ELIMINARE I PRECARI A SCUOLA? SI POTREBBE, MA NON SI FA
Data: Martedì, 01 novembre 2005 ore 01:10:00 CET
Argomento: Opinioni


«Eliminare i precari a scuola? Si potrebbe, ma non si fa» Il Gilda presenta il "libro sui docenti non di ruolo. Vassallo: chiediamo aiuto alle istituzioni (p.pin) «Eliminare il precariato? E' possibile, ma manca la volontà politica di risolvere il problema». E' quanto afferma il sindacato Gilda degli insegnanti, che delinea la soluzione all'interno del "Libro Bianco sul precariato docente", indagine presentata ieri presso l'aula magna dell'istituto Casali. «In questo studio, realizzato utilizzando i dati forniti dallo stesso ministero della Pubblica istruzione, dimostriamo come sia possibile procedere all'assunzione di 200mila precari nell'arco di cinque anni, come più volte annunciato dal ministro Letizia Moratti - ha spiegato il coordinatore dell'indagine Antonio Antonazzo -. La nostra proposta consiste nella cosiddetta "assunzione differita", ovvero procedere subito ad una nomina giuridica dei docenti precari, per poi lasciar trascorrere un paio d'anni prima di concedere loro i benefici economici. Si trarrebbe quindi di chiedere un piccolo sacrificio in cambio della certezza dell'assunzione. In base ad un piccolo sondaggio effettuato da Gilda nove precari su dieci si sono dimostrati disponibili a questo scambio». Ciò che manca, viene fatto notare, è la volontà di risolvere veramente il problema: «Le assunzioni annunciate dal ministro non coprono i pensionamenti - sottolinea Antonazzo -, quindi più che di immissioni in ruolo si tratta di tagli di posti di lavoro. E ogni singolo insegnante precario consente allo stato di risparmiare 7-8mila euro all'anno». Ioannis Loumis , coordinatore dei docenti precari di Modena e tra i relatori dell'incontro di ieri, ha sottolineato come anche i precedenti governi - e non solo la legislatura Berlusconi - abbiamo contribuito alla diffusione del precariato. «Vogliamo dar voce ai precari - aggiunge Fulvio Vassallo , coordinatore provinciale di Gilda -, e per questo chiediamo un aiuto anche da parte delle istituzioni pubbliche. Consegneremo agli assessori Giovanna Calciati e Fernando Tribi una proposta di discussione da affrontare all'interno delle assemblee consiliari in Comune e in Provincia. Le nostre richieste riguardano sia l'ambito nazionale: chiediamo che ai docenti precari vengano riconosciuti gli stessi diritti del personale di ruolo, ai fini pensionistici e di carriera. In ambito locale invece proponiamo invece che sia riconosciuto il loro stato di precarietà, con facilitazioni per mezzi pubblici, eventi culturali fino alla possibilità - in caso di difficoltà - di accedere ad alloggi comunali».





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