QUAL E' L'ORIGINE DELL'ESPRESSIONE ''FARE LO GNORRI''?
Data: Luned́, 20 marzo 2006 ore 00:15:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


Fare lo gnorri, l’indiano o il nesci

«Ho già visto certi visi, certi galantuomini che giran, facendo l'indiano, e notano chi c'è e chi non c'è: quando poi tutto è finito, si raccolgono i conti, e a chi tocca, tocca»: con queste parole uno dei partecipanti all’assalto ai forni, descritto da Manzoni nel dodicesimo capitolo dei Promessi Sposi, cerca di calmare gli animi degli insorti invitandoli alla prudenza.

Una delle possibili forme della dissimulazione è ravvisabile nel comportamento di chi, nelle più diverse circostanze, faccia mostra di non sapere o di non capire e possa, pertanto, essere tacciato di fare lo gnorri, l’indiano o il nesci.
 Da un punto di vista etimologico, due sono le ipotesi più accreditate per ricostruire l’origine dell’espressione fare lo gnorri, entrambe connesse, direttamente o indirettamente, con il verbo ignorare. La prima prevede la derivazione di gnorri  da gnoro «ignorante», aggettivo antico di area toscana, con il raddoppiamento espressivo della -r- intervocalica e la –i finale propria della terminazione di molti cognomi. L’aggettivo, a sua volta, è derivato dalla prima persona dell’indicativo presente di ignorare ([io] ignoro), con la caduta della vocale iniziale, ed è già documentato in Benvenuto Cellini («vincitrice fa’ quella benigna / stella, che alzato m’ha dal vulgo gnoro»). La seconda ipotesi, invece, sostiene la derivazione diretta di gnorri dalla seconda persona dell’indicativo presente di ignorare ([tu] ignori), con caduta della vocale iniziale e raddoppiamento espressivo della -r-  intervocalica.
 Anche nel caso di fare il nesci la trafila etimologica può essere ricondotta ad una base unica attraverso, però, due diversi percorsi. Il primo riconduce direttamente nesci al verbo latino nescire «non sapere» e, in particolare, alla seconda persona dell’indicativo presente (nescis). Il secondo, invece, collega indirettamente nesci a nescire attraverso l’aggettivo nescio «ignorante, che non sa», dal latino nescium, derivato a sua volta dal tema di nescire. A sostegno di quest’ultima ipotesi si deve anche ricordare la variante dell’espressione, fare il nescio, attestata già in Magalotti: «Voi fate il nescio e gli altri fanno a indovinare» (Lettere familiari, 1769).
Quanto alle differenziate sfumature d’uso delle tre espressioni ricordate in apertura restano ineludibili le considerazioni esposte da Tommaseo alla voce indiano del suo Dizionario: «Far l'indiano, Fingere di non ne sapere, o Affettare fuor di proposito maraviglia; com'uomo estraneo che vien di lontano. Più com. che Fare il nesci e lo gnorri; questi dicono affettata ignoranza, il primo segnatam. di fatto, il secondo anche d'idea o d'artifizi d'avvedimento; e denotano ancora meno sincerità».

Luigi Romani






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