SCUOLA ELEMENTARE SAN PRECARIO
Data: Venerdì, 09 dicembre 2005 ore 00:15:00 CET
Argomento: Opinioni


Farah Carrieri SCUOLA ELEMENTARE SAN PRECARIO Il caso Corviale:una scuola tutta di precari Ore 7.35 del 14 settembre 2004.Sono stata convocata presso l’Istituto Comprensivo di via Casetta Mattei a Roma per un’eventuale stipula di contratto a tempo determinato come insegnante di scuola elementare. La graduatoria degli aspiranti scorre veloce e si arriva presto alla mia posizione.Senza tergiversare troppo scelgo una classe quinta,la cui ubicazione è in un plesso distaccato dalla sede centrale.A posti assegnati,ci ritroviamo in otto ad aver optato per questa scuola e tutto sommato sembriamo soddisfatte.Io lo sono davvero perché è una sede più vicina a casa rispetto al passato e perché ricomincio a lavorare dopo la pausa incerta dell’estate,movimentata da numerosi ricorsi contro gli errori apparsi in graduatorie provvisorie,parzialmente definitive,definitive rettificate,definitive finali... Ecco,sta per cominciare il mio nuovo anno scolastico e io mi trovo nella ormai consolidata vecchia etichetta di insegnante supplente. La realtà mi si materializza tutta insieme,davanti agli occhi,quando arrivo in via Mazzacurati 90,nel cuore del quartiere Corviale.Il serpentino nel serpentone.Un progetto firmato negli anni Settanta dall’architetto Mario Fiorentino,suicida poco tempo dopo l’inaugurazione.Un contenitore umano lungo più di un chilometro, 9 piani, 1200 appartamenti, più di 16.000 residenti.Una creatura bestiale. Ripercorro queste tappe oggi,10 marzo 2005,in questo scritto.Quello è stato il mio primo giorno al “Corviale”e di acqua ne è passata sotto i ponti. A novembre ho preso l’incarico al Csa,confermando la scuola Ater (ex Iacp,Istituto autonomo case popolari).Nel mio plesso lavoriamo in otto su quattro classi:tutte su posto vacante.Siamo tutte insegnanti precarie.Ma non le stesse dall’inizio dell’anno. Molte hanno abbandonato per altre scuole,sperando in nuove e più amene realtà.La classe in cui lavoro ha cambiato 17 insegnanti dalla prima elementare e il primo sorriso sulle labbra mi è apparso in dicembre. Ci sono due collaboratrici scolastiche nel plesso:anch’esse sono precarie. Dentro la scuola praticamente c’è tutto:l’aula multimediale,l’aula di inglese,la palestra,la mensa,la biblioteca,il giardino.Manca però una cosa sola:un cuore.Mancano gli insegnanti:quelli “di ruolo”non ci vogliono venire perché è “la scuola di Corviale”;i supplenti non vogliono rimanerci perché le classi sono – diciamo così – “vivaci”. Nessuno si è mai accorto che a questi bambini sarebbe bastata solo una presenza fissa e costante e non un vespaio di mille supplenti spaurite che toccano fugacemente le mura di questa scuola per poi sparire,lasciandosi dietro solo il vuoto. Da un’indagine condotta su un campione di sessanta bambine e bambini dalla seconda alla quinta elementare di Corviale è emerso che la scuola è al secondo posto tra i posti più belli del quartiere e al secondo posto anche tra i più brutti.Segno contraddittorio di una realtà sentita comunque come centrale per l’identità sociale di questi bambini [Ndr.]. (Fonte:Mauro Martini,Anna Parasacchi,Intervista a Corviale, Comune di Roma,2004).





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