SCUOLA A CATANIA, 900 ALUNNI, UN SOLO BAGNO
Data: Domenica, 08 gennaio 2006 ore 00:05:00 CET
Argomento: Opinioni


Gentile dottor Augias, sono una rappresentante del Collegio dei docenti del Liceo Scientifico Statale «E. Majorana» di S. Giovanni La Punta (Catania). Non voglio iniziare la consueta lamentela di cui (forse non tanto a torto) ci accusano i nostri connazionali del Nord. E' però un fatto che la consapevolezza di vivere in una realtà sempre più degradata è diventata acuta e la necessità di comunicarla sempre più impellente.

 Il nostro istituto versa in condizioni igieniche spaventose. Un solo bagno per i docenti e uno (maschi e femmine insieme) per 900 alunni, pulizia delle aule che scalfisce appena lo strato di sporcizia sedimentata; i laboratori, frutto della professionalità mal pagata di tanti colleghi che vi hanno speso interi pomeriggi, ingombri di cartacce e di escrementi di topo.

 Alcuni di noi hanno avuto la gentilezza di rimuoverli per evitare problemi igienici ancora più gravi. Abbiamo protestato tutti, ma le nostre voces clamantes in deserto non vengono ascoltate dalla Provincia.

 Tutto ciò è non soltanto vergognoso, ma grottesco; abbiamo la sensazione di sbattere contro un muro di gomma eretto a sistema: il sistema dell'inciviltà, del pressappochismo. Credo che neanche Gogol avrebbe potuto inventarsi un labirinto burocratico più logorante e più sottilmente tragicomico. E poi si parla di rilancio della Sicilia, del ruolo centrale dell'isola nel Mediterraneo, della scuola come volano per la rinascita, parole prive di significato, se confrontate alla realtà nella quale viviamo, insegniamo.


 Anna Maria Zizza
 annamariazizza@virgilio.

 La rispoda di Corrado Augias

 Le condizioni del liceo catanese indignano, spaventano, sono indecenti, non so bene come commentarle. Indigna la sottovalutazione sistematica delle strutture civili del paese da parte di chi dovrebbe occuparsene perché è stato eletto o nominato per provvedere. Perfino le recenti polemiche sull'intollerabile situazione delle carceri possono essere accostate, mutatis mutandis, a quella di molte scuole.

 Da una parte c'è chi si vanta stupidamente delle promesse a suo dire mantenute. Dall'altra chi sembra sottovalutare la gravità dei problemi che non sono nemmeno di struttura ma di elementare civiltà, riguardano quegli istituti della convivenza che distinguono il primo mondo dal terzo o quarto o chissà quale numero dargli.

 Viviamo in un paese in cui su 11 mila scuole e 41 mila edifici scolastici censiti, il 57% non ha il certificato di agibilità. In cui si è dovuta chiudere perfino la scuola prefabbricata di S. Giuliano di Puglia costruita dove alla fine d'ottobre del 2002 erano morti 27 bambini per il crollo dell'unica scuola del paese.

 Casi gravi, autentiche tragedie, che in poche righe possono a mala pena essere ricordati. Ma anche restando ai problemi del liceo catanese ci si chiede se sia davvero possibile che il degrado della nostra classe dirigente sia arrivato al punto di fargli ignorare la paurosa dimensione del problema.

 Quale idea avranno dello Stato, del paese di cui sono cittadini, della loro stessa dignità di giovani uomini e donne 900 alunni costretti in un unico cesso, maschi e femmine, per i loro bisogni?

 Quando si vedono in Tv i politici, quasi tutti, cianciare per ore a vuoto di questo o di quello sono forti i dubbi sulle possibilità che abbiamo di affrontare davvero la modernità.

Nota: Repubblica - 07/01/2006 - pp. 18 e 19

    







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