INSEGNANTE APOSTROFATA DA UN ALUNNO: “MA ‘CCHI SI, ORBA?”
Data: Martedì, 15 novembre 2005 ore 01:00:00 CET
Argomento: Opinioni


INSEGNANTE APOSTROFATA DA UN ALUNNO: “MA ‘CCHI SI, ORBA?” La scuola italiana è un’isola felice. Ma felice davvero. Non ci credete? State a sentire cosa è accaduto a una docente di scuola media alle prese con un alunno “difficile”… D. A quanto pare nella sua scuola, e purtroppo non solo nella sua, ne accadono delle belle. E soprattutto non è facile gestire certi tipi di alunni… R. Devo dire che sono sempre stata una fautrice dell’inserimento degli alunni con handicap o caratteriali nella scuola. Ma, dopo l’episodio recentemente capitatomi, ho cambiato idea. Questi alunni necessitano, perché la loro sia una vera integrazione, di un supporto continuo e costante, che non può assolutamente essere garantito dall’insegnante di sostegno, né tantomeno dagli altri docenti che devono fare il loro dovere dinanzi a un’intera classe. Si fa presto a dire che il ragazzo con handicap è di tutto il Consiglio di classe… D. Che cosa, dunque, l’ha indotta a cambiare idea? R. Un episodio occorsomi qualche giorno fa. Quindi nella mia scuola, come un po’ in tutte, esistono ragazzi con particolari problemi che, purtroppo, ne creano parecchi anche all’intera comunità. D. Che cosa è successo? Ci racconti più nei particolari… R. Dopo la fine della ricreazione mi sono vista piombare in classe un alunno caratteriale che ben conoscevo. Aveva, infatti, qualche tempo fa, dato una testata al suo insegnante di sostegno e lo aveva spedito dritto all’ospedale; poi rivolto minacce qua e là a vari docenti, afferrata per il collo una compagna a mo’ di scherzo e infine rinchiuso in bagno un altro alunno. Tutto ciò perché accade? Accade perché l’orario dell’insegnante di sostegno non copre tutte le ore in cui il ragazzo è a scuola. La conseguenza? Egli, malgrado i volenterosi tentativi di controllo da parte degli altri professori, è a volte da solo e può agire indisturbato. D. Dunque entrata lei in classe… R. Entrata in classe, io, conoscendolo, balzo sulla sedia e in me monta grande preoccupazione. Tuttavia, molto garbatamente, lo invito a uscire, ma lui comincia a sostenere di avere una cosa importantissima da dire alla compagna. Così i minuti passano, io fremo, la classe nel frattempo si diverte moltissimo. Quand’ecco che, spazientita, rinnovo l’invito ad accomodarsi fuori; ma lui, imperterrito, sostiene che non ha ancora detto alla compagna ciò che vuole. E’ stato a questo punto che… D. Che… R. Mi apostrofa con un’aria tra lo scocciato e il divertito con la seguente, mi auguro non profetica, frase: “Ma cchi è, no viri ca non c’haiu dittu nenti? Ma ‘cchi si, orba?!” D. Ma non è finita qui, vero? R. Già, perché aggiunge tra le risate generali: “E spatti c’hai l’ucchiali!!!” D. Accidenti, che figurone! R. Eh, sì, tutto merito di quel legislatore che ha avuto la felice idea di mandare questi ragazzi allo sbaraglio senza una guida costante… SILVANA LA PORTA





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