AFFARI D'ORO PER I RICORSI DEI DIRIGENTI SCOLASTICI
Data: Sabato, 29 ottobre 2005 ore 01:10:00 CEST
Argomento: Comunicati


Affari d’oro per i ricorsi degli aspiranti dirigenti scolastici Dopo anni di attese e speranze finalmente è stato bandito nei mesi addietro il corso-concorso per i nuovi dirigenti scolastici. Per 1.500 posti a disposizione sono pervenute in tutta Italia oltre 26mila domande. 10.500 sono stati i docenti ammessi alla preselezione, mentre gli altri sono alla ricerca d’un “posto al sole”, cadendo nelle solite e ben oliate trappole dei ricorsi. Che a volte, come testimonia la recente vicenda dei concorsi riservati, funzionano. Un ricorso, una sentenza favorevole e via, ti trovi a fare il dirigente anche se non avevi maturato i tre anni di anzianità come incaricato. La macchina elefantiaca della scuola consente anche questo: un posto non lo si nega a nessuno, specialmente se il “favore” riguarda poche persone, quelle che, guarda caso, riescono ad avvalersi della modifica a posteriori della norma. Pure il governo ha fatto la sua parte, varando per quest’anno scolastico un provvedimento ad hoc che ha consentito la permanenza al loro posto di dirigenti che a 65 anni dovevano andare in pensione. Viva la scuola, quella dei “nonni”. Infatti chi si aspettava la novità, il “largo ai giovani” è stato beffato e tradito. Alla fine, visti i titoli necessari per superare lo sbarramento per accedere alle prove, i tanti frustrati e bistrattati vicari, per anni succubi della vecchia dirigenza, hanno avuto la meglio ed al termine di una lunga carriera da docenti, avranno finalmente la qualifica di dirigenti scolastici, giusto in tempo, tra due anni, quando si concluderà presumibilmente l’iter burocratico, per andare in pensione. Quindi nuovi concorsi per sostituirli, come in un carosello senza fine. Graduatorie “estive”, influenzate dal caldo canicolare, con commissioni che hanno commesso parecchi errori, se involontari o meno staremo a vedere, se qualche procura della Repubblica sul territorio nazionale vorrà mettere il naso nelle carte. Unica possibilità per coloro che sono rimasti fuori, oltre 15mila, lasciarsi attrarre dal canto delle sirene di studi legali che stanno facendo affari da centinaia di migliaia di euro, con l’avallo di sindacati, i soliti, che fanno apparire come risultato positivo l’ammissione alle prove scritte del concorso con riserva e con il silenzio-assenso degli organi d’informazione che – è non è una novità – non informano. Una vittoria di Pirro che, alla riprova dei fatti, con la sentenza definitiva potrebbe rivelarsi una beffa oltre che un danno economico. A ciascuno di questi docenti viene richiesto sull’unghia, alla firma del ricorso, un “modico” acconto che va da 500 a 800 euro, corrispondente a metà degli emolumenti netti medi mensili di un professore, senza ricevuta fiscale naturalmente. Persone attratte appunto dalla possibilità di abbandonare uno stipendio da fame, tra gli ultimi a livello europeo, per attingere ad uno più cospicuo. Con questa “nuova” dirigenza si dovrà confrontare la scuola del domani, nell’attesa di una riforma oggetto di continui rinvii. Gennaro Capodanno Presidente Comitato Valori collinari – Napoli gennaro.capodanno@tin.it





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