La
tecnologia per una soluzione
Perché la convergenza fisso mobile possa realmente decollare è, come si è
detto, necessario un efficace handoff tra le diverse reti Wi-Fi e quelle
cellulari, con gli utenti che mantengono le rispettive sessioni e le reti
sottostanti che rimangono essenzialmente invisibili. "C’è ancora molto
lavoro da fare per migliorare le capacità di handoff," sostiene Phil Solis,
senior analyst di ABI Research. Diversi operatori stanno quinidi lavorando per
affrontare i problemi riguardanti al collegamento di reti tra loro divergenti.
Tali prodotti risiedono presso il core della rete del carrier e si occupano di
fare da ponte tra le reti mobili e quelle IP. Per collegarle utilizzano
tipicamente una tecnologia di roaming che estende l’identità di un utente
telefonico mobile su una rete IP, traducendo da SS7 (Signaling System 7) a SIP (Session
Intiation Protocol). Il tutto facendo sì che il numero telefonico e la sessione
rimangano gli stessi, indipendentemente dalla locazione. Altre funzionalità
offerte sono la persistenza della sessione e l’autenticazione via single
sign-on.
Tuttavia, la tecnologia di bridging rappresenta solo un pezzo del puzzle. Un
altro elemento indispensabile sta nell’avere dei dispositivi dual-mode in
grado di passare in modo trasparente tra le due reti. E’ qui che entra in
gioco l’Unlicensed Mobile Access (UMA), un set di specifiche per collegare le
reti cellulari a reti “non licenziatarie” come 802.11 e Bluetooth. UMA
"potrebbe aiutare, ma alla fine verso quali reti fare il roaming potrebbe
essere determinato dal carrier e dall’accordo di bundling", afferma Solis.
Sull’onda di questi sviluppi, ABI Research predice in ogni caso che a livello
mondiale a fine 2009 ci saranno oltre 50 milioni di dispositivi dual-mode. E sul
mercato, di fatto, si sta assistendo ad accordi tra vendor per offrire già
soluzioni chiavi in mano da installare ad esempio in azienda per un utilizzo
interno.
Il fattore terminale
Il Voice
over Wi-Fi deve però affrontare anche altre sfide, inclusa l’aggiunta ai
terminali di funzionalità che sono già standard con i cellulari tradizionali:
agende, caselle vocali, suonerie e così via. Un
altro elemento è poi la qualità della voce, anche se non viene considerato
critico se comparato ai vantaggi della mobilità e alla prospettiva di avere in
futuro encoder/decoder in grado di innalzarla. Un’ultima cosa su cui i vendor
dovranno infine lavorare sono le esigenze del Wi-Fi in termini di consumo, in
modo da consentire un uso prolungato dei terminali senza doverli spesso
ricaricare. Un problema sentito soprattutto da chi lavora molto all’esterno,
visto che chi rimane internamente all’azienda avrà comunque a disposizione
sulla scrivania una base d’alimentazione.