L’AGNIZIONE OVVERO… A’ GNIZIONI
Data: Mercoledì, 23 novembre 2005 ore 01:00:00 CET
Argomento: Opinioni


L’AGNIZIONE OVVERO… A’ GNIZIONI Ultimamente noi insegnanti ci troviamo spesso dinanzi a un terribile dilemma: con quale linguaggio dobbiamo esprimerci? Se parliamo troppo semplicemente ci resta lo scrupolo di non fare un’educazione linguistica efficace; d’altro canto, se eleviamo stile e tono, rischiamo seriamente di non essere capiti con la pericolosa conseguenza della totale incomprensione da parte dei nostri alunni. Eppure ogni tanto ci proviamo, e con immenso piacere, a trasmettere loro qualche parola più solenne e recondita, di quelle che quando le pronunci ti senti tanto importante. Così, qualche giorno fa, spiegando la commedia plautina, dalle remote plaghe della mia mente è emerso un termine bello, frizzante, insomma proprio chic per dire “riconoscimento”: agnizione. Et voilà, scritto alla lavagna, copiato diligentemente dai miei alunni, compreso appieno. Ma i ragazzi, si sa, sono sempre pronti alla battuta: e così ho sentito serpeggiare tra i banchi e volare sommessamente di bocca in bocca una variante del succitato termine cui non avevo mai pensato: ‘a ‘gnizioni! Ebbene sì: il riconoscimento finale dei protagonisti delle farse di Plauto si era, nella scanzonata mente dei discenti, mutato in una bella espressione dialettale, inneggiante al rimedio estremo in caso di emergenza. Lì per lì son rimasta basita. Poi mi son detta: il fine giustifica i mezzi. Ma sì, quando pensate a Plauto… pensate a una bella iniezione! Ecco a cosa può anche servire una dolorosa e famigerata puntura… Silvana La Porta





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