FINANZIARIA, A RISCHIO LE SUPPLENZE
Data: Sabato, 26 novembre 2005 ore 00:09:21 CET
Argomento: Comunicati


A rischio le supplenze 25 novembre 2005 - Repubblica Sull'istruzione si abbatte una scure da 1.068 miliardi. Tagli in Finanziaria per l'istruzione e sono a rischio gli stipendi dei supplenti. A Bologna è rivolta dei presidi che dal prossimo mese di gennaio non sanno come dovranno pagare le supplenze. Si ripromettono di avvertire le famiglie sulla possibilità che i loro "figli saranno distribuiti nelle altre classi quando mancherà si assenterà il docente titolare". E il timore che per il momento attanaglia i dirigenti scolastici bolognesi fra poco assalirà anche tutti gli altri. Alla manovra finanziaria la scuola, l'università e la ricerca scientifica contribuiranno con ben un miliardo. Il Senato, infatti, ha confermato il taglio di 1,068 miliardi di euro sul bilancio 2006 del ministero dell'Istruzione. La manovra finanziaria è ora all'esame della Camera dei deputati, è in commissione Bilancio e il 12 dicembre approderà in aula, per il rush finale. Fra i tanti capitoli che subiranno un consistente taglio (meno 28 per cento) c'è quello per le cosiddette supplenze brevi: quelle di qualche giorno, ma le più frequenti nel mondo della scuola. Le supplenze. Solo per fare un esempio, fra le supplenze brevi rientrano le assenze superiori a 15 giorni per i docenti della media e del superiore, quelle anche di un solo giorno per le maestre della materna e per il sostegno e quelle superiori a 5 giorni per gli insegnati della elementare. Ma anche le assenze per maternità, che in molti casi durano parecchi mesi. Per il 2006 il governo ha previsto un tetto massimo di 565 milioni di spesa, contro i 766 del 2005. Il taglio del budget per i supplenti combinato con la norma varata dal governo Berlusconi due anni fa, che al superiore e alla media impone cattedre di 18 ore di lezione effettive (senza più le cosiddette ore a disposizione, utilizzate appunto dai presidi per "coprire le classi" senza insegnante) rischia di creare una miscela esplosiva. La ricerca. E non sarà soltanto la scuola ad essere colpita dalla scure di Tremonti. "Ancora una volta questo governo ha scelto di tagliare la cultura ed il sapere", commenta a caldo Enrico Panini, segretario generale della Flc Cgil. "Il maxiemendamento presentato ed approvato con l'intera legge finanziaria - aggiunge Panini - riduce di 400 milioni di euro le risorse per le università, taglia massicciamente l'edilizia universitaria, toglie agli atenei e impone il versamento allo Stato dei fondi accantonati per effetto del decreto taglia spese del 2002. Taglia del 15 per cento i fondi per la ricerca di base, per citare solo qualcosa. Quanto rimarrà alle università per formare i giovani?". E in effetti si tratta soltanto di una parte della sforbiciata che colpirà nel 2006 scuole, università e enti di ricerca. I tagli. Per averne un'idea basta rifarsi alle parole di Fabio Garagnani, deputato di Fi e relatore in VII commissione (Cultura) alla Camera del disegno di legge sulla Finanziaria 2006. "Per quanto riguarda in particolare il settore scolastico - riporta il resoconto parlamentare dello scorso 17 novembre - le principali variazioni comportano la riduzione delle risorse relative alle supplenze brevi, in applicazione del comma 129 della legge finanziaria 2005 che ha ridotto di 201 milioni di euro il tetto massimo per tale spesa rispetto a quanto impiegato nel 2005". In pratica, le assenze effettuate da maestre e prof che creano il maggiore disagio all'organizzazione scolastica e agli alunni. Ma non è tutto. "Molte altre disposizioni di carattere generale del disegno di legge finanziaria, finalizzate al contenimento della spesa di tutti i ministeri o relative al personale, interessano i settori dell'istruzione, dell'università e della ricerca", continua Garagnani. Facciamo qualche esempio. C'è la riduzione di 75,1 milioni delle risorse per il finanziamento ordinario delle università statali. E ancora. L'importo complessivo del Fondo ordinario per gli enti di ricerca risulta ridotto rispetto allo scorso anno di circa 6 milioni di euro. Stessa sorte per l'edilizia universitaria (meno 60 milioni) e, sempre per gli atenei pubblici, per le cosiddette grandi attrezzature e ricerca scientifica (meno 34,6 milioni di euro). Per il Fondo unico da ripartire per investimenti nell'università e nella ricerca e per il Fondo per gli investimenti nella ricerca di base, che avranno a disposizione 146,5 milioni di euro in meno rispetto all'anno in corso. Lo sciopero. Ed è per protestare contro i tagli contenuti nella legge finanziaria, domani (il 25 novembre) la scuola si fermerà nell'ambito dello sciopero generale, ma con modalità diverse: un'ora di astensione dalle lezioni proclamata da Cgil, Cisl e Uil. Sciopero per l'intera giornata per gli aderenti ai Cobas.





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