivo della salvaguardia dell’infanzia rappresenta infatti una delle priorità del Programma della Cooperazione italiana, impegnata da anni su questo fronte non solo per contrastare i noti fenomeni di sfruttamento dei minori, ma anche per garantire agli stessi i diritti alla vita, alla famiglia, alla cittadinanza, alla salute psicofisica, allo studio dei bambini e delle bambine.

Il film si compone di sette episodi, diretti dai registi Mehdi Charef, Emir Kustarica, Spike Lee, Katia Lund, Ridley e Jordan Scott, Stefano Veneruso e John Woo, che, con le sette storie narrate, hanno inteso richiamare l’attenzione su una problematica di grande e drammatica attualità, quale quella dell’infanzia negata, di forte impatto sociale e troppo spesso trascurata dai mezzi di informazione.

Gli episodi del film, che riescono a dar voce ai “bambini invisibili” vittime della guerra, della miseria, dell’Aids, della solitudine e dell’incomprensione degli adulti, sono ambientati in realtà geografiche distanti nello spazio e culturalmente diverse, a riprova che, da Oriente ad Occidente, nei paesi ricchi come in quelli poveri, sono soprattutto i più piccoli e i più deboli a pagare le conseguenze degli  errori e dell’indifferenza degli adulti.

Il film, per gli argomenti affrontati, per la pregnanza comunicativa delle storie raccontate, per la qualità della resa cinematografica, che tocca una grande varietà di toni, si rivela strumento di grande efficacia per promuovere una maggiore attenzione e consapevolezza individuale e collettiva in ordine al tema dell’infanzia dimenticata.

Si ritiene pertanto che la visione del film (in proiezione nelle sale cinematografiche italiane dal 3 marzo) possa costituire, per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, una valida opportunità formativa e uno stimolo per una riflessione sul rapporto adulti-bambini, spesso difficile, nonché sulle violenze, più o meno esplicite, che non di rado caratterizzano tale rapporto.

E’ opportuno far presente che i sette registi del film di “All the invisible children” non hanno ricevuto compenso per il loro lavoro e che i proventi della distribuzione, curata in Italia da RAI Cinema,  confluiranno in un omonimo fondo, coordinato dalla già citata Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo e destinato alla realizzazione dei programmi elaborati in cooperazione con le Agenzie delle Nazioni Unite, in particolare con il World Food Programme e l’UNICEF, che svolgono un ruolo fondamentale nel settore dell’assistenza ai bambini più deboli e bisognosi.







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