I PROBLEMI APERTI DEI PRECARI
Data: Mercoledì, 04 gennaio 2006 ore 00:15:00 CET
Argomento: Opinioni


Maria De Rica

PROBLEMI APERTI

Una serie di problemi preoccupano oggi i precari.Vediamo di fare il punto della situazione. 1. I nuovi meccanismi per la formazione e il reclutamento dei docenti. 2. La modifica del quadro orario delle varie discipline prevista dalla riforma Moratti. 3. Le cattedre assegnate a insegnanti di ruolo che chiedono il passaggio ad altro ruolo o ad altra cattedra. 4. Presenza nelle graduatorie permanenti dei docenti di ruolo. 5. Il doppio punteggio attribuito per l’insegnamento in zone di montagna, piccole isole e penitenziari. 6. I punti già attribuiti e attribuibili ai corsi di perfezionamento. 7. Presenza nelle graduatorie permanenti dei docenti di ruolo. 8. Corsi abilitanti riservati.

 1. Formazione e reclutamento dei docenti.Gravissima preoccupazione genera nei precari il decreto attuativo dell’articolo 5 della legge n.53/2003. Esso riserva il 50% dei posti disponibili ai docenti che si formeranno secondo le nuove regole.
2. Modifica quadro orario.La riforma della scuola secondaria superiore prevede una radicale modifica del quadro orario, con una riduzione complessiva delle ore curricolari,cui si deve aggiungere il passaggio da 5 a 4 anni dell’istruzione professionale.Parte delle ore di insegnamento, inoltre,diventeranno opzionali obbligatorie o opzionali facoltative,e saranno forse affidate a esperti esterni assunti con contratti a progetto.Per alcune materie,in particolare,vi sarà un drastico ridimensionamento.Si calcola che la perdita di organico potrebbe aggirarsi intorno alle 100.000 unità.I tagli saranno pagati anzitutto dagli utenti,alunni e genitori,che si vedranno ridurre la qualità complessiva dell’offerta formativa,e poi dai docenti precari,i quali,privi di qualsiasi tipo di tutela,semplicemente non saranno più assunti.
3. Passaggi di ruolo e di cattedra.Il 60% delle cattedre disponibili viene riservato alla mobilità per gli insegnanti con contratto a tempo indeterminato (passaggi di cattedra e di ruolo).I passaggi di ruolo riguardano soprattutto docenti che dalle scuole primarie o secondarie di primo grado passano a quelle secondarie di secondo grado.Docenti precari,che magari da oltre un decennio insegnano una determinata materia,possono trovarsi senza posto di lavoro,assegnato a un collega che mai l’aveva prima insegnata.Si chiede una modifica di tale percentuale o provvedimenti che riducano i passaggi di ruolo.
4. Presenza nelle graduatorie permanenti dei docenti di ruolo.Secondo i dati diffusi dal Miur,nell’a.s.2002/03 il 25% (107.368) degli iscritti nelle graduatorie permanenti si dichiarava interessato alle sole assunzioni in ruolo.Nella scuola secondaria la percentuale era del 35,46%.Si tratta nella stragrande maggioranza dei casi di docenti che hanno già un contratto a tempo indeterminato su altro posto o classe di concorso e che utilizzano le graduatorie per i passaggi di ruolo o di cattedra,in aggiunta alla percentuale già assegnata per la mobilità.La loro presenza nelle prime e seconde fasce,blindate,delle graduatorie permanenti determina il perverso risultato che le immissioni in ruolo si traducono in un danno o nella perdita del lavoro per i precari,in gran parte collocati nelle terze fasce.
5. Punteggio per insegnamento in zone di montagna,piccole isole,penitenziari.Nelle graduatorie permanenti si attribuisce un punteggio doppio per il servizio svolto a partire dall’a.s.2003/04 nelle scuole ubicate in zone montane,nelle piccole isole,negli istituti penitenziari.Il provvedimento,approvato dal Parlamento lo scorso anno,è assolutamente immotivato,illogico e iniquo,come riconosciuto dallo stesso Miur,da tutti i sindacati,dagli stessi uomini politici che lo hanno approvato e che non hanno saputo o voluto però rimediare all’“errore”.Il contenzioso sulla questione è ancora aperto.
6. Punteggio attribuito per i corsi di perfezionamento.La nuova tabella di valutazione dei titoli approvata lo scorso anno ha introdotto la valutazione dei corsi di perfezionamento (3 punti,ma da quest’anno 2);nello stesso tempo ha innalzato da 12 a 30 il tetto massimo consentito per il punteggio dei titoli culturali.Si è così innescato un meccanismo speculativo ai danni di lavoratori già ampiamente penalizzati,a buona ragione definito “supermarket dei titoli”.Il costo di tali corsi si aggira mediamente tra i 700 e i 1000 euro.Il giro di affari che si è creato,con tutte le storture e le situazioni incontrollabili del caso,è enorme.
7. Controllo delle graduatorie.Le complesse procedure di aggiornamento delle graduatorie permanenti e del conferimento degli incarichi,le tante disfunzioni che si verificano a livello centrale e provinciale,l’alto numero di personale precario utilizzato, hanno reso sempre più difficile il controllo delle graduatorie permanenti,i cui iscritti non sono tenuti a presentare alcuna documentazione.Accertare errori e abusi,verificare la correttezza delle procedure,far sì che la normativa venga rispettata è diventato sempre più complicato e aleatorio.
 8. Corsi abilitanti riservati.Se per alcune categorie specifiche era necessario trovare una risposta adeguata a inadempienze pregresse e situazioni particolari e circoscritte,perplessità suscitano i nuovi corsi abilitanti riservati,laddove al momento esiste la possibilità di ottenere l’abilitazione attraverso un percorso ordinario.







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