VOGLIO UN RAPPORTO SULLE CAZZATE CHE I PROF RACCONTANO A SCUOLA
Data: Mercoledì, 07 dicembre 2005 ore 00:05:00 CET
Argomento: Opinioni


Voglio un rapporto sulle cazzate che i prof. raccontano a scuola 06 dicembre 2005 - Il Foglio Se facessi ora un appello così concepito: cari studenti, segnalateci i casi in cui i docenti non rispettano la complessità della cultura, il pluralismo delle idee, la correttezza (sì, la Correttezza) dell'insegnamento, ecco che molti mi direbbero: stalinista mascherato, seminatore di zizzania, vuoi portare le tue basse idee clericali nella scuola pubblica, e finirebbe con un vade retro. Quindi questo appello non lo concepisco nemmeno. Se gli studenti del liceo romano apprendono cos'è l'America, e che cosa significano i temi della guerra e della pace, dalla gita al cinema per vedere Michael Moore, organizzata dalla profia, pazienza. Se all?università di Torino un professore associato di bioetica, Maurizio Mori, che immagino persona stimabilissima e con la quale mi piacerebbe fare quattro chiacchiere, insegna che la sua disciplina consiste nel riscrivere i dieci comandamenti in ragione dei progressi della scienza biomedica, una nuova tavola dei valori che seppellisce la tradizione millenaria (nel Foglio di venerdì 25 novembre è pubblicato il suo "manifesto educativo"), ecco, subisco di nuovo, e mi dico: pazienza, se uno si crede Mosè o Cristo, è la scuola, bellezza, e non puoi farci niente, quello è il suo corso docente, quella la sua libertà d'insegnamento garantita da sacri principi laico-repubblicani. Però. Però tutto è monitorato, tranne la scuola. Eppure la scuola e l'Università sono l'ultimo ferreo monopolio di stato, sono il luogo pubblico per eccellenza, l'ufficio postale dell'educazione e della cultura: solo che le idee non sono francobolli, timbri, conti correnti al portatore, sono la materia di cui sono impastati il nostro linguaggio, la nostra comunicazione più profonda, mentalità e comportamenti. Sono importanti come e più dei francobolli. Conoscere lo "stato delle idee" e verificare se non stiano dilagando "idee di stato", e se dunque non si stia esagerando nel prescrivere didatticamente il diritto di morire, il diritto di far figli comunque sia, il diritto di non farli comunque sia, il dovere di non nascere, e tutto in nome, come dice il professor Mori, della qualità della vita e dell?autorealizzazione umana, bè, non sarebbe male. Quel che si dice in televisione è sotto osservazione dei pedagoghi dell'osservatorio di Pavia, e chi lo dica in prime time o in seconda serata non sfugge alla schedature degli ospiti classficati per orientamento politico e culturale. I miei amici radicali fanno di tanto in tanto quelle loro sparate: negli ultimi tre mesi hanno parlato trenta vescovi e solo un Capezzone!, e gridano al trucco, qualche volta anche giustamente. Celentano ha vomitato spezzoni ributtanti dell'Isola dei famosi con chiaro intento pedagogico, e nessuno ha difeso la libertà d'espressione degli autori del reality show. I poli, cosiddetti, si attrezzano a suonarsele di santa ragione sulla famosa par condicio: tutta la tv, nella sostanza anche quella privata, è un luogo pubblico virtuale sul quale istituzionalmente si esercita la Vigilanza del parlamento, la caccia all'errore di mancato pluralismo è sempre aperta, giù botte al reprobo di turno, e quando si tratti della Rai, di Vespa per esempio, guai per il conduttore a muoversi per la città senza avere in tasca le tabelline giustificative, tanto a questa idea e a questa parte politica, tanto a quest'altra, tutti rappresentati sennò casca il mondo. A scuola no. Concorso o ope legis, un esercito di conduttori universitari di star del pensiero dominante fa quel che vuole, annuncia le nuove tavole, e se il Papa dice che l'Università cattolica, rara eccezione, deve avere una concezione della scienza in armonia con la vecchia tavola dei comandamenti, magari con la fede nel trascendente, vedi subito il baffo moscio, l?'arcata sopraccigliare che s'increspa, quella è roba tra integralisti, vabbè facciano pure, magari però denunciamo il Concordato, che se le facciano con risorse loro le lezioni cli amore e verità. L'appello per l'educazione alla realtà lanciato dai ciellini e dai loro amici è stato una buona cosa, ottima cosa sarebbe mettere su un osservatorio di Pavia dell'educazione, magari non si facciano i nomi di chi predica le "idee di stato", sarebbe inelegante, violerebbe principi costituzionali, ma lo "stato delle idee" ricevute, il bouvardismo e pécuchettismo della nostra epoca, la sequela infinita di sciocchezze spacciate per mentalità laica, quello sarebbe utile conoscerlo. Sogno un serio, responsabile, documentato, elegante, non fazioso, imparziale "rapporto annuale" sulle cazzate che si dicono a scuola e all'Università sotto il manto della cultura progressista, scientifica, neodarwiniana, neoscimmiesca, neoetica. Sono un bisbetico? Giuliano Ferrara





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-3367.html