ARRETRATI DEL CONTRATTO, SI VA ALLO SCIOPERO
Data: Martedì, 15 novembre 2005 ore 01:10:00 CET
Argomento: Comunicati


Arretrati del contratto. Il Governo tace e il sindacato va allo sciopero. Tuttoscuola del 14 novembre 2005 È evidente ormai che il Governo non autorizzerà il contratto della scuola in tempi brevi, con l’obiettivo di spostare la competenza degli oneri finanziari sul prossimo esercizio finanziario. Questo significa rinviare la corresponsione degli arretrati al 2006. Ma significa anche eludere gli impegni politici e gli obblighi contrattuali che prevedono in tempi brevissimi la pronuncia governativa sull’accordo intervenuto tra Aran e sindacati. Invece, come hanno evidenziato i sindacati confederali della scuola nel loro documento unitario (www.cislscuola.it), il Governo, dopo aver "secretato" nei cassetti del ministero dell’Economia l’accordo, tace ancora a distanza di 50 giorni dalla sua definizione, nonostante "la firma di un contratto sia un atto ufficiale, un impegno tra le parti che deve essere rispettato". Il Consiglio dei Ministri rinvia, invece, di settimana in settimana, la prevista e dovuta autorizzazione, negando gli adeguamenti dello stipendio ad oltre un milione di lavoratori. È una situazione drammaticamente paradossale – commentano i segretari generali Panini, Scrima e Di Menna. Pertanto, di fronte al mancato rispetto degli impegni presi, il personale della scuola sciopererà per l’intera giornata del 25 novembre "per manifestare la propria indignazione e rivendicare il rispetto degli accordi sottoscritti". "Lo sciopero per l’intera giornata del giorno 25 novembre riguarda anche i Dirigenti Scolastici che attendono ancora il rinnovo del loro contratto da ben 4 anni". Non aderisce allo sciopero lo Snals che, comunque, "protesta per l’ulteriore ingiustificato rinvio che compromette la corresponsione dei nuovi stipendi entro dicembre, e auspica che il governo sappia rispondere con atti positivi al profondo disagio e delusione del personale della scuola onde evitare inevitabili conseguenti demotivazioni in un settore così strategico per lo sviluppo civile e sociale del nostro pae





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